19/09/2025
Giornata non stancante, di più. Gubbio è molto carina ma per arrivarci....ci vuole tanta, tanta pazienza.
Non sapevo se sarei venuta: sono stanca, venerdì scorso ero a Trento per tenere un corso alla sistemi. La settimana è trascorsa lavorando senza un secondo di pausa....mi sarei potuta riposare, sto fine settimana. Mare, sole, riposo...
E infatti sono qui ad assistere al XXIX seminario internazionale di medicina omeopatica.
Perché?
Poco tempo fa una persona, dopo che avevo dato l'esame finale di un master, mi disse: "e basta studiare! Hai più di 50 anni, studiare non serve più. Le cose le sai e fai quello che sai e basta".
Ecco, il problema è proprio in quella affermazione. A me piace studiare ma non per imparare qualcosa che poi potrò usare nel lavoro o per fare collezione di attestati.
A me piace studiare: spendo soldi in libri che manco un mutuo per la casa, vado girando per seminari o corsi. Ma lo faccio per curiosità. Si, sono una persona curiosa. Mi piace conoscere cose nuove, nuovi punti di vista e nuove persone.
Perché ogni volta che studi, di fatto, conosci persone nuove: la loro storia, le loro scelte...le loro esperienze. E questo succede sia con le persone che seguono con te ma anche con gli autori dei testi.
Certo, se prendo in mano un libro e imparo le nozioni riportate che poi metto in un nuovo protocollo lavorativo...in realtà non conosco nessuno. Al massimo imparo qualche nozione in più.
Ma studiare è altro: è conoscere l'autore, contestualizzare il suo lavoro nell'epoca storica nella quale è vissuto e nel paese nel quale è nato. È sempre stato li? Si è trasferito? Dove ha studiato? Aveva fratelli o sorelle? Si è sposato? Cosa lo ha portato a studiare quegli argomenti, ad approfondirli, a scoprire qualcosa di nuovo?
Non ci si può limitare a leggere senza sapere chi scrive. Perché tutto, anche le scoperte scientifiche più note, vengono da un bisogno, da una necessità dell'autore che, per soddisfare quel bisogno, ha studiato, creato, formulato qualcosa di nuovo.
Senza bisogno non c'è scoperta. Senza mancanza non c'è scoperta.
Quando si ha la pancia e la testa piena non si scopre nulla, perché non si ha fame e non si ha desiderio di migliorare. E ci si ferma. Da cui la persona che mi diceva che studiare alla mia età è inutile.
Ma la necessità, il bisogno non è di soldi o di cose: è di evoluzione, di cambiamento, di conoscenza. È bisogno di evoluzione, di trasformazione.
Perché la vita non è una corsa, più o meno lunga, verso la fine. La vita è un periodo nel quale ognuno di noi può trasformarsi, migliorarsi, evolvere. Senza necessariamente il bisogno di raggiungere obiettivi se non quello del cambiamento e dell'evoluzione. Che non possono avve**re senza conoscenza.
Lo sanno bene i potenti della terra, di oggi come di ieri.
Lo studio è sempre stato elitario, appannaggio di poche persone, solitamente di ricchi. I poveri lavorano per mangiare, per sopravvivere e sono talmente stanchi da non poter studiare. Per cui restano sempre lì, nel posto in cui la società lì ha messi.
Un tempo si facevano i debiti per fare studiare i figli, non perché avessero un titolo ma perché potessero avere opportunità migliori di quelle dei genitori. Che non avevano potuto studiare ma avrebbero voluto.
Non solo.
Lo studio era per gli uomini, le donne, anche ricche, non dovevano studiare, dovevano sposarsi ed imparare come gestire le cose di casa. Le donne che studiavano erano viste come pericolose, perché potevano capire, aprire la testa, ampliare le loro prospettive e non accontentarsi più di essere la moglie di. Anche se con tanti soldi.
Dite che oggi tutti possono studiare?
No, oggi in apparenza lo studio è aperto a tutti ma, nella realtà, nessuno può davvero studiare: imparare nozioni si, studiare no.
Il sapere è controllato, non dobbiamo essere curiosi e fare qualcosa di nuovo o di diverso ma rientrare nelle regole dettate da chi davvero ha studiato.
I bisogni, le mancanze, quelle che spingono ad evolvere non sono nostri: sono indotti.
Al punto tale che, nel momento stesso in cui ci dicono cosa ci manca, ci danno anche la soluzione. Unica, non sindacabile.
E questo non è studio.
Non solo.
Oggi studiare è considerato una perdita di tempo perché non fa fare soldi. Perché ormai lo studio è finalizzato non alla realizzazione di sé ma a guadagnare.
Tutto è gestito dal denaro e tutto è facile. Siamo arrivati al punto che aprire un libro non serve, tanto chiedi all'intelligenza artificiale e lei ti risponde e ti dice cosa fare.
Mi dicono che sono sola, quando leggo e studio.
Devo dirla tutta: quando leggo e studio sono in compagnia di tantissime persone. È quando sto in mezzo alle persone che spesso sono sola. Soprattutto se mi dicono che studiare a 50 anni è inutile.
E allora, ben vengano occasioni come quella di oggi e come quella della settimana scorsa. Si, stancante, lunedì sarò a pezzi...ma ne è valsa la pena.
Nulla è più importante di scambiare eaperienze e relazionarsi. Se lo si fa si vivono tante vite in una sola.
PS: se per caso a qualcuno fosse venuta la voglia di studiare e leggere, devo dirvi una cosa: costa, tanto. Non fa guadagnare soldi, li fa spendere. Ma fa "guadagnare" esperienze che nessuno cellulare potrà mai darvi.