23/11/2025
Breve storia della Gestalt
Perls raggiunse dunque efficacia e fama solo negli ultimi sette anni della sua vita, dopo quasi dieci anni di inattività professionale e dopo aver molto viaggiato e vissuto. Il Fritz settantenne che ricompare come terapeuta in California, a Esalen, è un uomo molto cambiato. Un uomo capace ormai di incarnare la sua filosofia e che ha ben compreso la differenza tra un’idea e la realtà che essa rappresenta. È diventato diffidente verso le teorie perché ritiene che giochino con i concetti anziché viverli, che ne parlino anziché esperirli. Conosce la differenza tra il facile discutere in sede filosofica del qui e ora e la difficile disciplina che occorre per incarnare la posizione fenomenologica insita nella presenza. È lui stesso la sua Gestalt. Ha trovato la sua sintesi, la sua posizione, il vuoto fertile, l’indifferenza creativa di un guru. La sua Gestalt non è più una teoria né una tecnica, ma un modo di essere. Sa che la strada è difficile, personale, coraggiosa e non offre scorciatoie. Ormai è un maestro che mostra la sua arte e la trasmette rigorosamente con l’essere. Senza scuole né teorie, perché nel suo essere ci sono scuola e teoria incarnate. E non vi è scuola che possa contenere quell’essere che è l’essenza del suo insegnamento.
Tratto da "Fiori di montagna" di Mimmo Ciavarelli