08/03/2025
Buona giornata 💐
Ancora possiamo scrivere con dissenso della condizione delle donne nel 2025?
Sono sconvolta dagli avvenimenti delle ultime settimane che mostrano con ferocia il bullismo del maschio alfa caucasico a cui muovo critiche fondate da quando ho la capacità di ragionare e ascoltare le mie emozioni e sentimenti.Sentimenti che si sviluppano nel tempo a fronte del reiterarsi della medesima/simile emozione/i.Nel caso del maschio dominante caucasico a fronte della violenza perpetrata sul simile, ho sviluppato un sentimento iniziale di difesa e poi di repulsione in un mondo che ci chiede connessione a tutti i costi per non restare indietro ,fuori dal sistema protettivo del “padre-padrone “.
Da tempo non sentivo questa locuzione che é tornata prepotentemente alla ribalta ,per ciò che ho visto,nella scorsa settimana in mondovisione.Possibile che ancora bisogna lottare per vedere riconosciuti i diritti fondamenta di un individuo e di un intero popolo?
L’indignazione e la paura che ha suscitato il vedere il diritto all’ espressione brutalizzato e vessato ,così come affossato il diritto all’autodeterminazione,ha messo la società occidentale di fronte alle sue più profonde contraddizioni:nulla si può di fronte alla forza della violenza delle armi ed al desiderio di supremazia e dominio!
Due maschi alfa caucasici bianchi del tutto irrispettosi dei diritti ( uno li nega da ventisei anni,l’altro li sta demolendo nel suo paese giorno dopo giorno)stanno riportando indietro di un secolo la condizione non solo delle donne, a cui viene chiesto di tornare a fare le madri e basta,ma dei popoli che ,teoricamente rappresentano.
La società occidentale che tanto ha fatto per il riconoscimento e la costituzione dei diritti viene risucchiata nel gorgo degli interessi economici che lei stessa ha promosso come spazio di espressione della umanità e di sviluppo sociale.
Il paese che si è proposto nel novecento come leader nella promozione dei diritti,oggi ,con la nuova amministrazione,mette al bando libri che parlano di schiavismo, identità sessuale e omosessualità, e romanzi come “Il buio oltre la siepe” di Harper Lee,“1984” di George Orwell,e propone il trasferimento dell’istruzione a livello statale il che significa l’abolizione del ministero dell’istruzione,con la conseguenza di allargare ancora di più le disparità tra gli stati membri.
Lo so mi sto dilungando su un tema apparentemente lontano da ciò che oggi vorremmo sottolineare,ma non è così.Noi donne sappiamo bene cosa significhi questa sopraffazione,il dover chinare il capo per non soccombere al volere del maschio di turno,comprese le donne che perpetuano un modello maschilista,patriarcale e paternalistico di società.
Mi riferisco a quelle persone che fanno della divisione e della contrapposizione la cifra politica del loro operato.
Una autocritica verso quel femminile che ha sposato modelli maschili di sviluppo e che invece di indirizzare il proprio operato verso la solidarietà e l’inclusione ,parla di invidia e separazione.
Noi donne non dobbiamo cedere alla tentazione,tutta maschile,di dividere,separare,creare astio, ma dovremmo provare ad essere portatrici di un messaggio di pace e conciliazione.
Oggi ,giornata dedicata a noi non vorrei dover ancora denunciare l ‘assurdità di differenze salariali,la contraddizione di un governo che vuole spingere la natalità ma non investe risorse sul tema della conciliazione (lavoro/famiglia),per non parlare della tutela del posto di lavoro!
Una donna che decide di avere un figlio si ritroverà penalizzata nel lavoro e nella maggior parte dei casi demansionata o bloccata nella carriera,per non parlare del carico psico-emotivo della gestione familiare non quantificato nel computo degli impegni della donna nella sua quotidianità.Tutto ciò viene dato per scontato dagli uomini ed a volte dalle stesse donne che ritengono un automatismo la cura e l‘accudimento.
È d’obbligo un riferimento alDDL contro la violenza di genere varato ieri 7 marzo dal governo.Va bene inasprire le pene ma il problema va affrontato radicalmente con un cambio di prospettiva e soprattutto una educazione alle emozioni ed ai sentimenti,tema portato avanti dall ‘Istituto Grossman sin dalla sua fondazione.I tema è ascoltare i giovani ed istruirli alla empatia ed alla solidarietà,temi oggi del tutto scomparsi dalla agenda dei governi.Dunque il problema va risolto in modo strutturale e non unicamente sicuritario(il solito paternalismo )
Ma tornando al modo in cui le donne ancora vengono considerate e trattate dal sistema che le governa ci vengono in aiuto i dati statistici rilevati dall’Inps ,e non possiamo che restare sconcertate:
“In media una donna guadagna oltre il 20% in meno degli uomini. E da pensionata fino al 44% in meno. Tra i dirigenti solo il 21% è donna. Tra i quadri appena il 32%.”
Inoltre sempre stando ai dati INPS:
“la demografia dice che in Italia le donne superano numericamente gli uomini. E vivono in media più a lungo. Sono più istruite (52,6% di diplomate e 59,9% di laureate). Eppure il tasso di occupazione femminile in Italia era nel 2023 al 52,5%contro il 70,4% degli uomini. Un divario di quasi 18 punti. Le assunzioni femminili sono state solo il 42,3% del totale. E solo il 18% a tempo indeterminato, contro il 22,6% degli uomini. Le lavoratrici a tempo parziale sono il 64% del totale. E il part-time involontario è soprattutto femminile (15,6% contro il 5,1% dei maschi).”
E su questo ultimo dato finisco le mie considerazioni:
ancora una volta è evidente che le donne si assumono il compito di mantenere viva la specie umana attraverso cura ed accudimento,ma ciò non deve essere dato per scontato né divenire il “ruolo femminile “nelle società umane,ma dovrebbe essere un compito condiviso concretamente con i maschi liberati dal concetto millenario di forza in nome di quello SOLIDARIETÀ UMANITÀ UGUAGLIANZA
Con amore 🧡
Gabriella