07/03/2025
FB mi ripropone una storiella scritta qualche anno fa per raccontare in modo leggero e divertente il mio lavoro di psicologo, adatta ad un inizio fine settimana.
Gli amici napoletani mi perdonino la scarsa padronanza del dialetto scritto 😅
Paradigma per i pesci
Quando arrivai in pescheria, il signore che mangiava le vongole crude era già lì.
Il pescivendolo, aiutato dal figlio, lo stava servendo pulendogli diverse gallinelle.
Il signore, un uomo alto e grosso con una camicia azzurra aperta sul petto, prendeva una vongola alla volta dalla bacinella larga e piatta e se la mangiava con gusto. Già molti bivalvi giacevano aperti sulla bancarella. Quando si ritenne soddisfatto, strappò un foglio di carta dal rotolo appeso e si pulì le mani. Come se fosse stato a casa sua.
“Buongiorno, cosa desidera?” mi domandò il pescivendolo quando mi vide entrare.
“Vorrei due lampughe e due sgombri, me li sfiletta per favore?”
“Altro pesce da pulire…” avrà pensato lui.
Poi, forse per sbariare un po' durante il lavoro di pulitura, mi chiese “ma voi siete dottore in che cosa?”
“Faccio lo psicologo”
I pesci che sembravano morti distesi uno a fianco all’altro spalancarono gli occhi.
“Ah! Curate la testa della gente!”
Qualche giorno prima una mia paziente mi aveva raccontato che andare dallo psicologo le era servito per cambiare la sua prospettiva sulle questioni.
Ne avrebbe bisogno il pescivendolo, di cambiare il suo punto di vista sulla psicologia.
“Ti faccio un esempio” gli dissi mentre i pesci incuriositi si sistemavano attenti nelle cassette.
“Immagina che tu voglia che quel signore la smetta di mangiarsi le tue vongole senza il tuo permesso e senza pagartele, perché quando lo fa, tu ti innervosisci e ti senti male”
“Ma lui lo sa che può farlo!”
“Lo so…ma immagina che tu non voglia che lui lo faccia, che faresti per farlo smettere e non stare più nervoso quando lo vedi?”
“Lo caccerei subito!”
“Uhm, così perderesti subito un cliente che ti compra tanto pesce. Ma immagina che tu provi in vari modi a farlo cambiare ma lui continua nonostante i tuoi tentativi. E più tenti di cambiare e meno la situazione cambia e tu sei sempre più scoraggiato. Alla sola idea che lui possa entrare nella tua bottega, ti viene un malumore”
“Mannaggia che nervoso mi fa venire…’o prendess a paccheri!” disse il pescivendolo sbattendo una gallinella sul bancone, che dopo una piroetta a mezz’aria atterrò in una cassetta accanto ad uno scorfano.
“Ne sono certo e per questo potrei aiutarti come psicologo perché con tutti i tentativi che hai fatto per reagire diversamente e non innervosirti, potresti cominciare a sentirti stanco, non sapere più che pesci prendere e incapace di risolvere il problema. E non sarebbe bello sentirsi così, vittima di qualcosa che non desideri”
Il pescivendolo sottolineò il suo accordo arricciando un angolo della bocca e scuotendo la testa e altrettanto fecero i pesci nella pescheria, già presi.
“Uno che si comporta così dint a puteca mia nun ‘o vulisse!”
Sbottò il pescivendolo aprendo una gallinella col coltello.
“Però ie aggià campà…” disse riprendendosi dallo sbotto d’ira e indicando le numerose gallinelle e il figlio alle prese con un polpo che si rifiutava di entrare nella catena alimentare umana sguisciando da tutte le parti.
“Infatti…allora dovremmo trovare un modo per gestire diversamente la situazione. Un modo che non ti faccia sentire di subire un torto e in grado di far cambiare comportamento a quel signore goloso ma un po' arrogante, senza perderlo come cliente. Ad esempio, siccome a te fa piacere che un cliente apprezzi i tuoi prodotti mentre aspetta di essere servito, potresti invitarlo a mangiare tutti i mitili che vuole e poi, se gli sono piaciuti, gli proponi di comprarli per cucinarseli con gli spaghetti. Lui potrebbe accettare la tua offerta e quindi ripagarti della tua generosità comprandoti pure le vongole, oppure smettere di mangiarle per non doversele poi comprare”
Le vongole approvarono orgogliose e ritrovarono po' di autostima.
“Eh già! Gliele offro come attenzione al cliente, ma anche come pesce che ti vendo” disse accennando un mezzo sorriso.
Nel frattempo il polpo, approfittando della distrazione del figlio che seguiva attentamente la conversazione guardando ora me ora il padre, scappò definitivamente dalle sue mani e si rifugiò tra i miei piedi.
“Proprio così” continuai con entusiasmo “sei tu che cambi atteggiamento: invece di mostrarti contrariato e innervosito, gli mostri il tuo piacere per il fatto che si mangia con gusto le vongole tue, ma gli chiedi anche di fare una cosa per te. A quel punto sta a lui scegliere…”
“Si va bè dottò, però il fatto è che ie nun ce dic nient pecchè c’è voglio dà” esclamò scocciato il pescivendolo che così troncò la conversazione e tornò a pulire le gallinelle.
I pesci che avevano assistito a questa strana conversazione tirarono un sospiro di sollievo quando capirono che potevano continuare tranquillamente a nuotare in un mare di problemi prima di arrivare a sentirsi incapaci di risolverli e andare da uno psicologo. Così tornarono alle loro agonie, pensando cosa potevano mai essere ‘sti problemi nella realtà.
Il signore delle vongole se ne tornò a casa con le sue gallinelle per il sugo, pensando “chissà perché stà sempre nervoso Gaetano ‘o pescivennolo?”
Io me ne andai con le lampughe.