
05/06/2025
UN TRAPIANTO STORICO (da "Medici Napoletani, 27 secoli di storia , 100 anni di Ordine" pubblicato nel 2012 dall'Ordine dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri di Napoli e Provincia in occasione del 1° Centenario), curatore del volume Massimiliano De Francesco.
Nell'agosto del 1978 alcuni specialisti americani, avendo effettuato un trapianto di testicoli con esiti positivi, erano più che convinti d'essere loro i primi al mondo a poter vantare questo esclusivo primato.
A riportarli con i piedi per terra vi pensò tempestivamente Vittorio Paliotti, che con un ironico articolo apparso sul "Il Mattino", nello stesso mese, mise ogni cosa a posto, segnalando al "capo equipe" chirurgico, dott. Sherman Silver che "non poteva sentirsi antesignano di un bel nulla, pioniere di nessuna nuova frontiera, anzi a riguardo, per essere precisi: era in ritardo di 47 anni". Quello che il chirurgo americano era riuscito a ottenere nel 1978 - scrisse ridotto in pillole - a Napoli venne realizzato senza l'aiuto della microchirurgia e dei suoi avanzatissimi strumenti, sin dal 1931 dal Prof. Gabriele Iannelli. Pochi in verità sapevano che tra i tanti record, Napoli ne vantava uno come questo, a lungo imbattuto.
Le cose andarono così. Vittorio Lapegna, rientrato da New York dove era emigrato molti anni prima, si sentiva sempre più infelice a causa di una dichiarata impotenza virile. Potendo però contare sul valore di un nipote, noto e apprezzato chirurgo degli Incurabili, il Prof Giuseppe De Nito, trovò giusto confidargli le sue pene, informandolo che le tante cure fatte in America non avevano dato alcun positivo risultato. Morale: solo lui poteva ridargli la felicità. De Nito parlò subito del caso al Prof. Gabriele Iannelli suo maestro, che senza indugio puntò sulla possibilità di un trapianto. A prestarsi alla bisogna fu tale Roberto Salvadori, che ricoverato per un banale incidente nel nosocomio napoletano, dietro lauto pagamento, non ebbe alcuna difficoltà a donargli un testicolo. All'operazione, eseguita dal Prof Iannelli e dalla sua équipe, composta dai professori De Nito, Fersina e Manfredi assistettero alcuni studenti, incuriositi e interessati al singolare tipo di intervento.
Tutto andò come previsto, oltre la più ottimistica previsione: il Lapegna dopo l'innesto apparve da subito "rubizzo e forte come un toro da m***a" e il donatore, con l'unico testicolo rimastogli potette "ogni volta che aveva sete bere due volte".