29/08/2025
C’era una volta, in un piccolo villaggio, una giovane donna di nome Elena. Da quindici anni, Elena custodiva un vaso di terracotta. Era un vaso grande, forte e lucido, che un giorno un uomo le aveva regalato dicendole: "Questo vaso è per te. Custodiscilo, perché con lui potrai dissetarti ogni volta che avrai sete." E così fece. Ogni giorno, Elena riempiva il vaso d’acqua fresca, lo proteggeva dal sole, lo riparava dalla pioggia. Lo teneva sempre accanto a sé. Perché dentro quel vaso, credeva, c’era la sua vita. Passarono le stagioni, gli anni, e il vaso era sempre lì. Elena si era abituata a vederlo accanto a sé quando si svegliava e quando andava a dormire. Credeva che sarebbe rimasto con lei per sempre. Ma un giorno, senza preavviso, l’uomo che glielo aveva donato tornò e disse: "Devo portare via il vaso."
Elena lo guardò incredula. "Come portarlo via? Ma… è il mio vaso. Ci ho messo dentro la mia acqua, il mio tempo, la mia vita." Lui scosse la testa, con gli occhi bassi: "No, Elena. Era solo in prestito." E, senza voltarsi, lo prese e se ne andò. I primi giorni, Elena camminava come un’ombra. La gola era secca, la pelle bruciava sotto il sole. Si sentiva vuota. "Non posso vivere senza il mio vaso," pensava. "Tutto ciò che ero, tutto ciò che avevo, era lì dentro." Una notte, mentre vagava per i campi, si sdraiò sull’erba e, guardando il cielo, lasciò finalmente che le lacrime uscissero. Pianse tanto da sentire il terreno sotto di lei ba****si. Quando aprì gli occhi, notò qualcosa che non aveva mai visto prima. Poco lontano, tra le pietre, scorreva un piccolo rivolo d’acqua. Si avvicinò incuriosita e vi immerse le mani.
L’acqua era fresca, viva, infinita. Sedette accanto a quel ruscello e rimase in silenzio, finché una vecchia del villaggio, che aveva osservato la scena, si avvicinò e le disse: "Sai, Elena… tu hai creduto per anni che la tua acqua fosse nel vaso. Ma l’acqua non apparteneva al vaso. L’acqua era sempre qui. L’acqua sei tu."
Elena rimase in silenzio. Le parole le scivolarono dentro come gocce di pioggia che bagnano un terreno arido. Capì che il vaso era solo un contenitore. L’amore che dava, la dedizione, la cura, la vita che pulsava in lei… non erano mai state dentro di lui. Erano sempre state dentro di lei. Col tempo, Elena imparò a bere da quel fiume. Imparò a riempire nuove coppe, a ba****si il viso, a lasciarsi scorrere addosso la freschezza di una sorgente che non si esaurisce. Ogni giorno, guardando il corso d’acqua, ricordava che nessuno può portarti via ciò che sei. I vasi possono rompersi, perdersi o essere portati via… ma la sorgente resta. E la sorgente, scoprì, era inesauribile.