15/03/2023
Ho messo in ordine la camera qualche giorno fa. Ho aperto scatoloni pieni di diari e ricordi dalle medie, al liceo, fino all'universita.
Ci ho trovato almeno una decina di diete.
Ho desiderato cambiare qualsiasi parte del mio corpo, dai piedi ai capelli, per anni. Quando, scontrandomi con la realtà di un fisico fatto di forme, non ci riuscivo, me la prendevo con me stessa, per non avere abbastanza forza di volontà.
Se solo avessi rinunciato a quel piatto di pasta, se avessi saputo dire di no a quei cioccolatini, se mi fossi allenata di più, se solo fossi stata più costante.
Ci ho provato e riprovato sentendomi sempre più frustrata, infelice, insicura.
Quello scatolone è pieno di emozioni: l'entusiasmo del primo giorno di scuola, le amicizie, i viaggi, le scoperte, le avventure.
Oggi, avrei trovato qualcosa di diverso in quello scatolo se crescendo avessi avuto il corpo che desideravo?
No.
Sono cresciuta dentro questo corpo che oggi amo e di cui sono grata ogni giorno. Non è sempre facile, ho imparato a prendermene cura e ad accettarlo anche in quei giorni in cui mi piaccio di meno.
Non ho un disturbo alimentare, ma so che ho corso il rischio di svilupparne uno come tante adolescenti che si sentono proprio come mi sono sentita io alla loro età, inadeguate e profondamente insicure.
C'è qualcosa di gran lunga più importante delle calorie, del peso, dei muscoli, della cellulite, ed è la salute mentale.
Lo insegno alle mie pazienti e ai loro genitori, perché ognuno di noi è responsabile del proprio benessere e anche, più spesso di quanto crediamo, di quello degli altri.
Viviamo in una società grassofobica, basata sulle superficialità e le apparenze, ognuno di noi ne è responsabile.
Prima di fare un commento sull'aspetto fisico, prima di esprimere un parere sull'alimentazione di qualcuno, prima di preoccuparsi perché il proprio figlio o la propria figlia ha perso o preso improvvisamente peso, fermiamoci e guardiamo la persona che abbiamo davanti, sospendiamo ogni giudizio.
Quello che stiamo per dire potrebbe essere uno dei tanti fattori che portano a sviluppare disturbi alimentari.
A volte basta dire semplicemente:
Come stai?