09/10/2020
Il nostro rappresentante legale Pierre Preira è anche un accompagnatore interculturale per Migrantour Napoli CASBA Soc. Coop. Sociale di seguito ci racconta un po' di sé e di cosa prova quando porta le persone a ripercorrere i luoghi della sua infanzia, pur restando nella propria città.
“Sono laureato in Economia del Turismo e sono mediatore culturale, interprete, formatore e insegnante di italiano per stranieri. A Napoli ci vivo dal 1999. Da qualche anno insieme al mio amico Louis Benjamin Ndong, anche lui senegalese, conosciuto in Italia ai tempi dell’università, ho dato vita al Centro Servizi Senaso SRL, una società di mediazione. La nostra sede è in Piazza Garibaldi, nel cuore della città multiculturale. Dal 2016 sono il presidente dell’AssociazioneSenegalesi Napoli, sono al secondo mandato.
Accompagnare i Migrantour mi dà molto. Ogni volta è come fare un viaggio nel mio mondo di origine, attraversiamo strade dove, pur essendo a Napoli, si parla la mia lingua e si vendono e mangiano i cibi della mia infanzia. Ogni volta è un tuffo nella mia memoria e lo condivido con le persone che partecipano alle passeggiate.
Come quando da bambino a Dakar, tornando dal mare, io e i miei amici ci fermavamo affamati al mercato per prendere un po’ di soup haoussa: un brodo con interiora e chissà cos’altro dentro. Mi ricordo che lo cucinava un uomo in una grossa pentola di metallo. Noi tiravamo fuori dalla tasca una moneta ciascuno e l’uomo della haoussa - noi lo chiamavamo così - ci porgeva il mestolo. ‘Una moneta, un sorso’, diceva. Se lo riempivamo troppo o accennavamo a fare un secondo sorso, l’uomo faceva cenno di no col dito, riprendeva il mestolo e allungava il palmo della mano verso di noi dicendo ‘Per un altro sorso, un’altra moneta’. Questa storia che mi riguarda mi viene in mente quando parlo del ‘bror e’ purp’ che al Borgo di Sant’Antonio, ‘o bùvero, si cucinava per strada e veniva venduto per pochi spicci ai mercanti, per scaldarsi la mattina presto.
E ogni volta nel raccontarla provo una doppia emozione: quella di tornare bambino con la memoria e quella di vedere l’effetto che fa alle persone che ho davanti. Sorridono, si immedesimano, si crea empatia. E l’empatia, come la conoscenza, abbrevia tante distanze e abbatte inutili muri.”
Migrantour Napoli. Chi siamo? #3
La parola a Pierre Preira, accompagnatore interculturale Migrantour.
“Sono laureato in Economia del Turismo e sono mediatore culturale, interprete, formatore e insegnante di italiano per stranieri. A Napoli ci vivo dal 1999. Da qualche anno insieme al mio amico Louis Benjamin Ndong, anche lui senegalese, conosciuto in Italia ai tempi dell’università, ho dato vita al Centro Servizi Senaso SRL, una società di mediazione. La nostra sede è in Piazza Garibaldi, nel cuore della città multiculturale. Dal 2016 sono il presidente dell’AssociazioneSenegalesi Napoli, sono al secondo mandato.
Accompagnare i Migrantour mi dà molto. Ogni volta è come fare un viaggio nel mio mondo di origine, attraversiamo strade dove, pur essendo a Napoli, si parla la mia lingua e si vendono e mangiano i cibi della mia infanzia. Ogni volta è un tuffo nella mia memoria che condivido con le persone che partecipano alle passeggiate.
Da bambino a Dakar, tornando dal mare, io e i miei amici ci fermavamo affamati al mercato per prendere un po’ di soup haoussa: un brodo con interiora e chissà cos’altro dentro. Mi ricordo che lo cucinava un uomo in una grossa pentola di metallo. Noi tiravamo fuori dalla tasca una moneta ciascuno e l’uomo della haoussa - noi lo chiamavamo così - ci porgeva il mestolo. ‘Una moneta, un sorso’, diceva. Se lo riempivamo troppo o accennavamo a fare un secondo sorso, l’uomo faceva cenno di no col dito, riprendeva il mestolo e allungava il palmo della mano verso di noi dicendo ‘Per un altro sorso, un’altra moneta’.
Questa storia mi viene in mente quando parlo del ‘bror e’ purp’ che al Borgo di Sant’Antonio, ‘o bùvero, si cucinava per strada e veniva venduto per pochi spicci ai mercanti, per scaldarsi la mattina presto.
E ogni volta nel raccontarla provo una doppia emozione: quella di tornare bambino con la memoria e quella di vedere l’effetto che fa alle persone che ho davanti. Sorridono, si immedesimano, si crea empatia. E l’empatia, come la conoscenza, abbrevia tante distanze e abbatte inutili muri.”
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