29/03/2025
Dopo aver visto (la serie in 4 puntate su netflix) non ci si può esimere dal fare alcune necessarie considerazioni.
Al di là della scelta di girare il tutto in piani sequenza lunghi che ti fanno sembrare di vivere ogni scena su un piano reale (attori strepitosi!), ciò che colpisce è la cruda realtà di ciò che viene mostrato.
La realtà della fragilità adolescenziale, della sua impulsività, della sua crudeltà e della sua profonda solitudine.
Nell'adolescenza (fase normale di sviluppo dove la personalità non si è ancora strutturata) sono presenti molti dei meccanismi e delle dinamiche del disturbo di personalità borderline e questo ci fa ben capire quanto questa fase di vita sia così importante e delicata.
Ma questa serie fa molto di più che far capire la fragilità adolescenziale.
Questa serie crea delle rotture, delle falde nelle ferree convinzioni adulte di saper comprendere i propri figli, i propri allievi. Che la si veda dal punto di vista di un genitore o di un insegnante, il messaggio è lo stesso "Non presumete di conoscere gli adolescenti, non convincetevi che siccome lo siete stati anche voi allora potete capirli! La vostra adolescenza non è la loro e se tu adulto non ti metti in ascolto e ti concentri solo a dare "lezioni di vita", non li capirai mai perché non li conoscerai mai"
Siamo convinti come adulti che basti guidarli nel modo più "giusto", gli diamo regole magari pure dotate di senso e pensiamo che vada bene così, che sia sufficiente.... ma non è affatto così!
E la serie mette molto in evidenza tutto questo... i ragazzi hanno famiglie mediamente sane, non perfette certamente, ma nessuna di loro è disastrata.
Quante volte di fronte ad un comportamento anomalo di un adolescente ci chiediamo "Chissà che famiglia ha?" come a dire " Se si è comportato così deve avere una famiglia altamente disfunzionale"
Invece no, non sempre funziona così.
La verità è che gli adolescenti di oggi (molto più, moltissimo più di noi adolescenti di ieri) vivono costantemente in un mondo fatto di immagine e profondissima solitudine.
Noi pensiamo abbiano tutto (o quasi) ma hanno invece ben poco di utile nel loro bagaglio.
Fanno tante cose, hanno tante più opportunità rispetto a noi, ma mancano di una cosa importantissima... mancano di comunicazione, quella vera, quella profonda, quella che oltrepassa la superficie e le barriere permettendoti di conoscere e di essere conosciuto, di comprendere e di essere compreso, SENTIRTI compreso.
Nascono e crescono in un mondo fatto di un altro tipo di comunicazione, globale, immediata, accelerata e superficiale e non ne conoscono altra modalità... non è colpa loro, ci sono nati in un mondo così e non conoscono che questo.
Ma è proprio per questo che noi adulti abbiamo un ruolo fondamentale perché siamo l'unica possibilità che hanno per conoscere un altro tipo di comunicazione, quella che noi abbiamo potuto conoscere e che siamo chiamati a non perdere e non far perdere.
Ma spesso accade che anche noi adulti ci adattiamo alla comunicazione attuale (più veloce ed immediata e comoda in questi tempi dove andiamo tutti di fretta) ed i primi a farne spesa sono proprio gli adolescenti di oggi.
Non c'è mai tempo per ascoltare le loro storie, i loro racconti, i loro vissuti... ce la caviamo con pochi semplici domane (Che hai fatto oggi a scuola? Hai fatto i compiti?) o con quattro spiccioli di regole (Rientra prima di cena! Vai solo dopo aver finito i compiti! Puoi fare di meglio!) e pensiamo di avere il controllo della situazione in mano... la più "bella" cantonata della storia!
Perché non fermiamoci ad ascoltarli questi adolescenti? Sono testimone oculare del grande bisogno di questi adolescenti di raccontarsi... sì, a primo impatto non lo fanno (non lo sanno fare), ma vi assicuro che se rimani lì, se non ti alzi dopo la seconda o terza risposta "Sì/No/Boh" cominciano a raccontarti tante tantissime cose spontaneamente portandoti in un mondo a te totalmente sconosciuto, quello del loro mondo fatto di incontri/scontri tra pari... un mondo affascinante per alcuni versi, ma per altri orribile, distruttivo, violento, angosciante. È lì che trovi la chiave per leggerli, è in quel mondo sommerso che scopri un tesoro nascosto di ori scintillanti e carcasse umane. È un tesoro tosto da scoprire (la difficoltà della psicologa nella serie TV di entrare, assorbire ed elaborare in una volta sola tutto quella magma di emozioni è perfetta nel descrivere la crudezza di quel mondo sommerso), ma è solo scoprendolo che lo puoi davvero comprendere per poi interve**re prima che si annienti da solo.