26/08/2025
Vivere in un piccolo paese significa appartenenza. Appartenere significa partecipare. Per significa anche prendere parte alla festa patronale.
Vivere in un piccolo paese vuol dire sapere che la festa non è solo organizzazione: è una storia collettiva che custodisce la nostra identità e tesse fili invisibili di cooperazione, memoria e amore.
Vivere in un piccolo paese significa voler partecipare, per quanto si può. Ma ecco...quest’anno non me la sono sentita: il dolore non era ancora maturo e ho scelto di dargli tempo... E va bene così.
Vivere in un piccolo paese significa che, nel dolore, non si è mai soli.
L’assenza non è vuoto: è memoria che circola, è legame che resta.
Non vedere mia mamma nella cucina rovente dello stand, con la pentola di raviole in mano, con la polo rossa della o quella blu del "comitato festeggiamenti" ha reso visibile la sua assenza e, proprio per questo, la sua presenza.
Vivere in un piccolo paese significa sentirsi parte di qualcosa che dà identità, che trasforma il dolore in appartenenza e la memoria in amore.
Vivere in un piccolo paese significa che il lutto non è solo privato. È normale temere che chi non c’è più venga dimenticato; però, nei giorni appena passati, ho visto il contrario: nel ricordo che le è stato dedicato, negli sguardi commossi, negli abbracci, in quella cucina senza di lei ma piena della sua presenza, ho capito che non è stata dimenticata.
Vivere in un piccolo paese significa questo e molto altro: perché, se è vero che “non si può dire che ci sia molto” [ cit. ], qui c’è la cosa più preziosa: l’amore che nasce dal sentirsi parte della stessa storia.
Ciao mamma.
Grazie