27/06/2025
☀️ Riflessioni di Hendrix, il cane di una psicoumana.
La mia psicoumana, come sapete, passa gran parte del suo tempo su questa poltrona ad ascoltare storie.
Però le storie devono piacerle proprio tanto, perché anche quando è in pausa si dedica alle storie lette nei libri.
Io, al suo posto, preferirei mordermi la coda, mangiare una ciabatta o, delizia delle delizie, smembrare qualche cuscino e ricoprirmi di ovatta e gommapiuma, ma lei no, lei legge...mah!
Prima le ho visto questo libro tra le mani ed ho pensato che alla mia psicoumana piace aprire delicatamente le "porte" dei suoi pazienti, mentre a me, piace tanto quando la porta la apre lei per portarmi a spasso 😅
Comunque, se può interessarvi, la mia psicoumana dice che questo è un romanzo bello, potente e ben scritto.
Narra la storia di un rapporto tra due persone che sono una l’opposto dell’altra, di un rapporto molto conflittuale e difficile. Il personaggio principale è Emerenc, una donna delle pulizie, un personaggio che si rivela fuori da ogni consuetudine, una lavoratrice infaticabile.
La sua storia emerge pian piano, man mano che il libro procede. Ma una cosa è subito chiara: la sua esistenza è stata segnata da esperienze che lasciano ferite profonde, indelebili e come capita, spesso, a chi ha subito i colpi della vita, Emerenc non si lascia facilmente penetrare.
La porta (titolo del libro) è il simbolo di questa chiusura al mondo, una porta che nessuno può e deve valicare, lo scrigno segreto in cui, chi ha sofferto molto, conserva il proprio dolore e nasconde la propria fragilità. A lei, e a tutti quelli come lei, che hanno avuto una vita sofferta, bisogna sapersi accostare in punta di piedi, bisogna conoscere la capacità di aspettare e dimostrare un profondo rispetto.
La mia psicoumana, rubando le parole di Luce Irigaray, mi dice spesso che "mantenere il silenzio, è in fin dei conti un gesto più umano della parola".
Io, che sto sempre zitto, e la guardo con amore, credo di essere riuscito ad aprire la sua "porta" ❤️