Studio COTI riabilitazione e posturologia

Studio COTI riabilitazione e posturologia Informazioni di contatto, mappa e indicazioni stradali, modulo di contatto, orari di apertura, servizi, valutazioni, foto, video e annunci di Studio COTI riabilitazione e posturologia, Centro medico, Via Petrarca 23 , ex via saviano V trav, Nola.

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08/09/2025

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La nostra infografica settimanale è dedicata alla patologia della spalla forse più conosciuta, ma anche la più ingannevole, poiché molto spesso viene data come unica causa del dolore articolare.

La , o conflitto subacromiale, è dovuta all'aumento dell'attrito dei tendini della cuffia dei rotatori - in particolare del sovraspinato - causato dal restringimento dello spazio fra la testa omerale e l’acromion, spazio dove scorrono proprio i tendini.

Gesti atletici o normali mansioni lavorative ripetute, squilibri muscolari o irregolarità del profilo acromiale, provocano l’aumento dell’attrito all’interno di questo spazio causando fenomeni infiammatori o vere e proprie lesioni tendinee.

Limare tale anomalia anatomica, ripristinando lo spazio più ampio acromion-omerale come unico intervento, non è la risoluzione del problema, ma è parte di un intervento più ampio che generalmente riguarda la riparazione dei tendini della cuffia dei rotatori.

L’acromionplastica quindi, nella stragrande maggioranza dei casi, non deve essere un atto chirurgico isolato, ma la fase dell’intervento che permette di avere un miglior spazio di scorrimento dei tendini della cuffia dei rotatori.

Questa patologia è quella che vede intervenire più spesso – come “second look” – gli ortopedici esperti, poiché il problema della risalita della testa omerale conseguente alla lesione tendinea viene risolta da chirurghi poco esperti soltanto attraverso la limatura dell’osso acromiale [acromionplastica appunto] che allevia solo per pochi mesi la sintomatologia, portando però i pazienti a provare lo stesso dolore e ad avvertire una forza ridotta per la mancata riparazione della lesione tendinea, spesso conseguente a tale attrito.

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18/08/2025

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Come cambia la pressione sul disco vertebrale.. con un semplice cambio di postura!

Stai seduto da ore? Potresti star comprimendo i tuoi dischi lombari più del doppio rispetto a quando sei in piedi. E no, non è una metafora: è biomeccanica spinale.

L’immagine è tratta dagli storici studi di Nachemson e Elfström, e mostra in modo visivo quanto la posizione da seduti incida sulla pressione sui dischi intervertebrali (specialmente L3-L4).

Cosa ci dice questo grafico? In piedi abbiamo la pressione di riferimento che è uguale al 100%. Se stai seduto a 110° (leggermente reclinato), arriviamo a +105% (postura relativamente sostenibile). Se ti ritrovi seduto a 100° aumentiamo ancora la pressione fino a +115%.

E poi arriviamo ai 90°, la seduta classica no? Bene.. o forse no.. +140%. La postura apparentemente corretta è molto compressiva come notate.

Seduto inclinato in avanti (80°, la posizione in cui ti trovi adesso?) Ecco.. +190%. Massima pressione. È la postura “da scrivania in avanti” o “PC sulle ginocchia”.

Cosa significa tutto questo nella pratica? Il disco intervertebrale non ha vascolarizzazione diretta ma dipende dalla pressione e decompressione per il suo metabolismo. Una pressione costante e aumentata, come quella da seduta prolungata e scorretta, può alterare la sua fisiologia con conseguenti protrusioni, ernie, lombalgie. Ma tranquilli..

Anche “stare dritti” a 90° non è sempre la postura migliore. L’ergonomia ideale non è rigida, ma dinamica. Non esiste la postura perfetta statica per come la immaginate!

Cosa fare quindi?

Varia la posizione ogni 30-40 minuti Usa uno schienale reclinato (100°-110°). Usa un supporto lombare o un asciugamano arrotolato, sollevando il monitor all’altezza degli occhi. Alzati, respira, muoviti: la migliore postura è sempre la prossima!

Ironia educativa: il tuo disco non sa se stai lavorando o scrollando TikTok.. ma sente quando sei seduto male. Ti capita di stare troppo tempo seduto con la schiena “incurvata”?

Scrivilo nei commenti!

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04/08/2025

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I problemi dello Psoas moderno
Nella società di oggi in cui costantemente corriamo, siamo in competizione, in ansia per quello che deve accadere e proiettati verso l’obiettivo, lo psoas è portato ad uno stato di contrazione e stress costante. Questo col tempo causa problemi alla schiena, all’anca, al ginocchio ma anche problemi digestivi e disfunzioni respiratorie. Lo psoas contratto manda continui segnali di tensione al sistema nervoso centrale, condizionando lo stato emotivo che sarà più portato a stati di ansia e di paura.
fatto stesso di non poter avere una respirazione completa e profonda, come accennato, influisce sul nostro stato emotivo e psicologico. Va tenuto presente che un respiro completo (col diaframma) è anche un continuo massaggio agli organi interni e quindi un toccasana di cui possiamo beneficiare.
Distendere lo Psoas conduce al benessere psicologico
* Lo psoas consente di riposare nel momento presente quando è disteso e la tensione viene rilasciata dal corpo;
* Permette di sentirsi radicati;
* Rende la respirazione profonda e rilassata;
* L’allineamento della postura non ci fa sforzare per stare dritti;
* Migliora la centratura;
* Migliora la digestione e risolve problemi intestinali;
* Risolve i problemi alla schiena, anca e ginocchia;
* Scioglie le rigidità del bacino rendendolo fluido.
Vari problemi interiori sono associati infatti ad un muscolo psoas stressato:
* Influisce negativamente sullo stato emozionale;
* Impatta sulle relazioni con gli altri;
* Influisce sul sentirsi soddisfatti nella vita.
Ecco perchè viene chiamato “MUSCOLO DELL’ANIMA”
In oriente lo Psoas è conosciuto come “il muscolo dell’anima”: quanto più lo psoas è flessibile e forte, tanto più la nostra energia vitale potrà fluire attraverso le ossa, la muscolatura e le articolazioni. Lo psoas sarebbe dunque come un organo di canalizzazione di energia, un nucleo che ci connette alla terra, permettendoci di creare un supporto solido ed equilibrato dal centro del nostro bacino

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23/07/2025

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Il dietro le quinte della tua nuca: dove nascono i movimenti e si nasconde la tensione!

Hai mai sentito quel fastidioso dolore dietro la testa dopo ore di computer o di stress? O la sensazione che qualcuno ti stia tirando un filo invisibile dalla nuca verso il cranio? Beh, non è magia: è opera di questo formidabile ensemble muscolare. Oggi ti porto a esplorare con la lente d’ingrandimento i protagonisti di questa sinfonia posturale.

FOCUS ANATOMICO – I maestri del movimento cervicale

Trapezio: la superstar più superficiale: avvolge collo e spalle, tira le scapole verso l’alto e indietro. È come un mantello che stabilizza e muove.

Splenio del capo e del collo: i tuoi muscoli “svolta testa”. Ti permettono di ruotare la testa elegantemente a destra e sinistra. Quando si irrigidiscono, ecco quel blocco da giraffa ferma.

Semispinale del capo e del collo: profondi e potenti: estendono la testa e la stabilizzano quando la fissi su un oggetto. Pensali come i “freni a disco” del collo.

Retti posteriori piccolo e grande: due piccole gemme che collegano l’occipite alle prime vertebre cervicali. Sono più importanti di quanto pensi: contribuiscono anche alla percezione del movimento (propriocezione).

Obliqui inferiore e superiore: formano il triangolo suboccipitale, un piccolo spazio da cui passa il nervo di Arnold. Se qui si crea tensione, puoi sentire cefalee cervico-geniche.

Sternocleidomastoideo: un muscolo imponente che gira e inclina la testa. Il suo tendine si annida lateralmente, mentre dietro si muovono i più fini stabilizzatori profondi.

TEST PRATICO

Vuoi capire chi si attiva quando ruoti la testa? Prova questo.

Ruota lentamente la testa a destra. Senti il lato sinistro che tira? Sono gli spleni e i semispinali che si allungano mentre i controlaterali si contraggono.

Ora inclina l’orecchio verso la spalla. Noti la tensione che cambia? Qui il trapezio e lo sternocleidomastoideo entrano in gioco.

Momento curioso

Lo sapevi che molti problemi cervicali non derivano solo dai muscoli superficiali, ma dalla tensione cronica dei piccoli suboccipitali? Sono loro che spesso mandano segnali di dolore riferito dietro l’occhio o la nuca.

Consiglio tecnico

Per migliorare la mobilità e ridurre la tensione, mobilizza dolcemente la colonna cervicale con movimenti lenti di flessione e rotazione. Rilassa i suboccipitali con un automassaggio (per esempio con una pallina morbida sotto la nuca). Allenati a distinguere le contrazioni superficiali (trapezio) da quelle profonde (retti e semispinali).

Riflessione finale, vi propongo due sfide.

La sfida del controllo fino. Riesci a muovere la testa senza sentire tutto il collo che si irrigidisce come un blocco unico? Questa è la vera prova di consapevolezza corporea.

Sfida del giorno. Siediti, appoggia le mani sulle spalle e ruota la testa lentamente. Riesci a percepire solo i muscoli profondi che lavorano, lasciando trapezio e sternocleidomastoideo rilassati? Se sì, stai diventando un artista del movimento!

Ora che conosci ogni attore dietro le tue vertebre cervicali, ricorda: la postura nasce anche da questi dettagli. Trattali con rispetto, concediti pause e piccoli esercizi di mobilità. La tua testa ti ringrazierà con leggerezza e chiarezza mentale.

Indirizzo

Via Petrarca 23 , Ex Via Saviano V Trav
Nola
80035

Orario di apertura

Lunedì 17:00 - 21:00
Martedì 17:00 - 21:00
Mercoledì 17:00 - 21:00
Giovedì 17:00 - 21:00
Venerdì 17:00 - 21:00
Sabato 17:00 - 21:00

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