
11/04/2025
Il ruolo nascosto della lateralità nel linguaggio: cosa sappiamo oggi su mano, occhio e orecchio?
La lateralità, ovvero la preferenza nell'uso di una parte del corpo rispetto all’altra, è un aspetto fondamentale dello sviluppo umano e coinvolge principalmente la mano, l’occhio e l’orecchio. Questo fenomeno ha importanti implicazioni per lo sviluppo del linguaggio, in quanto è strettamente legato all’organizzazione cerebrale e alla specializzazione degli emisferi. Numerose ricerche scientifiche hanno esplorato come la lateralità influenzi il linguaggio, evidenziando il ruolo della dominanza manuale, oculare e uditiva.
La dominanza manuale, cioè la preferenza per una mano rispetto all’altra, è l’indicatore di lateralità più evidente. La maggior parte delle persone è destrimane, ma esiste una percentuale significativa di mancini. Questa preferenza si collega alla specializzazione emisferica: nell’80-90% dei destrimani, l’emisfero sinistro è dominante per il linguaggio. Nei mancini, la dominanza può invece localizzarsi nell’emisfero sinistro, in quello destro o essere distribuita tra entrambi. Studi recenti suggeriscono che avere una mano dominante non è necessario per acquisire il linguaggio, ma il momento in cui questa preferenza emerge può influenzarne lo sviluppo.
Negli ultimi anni, diversi studi hanno evidenziato che non è tanto quale mano diventi dominante a incidere sul linguaggio, quanto quando questa preferenza si manifesta. In particolare, una lateralizzazione precoce—indipendentemente dalla mano preferita—sembra associarsi a un'acquisizione linguistica più tempestiva. Un contributo importante in questo ambito è lo studio di Michael A. Leekam e colleghi (2013), "Early handedness in infancy predicts language ability in toddlers", in cui 38 bambini tra 6 e 24 mesi sono stati osservati longitudinalmente. I risultati hanno mostrato che i destrimani precoci mostravano un vantaggio linguistico rispetto ai mancini tardivi. Tuttavia, non è emersa una differenza significativa tra destrimani precoci e tardivi.
È importante sottolineare che l’assenza di una preferenza manuale definita o il suo sviluppo tardivo non rappresentano un ostacolo al linguaggio o ad altre abilità cognitive. La lateralizzazione manuale, infatti, non è né necessaria né sufficiente per l’acquisizione del linguaggio, ma può influenzarne la tempistica.
La dominanza oculare, ovvero la preferenza per un occhio nelle attività che richiedono precisione visiva, è un altro aspetto della lateralità. Sebbene meno studiata rispetto alla dominanza manuale, essa può influenzare le abilità linguistiche visive, come la lettura. Tuttavia, le difficoltà di lettura sembrano essere più strettamente legate alla "finestra percettiva" e ai movimenti oculari, come le saccadi, piuttosto che alla dominanza oculare. Uno studio significativo in questo ambito è quello di Friedman et al. (2007), "Saccadic eye movements and reading: Evidence from children and adults with developmental dyslexia", che ha analizzato come i movimenti oculari influenzino la lettura. I bambini con disturbo della lettura hanno mostrato un numero significativamente maggiore di saccadi in avanti e indietro durante la lettura rispetto ai coetanei. Tuttavia, nei compiti visivi non legati alla lettura, hanno mostrato un numero inferiore di movimenti saccadici rispetto al gruppo di controllo. Questi risultati suggeriscono che le difficoltà nella lettura possano essere legate non solo ad aspetti linguistici o fonologici, ma anche a meccanismi visivi e motori.
La dominanza uditiva, ovvero la preferenza per un orecchio nell’ascolto, è particolarmente rilevante per l’elaborazione del linguaggio. Nella maggior parte delle persone, l’orecchio destro è dominante, riflettendo la dominanza dell’emisfero sinistro per il linguaggio. Un contributo importante in quest’area viene dallo studio di Turid Helland, "Brain Laterality in Dyslexia Seen during Literacy Development and Early Training", parte del Bergen Longitudinal Dyslexia Study. La ricerca ha seguito bambini tra i 6 e gli 11 anni, suddivisi in un gruppo con dislessia e uno senza, sottoponendoli ogni anno a test di ascolto dicotico per misurare la lateralizzazione uditiva.
Nel gruppo tipico, lo sviluppo ha seguito un percorso atteso: inizialmente non c’era preferenza tra i due orecchi, ma col tempo è emersa una chiara dominanza dell’orecchio destro. Nei bambini dislessici, invece, si è osservata una traiettoria diversa: una precoce preferenza per l’orecchio destro che, sorprendentemente, scompare nelle fasi successive. A 11 anni, le differenze tra i due gruppi si riducono, ma la traiettoria anomala del gruppo dislessico suggerisce uno sviluppo atipico della lateralizzazione cerebrale. Questo potrebbe essere influenzato dall’intervento educativo ricevuto, ma necessita di ulteriori approfondimenti.
Comprendere il ruolo della lateralità nello sviluppo del linguaggio ha implicazioni pratiche significative, soprattutto in ambito educativo e terapeutico. Identificare precocemente le preferenze laterali nei bambini può aiutare a prevedere possibili difficoltà linguistiche e a progettare interventi mirati. Attività che promuovono la coordinazione occhio-mano o esercizi per rafforzare la discriminazione uditiva possono sostenere un migliore sviluppo linguistico. Ad esempio, attività come il disegno su sabbia o farina, la costruzione con mattoncini o la composizione di puzzle stimolano la motricità fine e la precisione visiva, competenze utili anche per la lettura e la scrittura. Sul piano uditivo, attività come l’associazione di suoni ed immagini, i giochi con le rime o percorsi di stimolazione uditiva sono utili per rinforzare la consapevolezza fonologica e la comprensione verbale. Questi sono alcuni semplici esercizi da svolgere a casa che, se proposti in modo ludico e regolare, possono rappresentare un pratico supporto per l’acquisizione linguistica, specialmente nei bambini con difficoltà o ritardi. Percorsi di rieducazione all’ascolto come il Metodo Tomatis possono supportare la mancanza di una consapevolezza fonologica, come la difficoltà di percepire ed elaborare i suoni del parlato, agendo in particolare sulla relazione orecchio-voce-cervello. Inoltre, presso lo studio è possibile svolgere attività pomeridiane di cucina per bambini finalizzate a migliorare la motricità fine e il senso di autoefficacia, e ad adattare i programmi educativi alle preferenze laterali dei bambini.
Dott.ssa Monica Fabrizia Carrara
Bibliografia:
1. Leekam, M. A., et al. (2013). Early handedness in infancy predicts language ability in toddlers. Developmental Science, 16(2), 272–281. https://pmc.ncbi.nlm.nih.gov/articles/PMC4059533/
2. Friedman, J. H., et al. (2007). Saccadic eye movements and reading: Evidence from children and adults with developmental dyslexia. Vision Research, 47(26), 3230-3240. https://www.researchgate.net/publication/6807174_Saccadic_eye_movements_in_children_with_reading_disorder
3. Turid Helland. (2024) Brain Laterality in Dyslexia Seen during Literacy Development and Early Training. Brain Sci. 2024, 14(9), 893; https://doi.org/10.3390/brainsci14090893
Foto di Eren Li httpswww.pexels.comit-itfotovacanza-ragazza-tavolo-senza-volto-7169015