NOVA MEDICAL Center

NOVA MEDICAL Center Nova Medical è un centro medico polispecialistico privato e accreditato con il Servizio Sanitario Nazionale. Esperti nella medicina estetica.

Specialisti nel trattamento fisioterapico e riabilitativo. Nova Medical di Nova Milanese è un centro moderno e all'avanguardia che opera con la massima professionalità nel settore della riabilitazione fisica post chirurgica e post traumatica. Si avvale di un'equipe di medici specialisti e operatori altamente qualificati, e dispone di attrezzature tecnologiche per affiancare ciascun paziente con programmi e cure personalizzati. Si occupa di massaggi terapeutici, paraffinoterapia, ultrasuoni, linfodrenaggio, fisioterapia, onde d'urto, elettroterapia, radarterapia, ionoforesi, ultrasuonoterapia, magnetoterapia, e terapie farmacologiche. Inoltre, è a disposizione per consulenza ortopedica, visite fisiatriche, attività di massofisioterapista e podologo, applicazione di taping sportivi, e sedute di ginnastica posturale. Aperto dal lunedì al venerdì dalle 08:00 alle 12:00, e dalle 14:00 alle 18:30. Chiuso il sabato e la domenica.

22/12/2025
La bronchite è una tra le patologie più frequenti dell’apparato respiratorio ed è causata da un’infiammazione della muco...
17/12/2025

La bronchite è una tra le patologie più frequenti dell’apparato respiratorio ed è causata da un’infiammazione della mucosa che riveste i bronchi, le strutture che trasportano l’aria all’interno dei polmoni. 
La bronchite si distingue in acuta e cronica, a seconda degli agenti scatenanti la patologia e della durata della stessa. 
Nella maggior parte dei casi la bronchite acuta è causata da un’infezione a carattere virale e stagionale (virus dell’influenza, coronavirus, virus respiratorio sinciziale), complicata talvolta da una sovrainfezione batterica. 
La bronchite cronica è invece un’infiammazione persistente della mucosa bronchiale, provocata in genere dall’inalazione di fattori specifici come il fumo di sigaretta, agenti inquinanti o polveri o sostanze tossiche sia in ambiente domestico che lavorativo. 
Uno stato di infiammazione cronica può portare a un rimodellamento della struttura dei bronchi, alla persistenza di sintomi (tosse, escreato purulento, dispnea) ed evolvere in condizioni patologiche non reversibili, quali la broncopneumopatia cronica ostruttiva (BPCO). 
Il sintomo caratteristico della bronchite acuta è la tosse produttiva, con escreato dapprima chiaro che successivamente può divenire purulento.
Altri sintomi includono respiro difficoltoso e sibilante, faringodinia, astenia e, in alcuni casi, febbre. I sintomi tendono a regredire nell’arco di due-tre settimane.
Bisogna prestare particolare attenzione nel caso sia presente febbre con sensazione di oppressione toracica o dolore toracico che aumenta con gli atti respiratori, poiché potrebbero indicare la presenza di una patologia più severa della bronchite, quale la polmonite. 
La terapia della bronchite acuta è volta al trattamento della causa scatenante; trattandosi per la maggior parte dei casi di una patologia virale, non sono necessarie particolari terapie farmacologiche. 
È consigliato un periodo di riposo, adeguata idratazione (soprattutto se è presente febbre) ed eventualmente potrebbero risultare utili farmaci mucolitici, antipiretici e farmaci antinfiammatori non steroidei. Nella gestione della bronchite cronica è fondamentale rivolgersi a uno specialista pneumologo.

Indolenzimento, gonfiore, formicolio e crampi notturni alle gambe, uniti alla sensazione di gambe pesanti e stanche, pos...
16/12/2025

Indolenzimento, gonfiore, formicolio e crampi notturni alle gambe, uniti alla sensazione di gambe pesanti e stanche, possono segnalare un disturbo circolatorio.
Quali sono le cause alla base di questi sintomi e quali i rimedi più immediati?

Il gonfiore delle gambe, spesso concentrato intorno alle caviglie, soprattutto se associato a presenza di vene prominenti e bluastre, può indicare la presenza di un disturbo circolatorio.
Se non gestito adeguatamente, questo problema può diventare cronico o peggiorare con il passare degli anni, soprattutto durante un’eventuale gravidanza o con la menopausa.
Quando la circolazione degli arti inferiori è fisiologica, il sangue risale verso il cuore e i polmoni per ossigenarsi, tornando poi in circolo come sangue arterioso che distribuisce ossigeno e nutrienti a organi e tessuti. Tuttavia, fattori come:
• familiarità
• obesità e sovrappeso
• gravidanza
• terapie farmacologiche
• stile di vita sedentario
• attività lavorativa che prevede molte ore in piedi e al caldo
possono alterare questo processo di ritorno venoso, provocando la cosiddetta stasi flebo-linfatica, ovvero il ristagno di sangue e liquidi nelle gambe. Spesso l’insufficienza venosa, ovvero l’incapacità del sangue di tornare efficacemente al cuore, si accompagna a un’alterazione del sistema linfatico, con conseguente accumulo di liquidi agli arti inferiori. Questo causa gonfiore a gambe e caviglie, dolore alle gambe, crampi notturni, formicolii e dolore al polpaccio.

Per stimolare il circolo venoso e alleviare la sensazione di pesantezza e disagio dovuta a gambe e caviglie gonfie, talvolta è sufficiente una piacevole passeggiata, evitando gli orari più caldi della giornata.
Oltre all’attività fisica, l’uso di calze elastiche (elastocompressive) è altamente raccomandato; queste comprimono le vene dall’esterno, riducendo così il ristagno di sangue ed incrementando il drenaggio dei fluidi. È inoltre importante adottare stili di vita sani, inclusa una dieta ricca di frutta, verdura, vitamine e sali minerali.
Per qualsiasi dubbio è utile una valutazione con ecocolordoppler, che con la visita angiologica consentirà di ricevere più corrette e specifiche indicazioni

Mal di gola: perché peggiora di notte?Le cause più frequenti sono di natura infettiva, sostenute da virus o, meno freque...
10/12/2025

Mal di gola: perché peggiora di notte?
Le cause più frequenti sono di natura infettiva, sostenute da virus o, meno frequentemente, da batteri. Il mal di gola di origine virale è il più comune e si associa spesso a sintomi di raffreddamento come naso chiuso, rinorrea (naso che cola), tosse e congiuntivite.
Generalmente, queste forme si risolvono spontaneamente entro pochi giorni.
Il mal di gola batterico, invece, è più tipico dell’età pediatrica ed è spesso dovuto allo Streptococcus pyogenes (streptococco beta-emolitico di gruppo A). In questo caso, i sintomi più caratteristici sono:

dolore intenso o bruciore marcato alla gola;
febbre superiore a 38 °C;
ingrossamento e dolorabilità dei linfonodi del collo.

Se il dolore persiste oltre 5-7 giorni, o la febbre rimane elevata, è opportuno consultare uno specialista otorinolaringoiatra.

Perché il mal di gola peggiora la notte?
Durante la notte, diversi fattori possono contribuire a un peggioramento del dolore faringeo.

Posizione supina: dormire sdraiati riduce il drenaggio delle secrezioni e può favorire l’accumulo di muco nelle vie respiratorie superiori, accentuando la tosse e l’irritazione.
Respirazione orale: molte persone respirano con la bocca durante il sonno, soprattutto se il naso è ostruito; ciò provoca secchezza delle mucose e aumenta la sensazione di bruciore.
Aria secca ambientale: il riscaldamento o il condizionatore riducono l’umidità dell’aria, aggravando la secchezza e l’infiammazione della mucosa faringea.
Reflusso gastroesofageo: in posizione sdraiata, gli acidi gastrici possono risalire verso la gola, irritando ulteriormente la mucosa e amplificando il dolore.
Ridotta produzione di saliva: di notte le ghiandole salivari lavorano meno, riducendo la naturale lubrificazione e protezione della gola.

Come prevenire il mal di gola

Igiene delle mani: lavarle spesso, soprattutto prima di mangiare o dopo aver tossito/starnutito, riduce la diffusione di virus e batteri.
Evitare ambienti secchi: utilizzare un umidificatore o tenere una ciotola d’acqua vicino ai termosifoni aiuta a mantenere le mucose idratate.
Non fumare: il fumo, anche passivo, irrita direttamente la mucosa faringea e riduce le difese

L’epicondilite, spesso definita come “gomito del tennista”, è una patologia infiammatoria-degenerativa che interessa l’a...
09/12/2025

L’epicondilite, spesso definita come “gomito del tennista”, è una patologia infiammatoria-degenerativa che interessa l’articolazione del gomito e coinvolge uno o più tendini estensori del polso e delle dita che si inseriscono sulla regione dell’omero detta epicondilo, che corrisponde alla sporgenza ossea che troviamo nella parte laterale del gomito. Si tratta di un disturbo piuttosto comune, spesso caratterizzato da intenso dolore e che, se non trattato, può comportare una degenerazione del tendine. Le onde d’urto focali, una terapia biofisica e non invasiva con azione antinfiammatoria e antidolorifica, risultano particolarmente utili non solo per tale problematica, ma anche per altri disturbi del gomito come le epitrocleiti (o “gomito del golfista”) e le tendinopatie del bicipite brachiale distale.

Epicondilite: i sintomi
L’epicondilite è indotta nella maggior parte dei casi da un “overuse”, ossia un uso continuativo ed eccessivo del gomito che determina un sovraccarico funzionale dei tendini estensori.
Il sintomo più comune dell’epicondilite è il dolore laterale del gomito, in particolare quando si effettuano movimenti di estensione di polso e mano, nelle prese di oggetti e, nei casi più gravi, nell’estensione del gomito dopo un periodo di riposo a gomito piegato. L’aggravamento e la cronicizzazione del disturbo limita enormemente le attività di vita quotidiana.
Epicondilite: a cosa servono le onde d’urto
Il trattamento dell’epicondilite si basa principalmente su terapie conservative: farmacologiche, stimolazioni biofisiche e fisioterapia. Solo nei casi più resistenti ci si avvale della terapia infiltrativa e, solo in pochissimi casi, dell’intervento chirurgico. Tra le terapie biofisiche, le onde d’urto focali sono particolarmente efficaci sia nelle fasi acute che in quelle croniche di malattia.
Le onde d’urto focali sono onde acustiche in grado di penetrare in profondità nei tessuti e di stimolare una risposta biologica cellulare. Gli effetti indotti dalla terapia sono molteplici, ma possiamo riassumerli in quattro punti fondamentali: azione antinfiammatoria, antidolorifica, antiedemigena e rigenerativa.

I disturbi dell’udito, come acufeni, vertigini, ovattamento auricolare, ma anche perdita completa o parziale dell’udito,...
04/12/2025

I disturbi dell’udito, come acufeni, vertigini, ovattamento auricolare, ma anche perdita completa o parziale dell’udito, sono estremamente comuni e ne è interessato circa il 20% delle persone a livello globale (dati OMS). Possono insorgere a qualsiasi età avere un impatto negativo sulla quotidianità, per questo è importante sapere quali abitudini seguire per mantenere in salute le proprie orecchie e prevenire così l’insorgenza di disturbi anche severi.

Ipoacusia: che cos’è

L’ipoacusia è il disturbo dell’udito più rilevante e comporta la perdita della funzionalità uditiva. Può manifestarsi in modo lieve, moderato, grave o profondo, interessare entrambe le orecchie o solo una e insorgere in maniera improvvisa o progressiva.
Le cause della ipoacusia possono ricercarsi in patologie o problematiche che interessano l’orecchio esterno o medio (si parla in questi casi di ipoacusia di tipo trasmissivo), o l’orecchio interno e il nervo acustico (ipoacusia di tipo neurosensoriale), oppure entrambi i distretti (ipoacusia di tipo misto). 
L’ipoacusia di tipo trasmissivo si associa a un difetto nella trasmissione dell’onda sonora provocato dalla presenza di ostacoli meccanici rappresentati da patologie che si sviluppano nel condotto uditivo esterno (tappo di cerume o corpi estranei), a carico della membrana timpanica (otiti medie, perforazioni) o nella cassa del timpano interessando anche la catena degli ossicini (infiammazioni croniche, fratture traumatiche, malattie degenerative dell’osso). 
L’ipoacusia di tipo neurosensoriale si associa invece ad alterazioni dell’apparato recettoriale nervoso che risiede nella coclea e nelle fibre del nervo acustico. In questo caso le cause di sordità sono rappresentate da insulti infettivi di tipo virale o micro ischemico (ipoacusie improvvise), traumi acustici acuti o cronici, malattia di Menière (in cui l’ipoacusia è fluttuante e si associa a vertigini) o tumori del nervo stato-acustico. Un caso classico e di frequente è la presbiacusia, ipoacusia dell’anziano dovuta senescenza dell’apparato recettoriale uditivo legata all’età.

COSA SONO E A COSA SERVONO LE PARATIROIDILe paratiroidi sono quattro piccole ghiandole situate accanto alla tiroide. Seb...
03/12/2025

COSA SONO E A COSA SERVONO LE PARATIROIDI

Le paratiroidi sono quattro piccole ghiandole situate accanto alla tiroide. Sebbene meno conosciute, hanno un ruolo fondamentale nel buon funzionamento dell’organismo. 

Paratiroidi: a cosa servono
Le paratiroidi sono centrali nella regolazione del calcio nell’organismo, perché contribuiscono a mantenerne i livelli corretti.
Queste ghiandole producono il paratormone (PTH), un ormone che regola il metabolismo di calcio, fosforo e vitamina D interagendo con ossa, reni e intestino.
Un eccesso di attività delle paratiroidi può sfociare nell’iperparatiroidismo primario. In questo caso, i livelli di PTH aumentano in modo incontrollato, spesso a causa della formazione di uno o più adenomi, tumori benigni che producono paratormone senza controllo. Questo causa un aumento anomalo di calcio nel sangue (ipercalcemia), con ripercussioni che vanno a intaccare le ossa – conducendo all’osteoporosi; reni – portando alla calcolosi dovuta alla maggior quantità di calcio che devono espellere, il cuore – attraverso aritmie cardiache, e il sistema nervoso, portando a problemi neurologici.  

Come avviene la diagnosi di iperparatiroidismo primitivo? 
Individuare un eccesso di paratormone è relativamente semplice, ma non sempre il problema è direttamente legato a un malfunzionamento delle paratiroidi. Un’elevata produzione di paratormone può dipendere da carenza di vitamina D o bassi livelli di calcio, oppure essere associata ad altre patologie.
Quando gli esami del sangue e delle urine confermano la presenza di iperparatiroidismo primario in uno stadio avanzato, è necessario cercare l’adenoma responsabile. Questa ricerca può risultare complicata, poiché le paratiroidi malate possono avere dimensioni minime, nascondersi dietro i lobi tiroidtiroidei, o situarsi in profondità nel collo o nel torace superiore. Il primo approccio diagnostico prevede un’ecografia, che deve essere eseguita da medici esperti. Nei casi più complessi, si ricorre a tecniche avanzate come la scintigrafia delle paratiroidi o la PET con traccianti specifici.

Indirizzo

Via Roma, 21
Nova Milanese
20834

Orario di apertura

Lunedì 08:00 - 12:00
14:00 - 18:30
Martedì 08:00 - 12:00
14:00 - 18:30
Mercoledì 08:00 - 12:00
14:00 - 18:30
Giovedì 08:00 - 12:00
14:00 - 18:30
Venerdì 08:00 - 12:00
14:00 - 18:30

Telefono

+390362366108

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