28/11/2025
[𝗟𝗮 𝗰𝘂𝗿𝘃𝗮 𝗱𝗲𝗹𝗹’𝗮𝗽𝗽𝗿𝗲𝗻𝗱𝗶𝗺𝗲𝗻𝘁𝗼 𝗲𝗺𝗼𝘁𝗶𝘃𝗼: 𝗿𝗶𝗰𝗼𝗻𝗼𝘀𝗰𝗶, 𝗮𝗹𝗹𝗲𝗻𝗮, 𝗶𝗻𝘁𝗲𝗴𝗿𝗮, 𝗮𝘂𝘁𝗼𝗺𝗮𝘁𝗶𝘇𝘇𝗮].
Imparare una nuova abilità, dalla regolazione emotiva ad una comunicazione più assertiva, non è un evento singolo, ma un processo con tappe prevedibili.
È possibile individuare 4 fasi vere e proprie, ognuna con specifiche caratteristiche, condizioni di partenza e difficoltà.
Queste fasi ci aiutano a capire dove ci troviamo, cosa aspettarci e quali piccole azioni mettere in campo per avanzare senza scoraggiarci.
Vediamo nel dettaglio le 4 fasi dell'apprendimento di un'abilità o competenza, declinate anche sul piano psicologico nella forma di una vera e propria mappa.
𝟭) 𝗜𝗻𝗰𝗼𝗺𝗽𝗲𝘁𝗲𝗻𝘇𝗮 𝗶𝗻𝗰𝗼𝗻𝘀𝗰𝗶𝗮: "𝗡𝗼𝗻 𝘀𝗼 𝗱𝗶 𝗻𝗼𝗻 𝘀𝗮𝗽𝗲𝗿𝗲"
All'inizio non percepiamo chiaramente ciò che manca e tendiamo a sottovalutare la complessità, a sovrastimare il controllo o a dare la colpa al contesto.
Psicologicamente qui la difesa più comune è l'evitamento ("non è un problema"), lo spostamento verso l'esterno della responsabilità o l’intellettualizzazione.
Segnali utili: sorpresa quando le cose non funzionano, irritazione vaga.
Cosa fare: creare consapevolezza.
Osserva uno o due episodi reali della tua vita (es. una discussione, un momento di sopraffazione emotiva) e descrivi che cosa è accaduto nel corpo, nella mente e nell'azione che ne è seguita, senza giudizio.
L'obiettivo non è cambiare, ma iniziare a vedere.
𝟮) 𝗜𝗻𝗰𝗼𝗺𝗽𝗲𝘁𝗲𝗻𝘇𝗮 𝗰𝗼𝗻𝘀𝗰𝗶𝗮: "𝗦𝗼 𝗰𝗵𝗲 𝗻𝗼𝗻 𝘀𝗼"
Qui emergono tutte le lacune nella competenza: capisci cosa dovresti fare, ma non ci riesci con continuità.
È la fase più scomoda in cui aumentano frustrazione e vergogna.
A livello emotivo compaiono ansia e autocritica; nel corpo, tensioni di varia natura; sul piano della mente, una ruminazione ossessiva.
Qui serve normalizzare l'errore come parte del processo, definendo piccoli passaggi osservabili (es. "quando sale la stretta alla gola, faccio 6 espirazioni lente e mi concedo una pausa di 2 minuti").
Tenere un breve diario (𝘵𝘳𝘪𝘨𝘨𝘦𝘳 → 𝘦𝘮𝘰𝘻𝘪𝘰𝘯𝘦 → 𝘣𝘪𝘴𝘰𝘨𝘯𝘰 → 𝘮𝘪𝘤𝘳𝘰-𝘢𝘻𝘪𝘰𝘯𝘦) è di grande supporto in questa fase.
𝟯) 𝗖𝗼𝗺𝗽𝗲𝘁𝗲𝗻𝘇𝗮 𝗰𝗼𝗻𝘀𝗰𝗶𝗮: "𝗦𝗼, 𝗺𝗮 𝗱𝗲𝘃𝗼 𝗮𝗻𝗰𝗼𝗿𝗮 𝗽𝗲𝗻𝘀𝗮𝗿𝗰𝗶 𝗮𝘁𝘁𝗶𝘃𝗮𝗺𝗲𝗻𝘁𝗲"
Le abilità iniziano a funzionare solo se ti concentri.
Riesci a regolarti, a comunicare in modo chiaro e a mettere confini interpersonali, ma richiede uno sforzo consapevole.
Psicologicamente è il tempo dell'allenamento deliberato.
Nel corpo noterai che l'attivazione va a scemare più rapidamente, e anche la ruminazione mentale si indebolisce.
Per consolidare è utile usare script semplici ("Se… allora…", es. "Se mi sento sopraffatto/a, allora attribuisco un nome all'emozione e mi prendo un po' di tempo") e poi effettuare un'analisi strutturata al termine degli episodi (cosa ha funzionato e cosa è meglio cambiare la prossima volta).
𝟰) 𝗖𝗼𝗺𝗽𝗲𝘁𝗲𝗻𝘇𝗮 𝗶𝗻𝗰𝗼𝗻𝘀𝗰𝗶𝗮: "𝗟𝗼 𝗳𝗮𝗰𝗰𝗶𝗼 𝘀𝗲𝗻𝘇𝗮 𝗱𝗼𝘃𝗲𝗿𝗰𝗶 𝗽𝗶𝘂̀ 𝗽𝗲𝗻𝘀𝗮𝗿𝗲"
La nuova abilità diventa automatica.
La mente può dedicarsi ad altro, il corpo si regola quasi in anticipo, le scelte sono coerenti con i valori.
Psicologicamente emergono fiducia e flessibilità.
Il rischio, però, è la cristallizzazione di una specifica modalità.
Senza la consapevolezza, al timone ritroviamo la meccanicità.
Risulta utile mantenere vivo l'apprendimento con variazioni intenzionali (nuovi contesti, persone diverse) e programmare verifiche periodiche.
Imparare significa, quindi, attraversare con consapevolezza quattro passaggi: accorgersi di ciò che manca, tollerare l'imperfezione mentre si prova, praticare con intenzione e, infine, lasciare che la competenza si manifesti in modo naturale.
Sul piano psicologico questo percorso coincide con una migliore regolazione interna.
Il corpo si attiva meno e si calma prima, la mente smette di rimanere incastrata in loop inutili e le azioni diventano più coerenti con i propri valori.