
28/06/2025
Mettiamola così, senza troppi giri di parole: la Genesa Crystal è diventata l’ennesimo simbolo di come qualcosa di potente e significativo possa essere svuotato, banalizzato, trasformato in una moda patinata buona per vendere spiritualità in scatola. La vedi ovunque: nei centri olistici, sulle scrivanie dei “guru” da social, nei mercatini spirituali dove ogni oggetto sembra avere poteri miracolosi. Ma quanti di quelli che la fabbricano, la vendono o la consigliano hanno davvero idea di cosa stiano maneggiando? Quanti conoscono anche solo i rudimenti della radiestesia, delle onde di forma, dell’energia sottile?
Ormai è chiaro: la Genesa è diventata un affare, una faccenda di business più che uno strumento energetico consapevole. Un’icona del “fai spiritualità con stile”, ma senza sostanza. Si vende per il suo aspetto armonico, geometrico, seducente… ma quello che conta non è come appare, è come vibra. E purtroppo, nella maggior parte dei casi, vibra male. Molto male.
Dietro quell’intreccio elegante si nasconde spesso un’emissione disturbante. Non è un’opinione, è un dato energetico che chiunque abbia fatto misurazioni serie può confermare. In molti casi, la Genesa emette nella banda del cosiddetto Verde Negativo, un tipo di radiazione sottile altamente controversa, potenzialmente destabilizzante per il corpo eterico e per i campi vitali. E se non sai di cosa si tratta, fidati: non è qualcosa che vuoi amplificare nel tuo salotto.
Il punto è che la Genesa è una forma aperta. Non contiene, non filtra, non trasforma. Raccoglie ciò che c’è attorno e lo rilancia, come un altoparlante. Se l’ambiente è pulito, può riflettere qualcosa di buono. Ma se l’ambiente è carico di tensione, elettrosmog, emozioni stagnanti… amplifica tutto. Anche il disordine. Anche il caos. E non è difficile immaginare cosa possa succedere se la piazzi vicino al letto, o nella stanza dei bambini, convinto che stia “proteggendo” la casa.
Ma il problema più grande, forse, è che chi la costruisce oggi spesso non ha la minima idea di quello che sta facendo. Si copiano le misure da internet, si usano materiali qualunque, si assemblano a casaccio senza considerare né l’orientamento magnetico né la polarizzazione delle forme. Risultato? Un oggetto instabile, energeticamente dissonante, che magari è pure bello da vedere… ma suona come una chitarra scordata nel mezzo di un concerto di silenzi.
Eppure continuano a spacciarla per “armonizzatore”, “amplificatore di energia positiva”, “attivatore del DNA” e chi più ne ha più ne metta. Tutte frasi imparate a memoria, svuotate di senso, buone solo per attirare chi cerca qualcosa che funzioni senza doversi sporcare le mani con la verità.
Ma ecco la parte che a molti sfugge — e che, invece, andrebbe gridata con forza: la Genesa non è nata per stare in casa. Anzi, in casa perde completamente il suo significato. Non è progettata per lavorare negli spazi chiusi, artificiali, carichi di onde elettromagnetiche e confusione emotiva. La Genesa nasce per la terra. Sì, proprio così: per i campi, i giardini, gli orti. Dove il respiro del pianeta può attraversarla liberamente, dove l’energia della vita può interagire con la sua forma in modo naturale. Lì sì che può avere un senso. Lì può armonizzare, favorire la crescita delle piante, riequilibrare le frequenze ambientali, sostenere i cicli biologici.
Ed è proprio questo che intendeva il suo inventore. L’aveva pensata per sostenere la vitalità naturale, non per arredare salotti. Se potesse vedere come viene trattata oggi — con brillantini, led colorati e pubblicità che la spacciano per amuleto universale — probabilmente si rigirerebbe nella tomba… e chissà, magari emetterebbe anche lui un bel Verde Negativo d’indignazione.
In natura, invece, la Genesa può trovare il suo spazio. Tra gli alberi, vicino a una fonte d’acqua, in mezzo a un campo coltivato. Lì può respirare, vibrare, entrare in dialogo con i ritmi della terra. Ma dentro quattro mura, circondata da elettrodomestici, pensieri affannati e aria viziata… no. Lì è solo un corpo estraneo. E talvolta, anche pericoloso.
Pensaci un attimo: è come voler tenere un pesce rosso in una tazza da caffè. L’acqua c’è, certo. Ma non è l’ambiente giusto. Non può nuotare, non può crescere, non può fare ciò per cui è nato. Lo stesso vale per la Genesa. È stata concepita per un altro tipo di respiro. Per interagire con la vita, non con le pareti.
Quindi, per ca**tà: se proprio vuoi averne una, mettila in giardino. Lasciala dialogare con la luce, con la rugiada, con il vento. Falla vivere tra le radici, dove può essere utile. Ma in casa… no. Lì diventa solo un’altra decorazione spirituale che promette tanto e vibra poco.
E in fondo, se siamo onesti, questo dovrebbe bastare: la spiritualità non è un oggetto da comprare, è una consapevolezza da coltivare. E non tutto ciò che ha forma sacra porta con sé una funzione sacra. A volte è solo marketing con le sembianze del mistero.
E allora sì, meglio fermarsi, ascoltare, sentire. E ricordarsi che le cose davvero potenti non urlano, non brillano, e non si comprano con un click. Si sentono. E funzionano. Anche senza che nessuno le veda.
Ad Maiora, con cuore e spirito aperti.
© [2025] Cav. Luigi Albano. Testo originale ideato e scritto da me. Revisione ortografica e immagini a cura dell’intelligenza artificiale. Condivisibile solo citando l’autore e la fonte.
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