26/02/2024
Il virus di Epstein-Barr (EBV) colpisce circa 9 persone su 10, ma in genere resta silente nell'organismo, senza dare sintomi. In una piccola percentuale di casi, però, contribuisce allo sviluppo di un tumore, come alcune forme di linfoma. Si stima che sia associato a circa l’1,5 per cento dei casi di cancro nel mondo.
I risultati di una ricerca sostenuta da AIRC focalizzata su questo virus mostra un possibile modo per prevenire l’insorgere di alcuni tipi di infiammazioni intestinali associate al tumore del colon-retto. Infatti, grazie a esperimenti con cellule in coltura, il gruppo di ricerca ha individuato alcuni effetti che il virus induce nelle cellule del colon che potrebbero predisporre a un tumore.
In particolare, l’infezione da EBV stimola la produzione di molecole che giocano un ruolo importante nelle malattie infiammatorie del colon, aumenta i danni al DNA delle cellule del colon e diminuisce l’espressione di alcune molecole in grado di riparare questi ultimi. Inoltre, i ricercatori sono riusciti a ridurre gli effetti dell'infezione sulle cellule grazie a un agente demetilante, cioè una molecola che rimuove alcune modificazioni epigenetiche del DNA (ovvero alterazioni che lasciano il DNA tale e quale ma impediscono o rendono possibile l’espressione dei geni).
Se questi risultati venissero confermati da ulteriori studi, potrebbero aiutare a prevenire alcuni casi di tumore al colon in pazienti con infiammazioni intestinali (nello specifico, con colite ulcerosa). Anche grazie al supporto di AIRC, il gruppo di ricerca continua a indagare su questi risultati.
Puoi trovare maggiori informazioni sullo studio nel Traguardo qui 👉 https://bit.ly/3I6Hbqg