
13/09/2025
Il Rene
Custode delle Acque
(poema di paure e silenzi)
È la sorgente nascosta dentro di noi,
lì, nel buio del ventre posteriore.
Una grotta silenziosa che raccoglie e conserva, che conta e misura, come una cisterna antica del monastero
Non è solo un organo, ma il monaco che custodisce la vita nelle sue anfore.
Nel cuore della schiena, il rene veglia sull’Acqua.
In esso scorre la memoria più antica, il seme della nostra energia primordiale, quella che si custodisce, sepolta come oro segreto nelle vene profonde.
Il rene è madre e radice. Energia Femminile.
Di ventre che trattiene, di grembo che protegge, la forza silenziosa che regge le ossa, che dà consistenza alla vita.
Il rene è il luogo dove riposa la paura.
Il terrore dell’abbandono, quello di morire,
la paura che paralizza e non lascia andare.
Il rene porta il segno delle notti insonni,
delle luci spente senza luna, di più paia d’occhi nella foresta che ti osservano, dell’armadio che nasconde il mostro.
“Papà, devo fare pipì…”
ansie trattenute e pianti nascosti.
Il bambino piccolo ha i reni ancora immaturi,
che imparano presto a distinguere la differenza tra pane e vino.
È lì che nasce la fiducia (e la paura), la certezza (e l’incertezza) che qualcuno custodirà la tua vita.
Quando i reni si appesantiscono, diventano pietre, cristalli di terrore solidificato.
Ogni calcolo, un dolore, un segnale che stiamo trattenendo troppo, che non lasciamo fluire.
Eppure i reni sono anche custodi di resilienza
Culla della forza vitale, la fonte invisibile che sostiene il corpo nei momenti più bui.
Attraversa il tunnel.
Il rene è il lago immobile che riflette il cielo,
la profondità che ti ricorda chi sei.
E come Chirone, il centauro ferito che
insegnava la medicina agli altri senza poter guarire se stesso, anche i reni portano la memoria della nostra ferita originaria ci mostrano che è proprio lì, nella paura che non passa, che si nasconde il dono della cura,
la possibilità di trasformare il veleno in
saggezza.
Onora i tuoi reni, che si possono ammalare.
Ascolta le loro acque, il loro silenzio, il tuo femminile.
Non avere paura di guardarlo in faccia.
Guarda la tua paura. Abbracciala.
Impara a lasciarla scorrere, a liberarla come un fiume.
Essere sani non è trattenere il dolore, ma imparare ad accoglierlo, a riconoscerlo, e lasciarlo andare, goccia dopo goccia.
Perché ogni paura, se attraversata, diventa radice, forza, Vita.
®️Alessandro Catanzaro