Psicologa Laila Gamberi

Psicologa Laila Gamberi Psicologa-Naturopata esperta in piscosomatica, disturbi d' ansia e dell' umore e disagio adolescenziale. Naturopata : modello olistico bio-integrato -

Vi aspetto domani!!
12/02/2025

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!!! Questo giovedì a Manciano SECONDO INCONTRO del gruppo di supporto alla genitorialità. Alle h 15:00 a La Pesa! Vi asp...
11/02/2025

!!! Questo giovedì a Manciano SECONDO INCONTRO del gruppo di supporto alla genitorialità. Alle h 15:00 a La Pesa!
Vi aspetto!!!

Essere Genitori: Un Viaggio Complesso e Straordinario

Essere genitori è uno dei compiti più importanti che possiamo assumere nella nostra vita. Ma, come ogni viaggio importante, è anche uno dei più complessi.

Non esistono manuali o guide definitive che possano prepararci completamente, perché ogni genitore è unico, così come ogni bambino. Abbiamo valori diversi, esperienze e idee che influenzano il nostro modo di crescere e di educare i nostri figli. Inoltre, la genitorialità è un percorso che condividiamo con altre persone: un partner, la famiglia, la scuola, e la comunità. E ogni bambino è unico, con bisogni ed esigenze che non sono mai esattamente uguali a quelli di un altro.

In mezzo a tutta questa complessità, i gruppi di supporto alla genitorialità diventano un' opportunità di crescita, una possibilità di aumentare le proprie competenze e un mano che ci accompagna quando affrontiamo un momento difficile.
In questi gruppi, non solo possiamo trovare esperti che, oltre alla competenza, hanno anche una visione oggettiva, ma possiamo anche scoprire che non siamo soli.
Le crisi che affrontiamo con i nostri figli non sono uniche: sono parte di un percorso che molti altri genitori hanno già vissuto o stanno vivendo. E sapere che non siamo soli può alleviare il peso e il senso di colpa che spesso proviamo in questi momenti: l'obiettivo non è trovare la causa o l'errore ma la soluzione.

Il coinvolgimento emotivo che proviamo come genitori può rendere difficile affrontare un momento di crisi. Ma, grazie al supporto di esperti e di altri genitori, possiamo trovare chiarezza, soluzioni pratiche e nuove prospettive. Insieme, possiamo concentrarci su come affrontare il problema del momento, con più forza e serenità.

Essere genitori non significa avere tutte le risposte, ma avere la voglia di crescere insieme ai nostri figli, di imparare dai momenti difficili e di chiedere aiuto quando ne abbiamo bisogno. La bellezza della genitorialità sta anche nel fatto che, attraverso il supporto e la comprensione, possiamo trovare il coraggio di continuare, passo dopo passo.
Dr.ssa Laila Gamberi

31/01/2025

💮Le pratiche informali nella mindfulness💮

La mindfulness è una pratica di consapevolezza che aiuta a vivere il momento presente con apertura e senza giudizio.

Si fonda su principi fondamentali come:
👉Presenza mentale: essere consapevoli del momento presente.
👉Accettazione: accogliere pensieri ed emozioni senza respingerli.
👉Non giudizio: osservare senza etichettare come “buono” o “cattivo”.
👉Mente del principiante: guardare l’esperienza con curiosità, come se fosse la prima volta.
👉Pazienza: lasciare che le cose si sviluppino nel loro tempo.
👉Fiducia: avere fiducia nelle proprie esperienze e intuizioni.
👉Lasciare andare: non attaccarsi a pensieri o emozioni.

Nella mindfulness si utilizzano pratiche formali e pratiche informali: le prime sono momenti specifici e strutturati dedicati alla meditazione, come la meditazione seduta, la scansione corporea o la meditazione camminata… Richiedono di fermarsi e dedicare un tempo definito alla pratica.
La pratica informale, invece, consiste nell’integrare la consapevolezza nelle attività quotidiane. Non richiede di fermarsi o sedersi a meditare, ma di portare attenzione consapevole a ciò che si sta facendo nel momento presente.

Ecco alcuni esempi di pratiche informali che potete cominciare a provare:

👉Mangiare con consapevolezza
Quando mangi, focalizzati completamente sull’esperienza del cibo:
osserva il colore e la forma del cibo; senti il profumo e nota se cambia man mano che lo avvicini alla bocca.
Assapora il primo morso con attenzione, notando le diverse consistenze e sapori, mastica lentamente e senti il movimento della mandibola.
Evita distrazioni come TV o telefono, concentrandoti solo sul mangiare.

👉Camminare con consapevolezza
Trasforma una camminata quotidiana in un momento di mindfulness:
Porta attenzione al contatto dei piedi con il suolo, nota il ritmo del respiro mentre cammini.
Osserva ciò che ti circonda senza giudicare, come se lo vedessi per la prima volta.
Se la mente vaga, riporta dolcemente l’attenzione al camminare.

👉Ascolto consapevole
Quando parli con qualcuno, pratica un ascolto attento e presente:
Guarda l’altra persona negli occhi senza pensare a cosa dire dopo.
Nota il tono della sua voce e il linguaggio del corpo.
Evita di interrompere o formulare giudizi immediati.
Se la mente si distrae, riportarla all’ascolto.

👉Lavarsi le mani o fare la doccia con consapevolezza
Usa questi momenti per ancorarti al presente:
senti la temperatura dell’acqua sulla pelle, nota la sensazione della schiuma tra le mani, senti il profumo del sapone, ascolta il suono dell’acqua che scorre.

👉Respirare consapevolmente durante la giornata
Porta l’attenzione al respiro in qualsiasi momento: se sei in coda nel traffico, durante una pausa...

👉Consapevolezza nelle attività quotidiane
Trasforma qualsiasi attività in un’opportunità di mindfulness:
Lavare i piatti: senti l’acqua sulle mani, osserva il sapone e i movimenti della spugna.
Vestirsi: nota la texture dei vestiti, la sensazione del tessuto sulla pelle.
Stirare o cucinare: concentrati sui movimenti, gli odori, il calore.

💮La pratica informale aiuta a coltivare la mindfulness nella vita quotidiana, rendendola parte della propria esperienza anziché un’attività separata. Più alleni questa consapevolezza, più diventa naturale vivere il momento presente con apertura e serenità.

💮Come potete osservare sono attività che potete fare in qualunque momento della giornata e che dovrebbero, con il tempo, consentirvi di acquisire un modo diverso di vivere, stando nel momento presente.

❗❗❗La mindfulness può risultare difficile per noi occidentali per diverse ragioni legate alla cultura, al contesto sociale e alle abitudini quotidiane.
La società occidentale è fortemente orientata alla produttività e al fare più cose contemporaneamente. La mindfulness, invece, richiede di concentrarsi su una cosa alla volta e di rallentare, il che può sembrare inefficiente o addirittura frustrante per chi è abituato a un ritmo frenetico.
Inoltre si tende a dare grande importanza al pensiero razionale e analitico, mentre la mindfulness si basa sull'osservazione e sull'accettazione dell'esperienza senza giudizio. Questo cambio di prospettiva può essere difficile da accettare per chi è abituato a risolvere i problemi in modo logico e razionale.
Molti occidentali cercano soluzioni rapide per migliorare il benessere, mentre la mindfulness è una pratica che richiede tempo, costanza e pazienza. La difficoltà di vedere risultati immediati può scoraggiare chi è abituato a ottenere gratificazioni rapide.
Inoltre siamo abituati a ricevere stimoli continui, dai social media alla televisione, e questo rende difficile fermarsi e stare nel momento presente. Per molte persone, il silenzio e l’assenza di distrazioni possono risultare scomodi o persino ansiogene.
La mindfulness insegna ad accettare le esperienze senza cercare di controllarle o modificarle. Tuttavia, in Occidente si tende a voler risolvere subito i problemi o a cercare di cambiare le emozioni negative, invece di osservarle con distacco.
In molte tradizioni orientali, la consapevolezza e la meditazione sono parte integrante della cultura e dell’educazione fin dall’infanzia. In Occidente, invece, questi concetti sono relativamente nuovi e spesso non vengono insegnati nei percorsi educativi tradizionali.

👉👉Possiamo superare queste difficoltà iniziando con piccoli passi: anche pochi minuti al giorno di mindfulness possono fare la differenza, coltivando la pazienza accettando che i benefici arriveranno con la pratica costante, sperimentando diverse tecniche: non esiste un unico modo per praticare la mindfulness, si può iniziare con la respirazione consapevole, la camminata meditativa o altre forme di attenzione al presente e rivalutando il concetto di produttività: capire che essere più consapevoli può migliorare la qualità della vita e delle relazioni, non solo la quantità di cose fatte.
Potete mettere delle sveglie in orari diversi della giornata per fermarvi e verificare se eravate attenti a quello che stavate facendo o se la vostra mente divagava in pensieri senza che ne siate consapevoli.

➡️➡️➡️Anche se la mindfulness può sembrare difficile all’inizio, con il tempo può diventare un’abitudine naturale e trasformare il modo di vivere e affrontare la realtà.

Negli ultimi anni, numerosi studi scientifici hanno dimostrato che questa pratica ha effetti profondamente positivi sulla mente, sul corpo e sulle relazioni.

👉Benefici per la mente
Riduzione dello stress e dell'ansia: la mindfulness aiuta a osservare i pensieri senza farsi travolgere da essi, diminuendo il rimuginio mentale e l’attivazione dello stress.
Miglior gestione delle emozioni: praticare la consapevolezza permette di riconoscere e accettare le emozioni, senza reprimerle o lasciarsi sopraffare.
Aumento della concentrazione e della memoria: focalizzarsi sul presente migliora la capacità di attenzione e la memoria di lavoro, rendendo più semplice elaborare informazioni e prendere decisioni.
Maggiore resilienza mentale: aiuta a sviluppare un atteggiamento più flessibile e adattabile alle difficoltà della vita.

👉Benefici per il corpo
Miglioramento della qualità del sonno: riducendo i pensieri intrusivi e l’ansia, la mindfulness aiuta a dormire meglio e a svegliarsi più riposati.
Riduzione della pressione sanguigna: la pratica regolare può abbassare la pressione arteriosa, contribuendo alla salute cardiovascolare.
Diminuzione della percezione del dolore: studi dimostrano che la mindfulness aiuta a modificare il rapporto con il dolore, riducendone l’intensità percepita.
Rafforzamento del sistema immunitario: riducendo lo stress cronico, la mindfulness favorisce una risposta immunitaria più efficace.

👉Benefici nelle relazioni
Migliore ascolto e comunicazione: praticare la consapevolezza permette di essere più presenti nelle conversazioni, migliorando la comprensione e l’empatia.
Maggiore consapevolezza nelle relazioni: aiuta a riconoscere le proprie reazioni automatiche, evitando conflitti impulsivi e favorendo risposte più equilibrate.
Aumento della gratitudine e della connessione: vivere nel presente permette di apprezzare di più le persone e i momenti condivisi.

👉 Benefici nella vita quotidiana
Maggiore capacità di godersi il presente: la mindfulness aiuta a ridurre la tendenza a rimuginare sul passato o preoccuparsi del futuro, favorendo una maggiore serenità.
Maggiore consapevolezza delle abitudini: aiuta a riconoscere automatismi dannosi, come il mangiare emotivo o il reagire impulsivamente allo stress.
Miglior gestione del tempo: essere più presenti aiuta a lavorare con maggiore efficienza, riducendo la procrastinazione e lo stress.

💮💮💮Integrare la mindfulness nella propria vita porta benefici profondi a livello mentale, fisico ed emotivo. Non richiede grandi cambiamenti, ma semplicemente la volontà di fermarsi, respirare e osservare il momento presente con curiosità e accettazione. Con una pratica costante, la mindfulness diventa uno strumento potente per affrontare la vita con maggiore equilibrio e serenità.

16/01/2025
15/01/2025

Regolazione Emotiva

Cosa si intende per regolazione emotiva?
Per gestire le nostre emozioni, è fondamentale innanzitutto conoscerle.

Quando si fa educazione emotiva con i bambini, il primo passo è ampliare il loro vocabolario emotivo, aiutandoli a riconoscere e nominare le diverse emozioni che provano.

Anche gli adulti, a volte, hanno un vocabolario limitato per descrivere le proprie emozioni e tendono a focalizzarsi solo sull'emozione più forte che emerge in quel momento.

👉 Imparare a osservare le proprie emozioni in tutte le loro sfumature è il primo passo: ogni emozione può essere espressa con diverse intensità e avere molteplici aspetti.

Per imparare a gestire le proprie emozioni, è necessario cominciare a osservarle con attenzione.

👉 Innanzitutto, bisogna individuare le situazioni che scatenano una determinata emozione. Questi sono i "pulsanti" che l' attivano.

👉 In seguito, dobbiamo osservare cosa accade nel nostro corpo.
Personalmente, utilizzo la mindfulness psicosomatica anche a questo scopo. Una volta che abbiamo osservato tutte le reazioni fisiologiche, possiamo definire in modo più preciso l'emozione che stiamo vivendo e riconoscerla più velocemente quando si attiva permettendoci di gestirla.

👉 Questa emozione genera dei pensieri.
Scrivere tutta la catena di pensieri che l'emozione ha suscitato ci aiuta a vederli "nero su bianco" e a comprendere come possano, a volte, peggiorare la nostra sensazione.

👉 Tutti noi, nel tempo, abbiamo imparato a rispondere alle emozioni in qualche modo, con un'azione. A volte il nostro comportamento migliora la situazione, altre volte la peggiora. Le nostre azioni potrebbero intensificarla ulteriormente.

👉 Come abbiamo visto, c’è una relazione tra le emozioni, situazioni, pensieri, reazioni fisiologiche e comportamenti. Ognuno di questi elementi influisce sugli altri, aumentando o diminuendo l'intensità delle emozioni.

👉 Quando le emozioni rimangono dentro la nostra finestra di tolleranza (cioè in quella zona in cui gli input emotivi non sono né troppo forti né troppo deboli, e la mente si sente a suo agio), generalmente riusciamo a osservarle senza reagire. Quando, invece, gli stimoli ci attivano eccessivamente, facendoci sentire minacciati, tendiamo a cercare di spegnerle.
Al contrario, se gli stimoli sono troppo deboli, ci sentiamo spenti e apatici, e cerchiamo di riattivarci.
Un meccanismo che spesso mettiamo in atto è il controllo, cioè cercare di prevedere ed evitare tutte quelle situazioni che potrebbero portarci a esperire emozioni negative.

👉 Non sempre i meccanismi che adottiamo spontaneamente per gestire le emozioni sono efficaci. Ad esempio, l'evitamento è uno dei comportamenti che, seppur inizialmente sembra utile, finisce spesso per mantenere o addirittura aumentare l'ansia.

👉 Alcuni esempi di modalità per gestire le emozioni:
👍 Fare esercizio fisico regolare: riduce lo stress e migliora l'umore.
👍 Tecniche di respirazione: aiutano a rilassarsi e a recuperare il controllo.
👍 Mindfulness: la pratica della consapevolezza ci aiuta a essere presenti nel momento e a riconoscere le emozioni senza giudizio.
👍 Rilassamento muscolare: utile per sciogliere la tensione.
👍 Ridurre le sensazioni fisiche intense: come rinfrescare il volto se l'ansia ci fa arrossire, fare una doccia calda se ci sentiamo tesi, muoverci se ci sentiamo paralizzati dalla paura, fare un massaggio o spalmarci una crema se abbiamo bisogno di calma, prenderci cura di noi stessi con una tisana o un buon libro.
👍 Stare con persone con cui ci sentiamo al sicuro.
👍 Chiedere aiuto a familiari, amici o anche a un professionista se necessario.

👉 È importante ricordare che non dobbiamo affrontare tutto da soli. Oltre alla regolazione emotiva individuale, esiste anche la co-regolazione, cioè la possibilità di avvalerci del supporto degli altri: un partner, un amico, un familiare o un terapeuta.

Dr. Psicologa Laila Gamberi

13/01/2025

La mindfulness🪷🧘🧘‍♀️🧘‍♂️🪷

La mindfulness, tradotta come "consapevolezza" o "attenzione consapevole", è una pratica che consiste nell'essere pienamente presenti nel momento, con un'attenzione intenzionale, non giudicante e senza attaccamenti. In altre parole, si tratta di un modo di focalizzare la propria attenzione sul presente, accogliendo le esperienze senza reagire in modo automatico o emotivo.

Le origini della mindfulness affondano nelle tradizioni contemplative orientali, in particolare nel buddismo, dove la pratica della "sati" (in pali, lingua del Buddhismo) è un elemento fondamentale. La sati implica la consapevolezza e l'attenzione al momento presente, ed è vista come un mezzo per raggiungere la liberazione dal dolore e dalla sofferenza.

Nel corso degli anni, la mindfulness è stata adattata e integrata nelle pratiche occidentali, in particolare nella psicologia. Il processo di traduzione e adattamento alla cultura occidentale può essere attribuito a pionieri come Jon Kabat-Zinn, che negli anni '70 ha sviluppato il programma Mindfulness-Based Stress Reduction (MBSR), un approccio che combina tecniche di meditazione con pratiche di rilassamento e consapevolezza per trattare il dolore e lo stress. Kabat-Zinn ha sostenuto che la mindfulness potesse migliorare la qualità della vita, ridurre lo stress e portare a una maggiore comprensione di sé.

Anche il monaco vietnamita Thich Nhat Hanh, uno degli insegnanti più influenti sulla diffusione della mindfulness in Occidente, ha avuto un impatto significativo. La sua interpretazione della mindfulness come "consapevolezza di ciò che si sta facendo, pensare, sentire e vivere nel momento presente" ha contribuito a renderla accessibile a un pubblico ampio, anche fuori dal contesto buddista. Thich Nhat Hanh ha enfatizzato il concetto di "camminare in consapevolezza", portando la mindfulness nelle pratiche quotidiane.

La mindfulness è oggi utilizzata in vari contesti clinici e terapeutici. Il programma MBSR di Jon Kabat-Zinn, ad esempio, è stato adottato in numerosi ospedali e cliniche per trattare una vasta gamma di disturbi, come il 👉dolore cronico, 👉 l'ansia, 👉la depressione e 👉 lo stress post-traumatico (PTSD). La ricerca ha dimostrato che la pratica della mindfulness può
👉ridurre il livello di stress, 👉migliorare il benessere psicologico e 👉favorire una maggiore gestione delle emozioni.

La mindfulness ha numerose funzioni e benefici che la rendono utile in vari ambiti.
Tra questi:

👉Riduzione dello stress: Aiuta a ridurre i livelli di stress percepiti, favorendo una risposta più calma e riflessiva agli eventi.

👉Miglioramento della regolazione emotiva: La consapevolezza aiuta a riconoscere e regolare emozioni difficili, migliorando la gestione dell'ansia e della depressione.

👉Aumento della consapevolezza corporea: Favorisce una connessione più profonda con il proprio corpo, riducendo la tensione muscolare e il dolore cronico.

👉Miglioramento delle capacità cognitive: La mindfulness migliora l'attenzione, la concentrazione e la memoria, rendendo le persone più capaci di affrontare compiti complessi.

👉Prevenzione della ruminazione: Aiuta a interrompere il circolo vizioso dei pensieri negativi ripetitivi che alimentano la depressione e l'ansia.

👉Anche nel trattamento di disturbi alimentari, come l'anoressia e la bulimia, la mindfulness è stata integrata per favorire una relazione più sana con il cibo, migliorando la consapevolezza del proprio corpo e dei segnali di fame e sazietà.

In conclusione, la mindfulness, con le sue radici nella tradizione buddista, si è evoluta in un potente strumento terapeutico. Contribuisce non solo alla riduzione dello stress e al miglioramento del benessere psicologico, ma è anche un metodo scientificamente validato per trattare numerosi disturbi psicologici e fisici, promuovendo una vita più consapevole e soddisfacente.

🪷🪷🪷Prossimamente su questa pagina troverete alcune pratiche di mindfulness da poter praticare 🪷🪷🪷

Dr. Laila Gamberi

08/01/2025

Regolazione emotiva

La regolazione emotiva è la capacità di gestire e modulare le proprie emozioni in modo efficace, adattandole al contesto e alle circostanze. Si tratta di un processo consapevole o inconscio attraverso cui le persone influenzano le emozioni che provano, quando le provano e come le esprimono.

Questa abilità è fondamentale per il benessere psicologico e per le relazioni sociali ed è parte integrante dell'intelligenza emotiva.
Un buon livello di regolazione emotiva è associato inoltre a maggiore resilienza, migliori relazioni interpersonali e una più alta qualità della vita.

👉 Per gestire le nostre emozioni, è innanzitutto necessario conoscerle: quando si fa educazione emotiva ai bambini, la prima cosa da fare è ampliare il loro vocabolario relativo alle emozioni. Tuttavia, anche gli adulti, a volte, hanno un vocabolario limitato per descrivere le proprie emozioni e riescono a notare solo l'emozione più forte che emerge.

👉 Imparare a osservare le proprie emozioni in tutte le loro sfumature è il primo passo. Ogni emozione può essere espressa con intensità e aspetti differenti.

Per imparare a gestire le proprie emozioni, occorre iniziare osservandole con precisione:
👉 Individuare le situazioni in cui una determinata emozione compare. Queste situazioni rappresentano i "pulsanti" che attivano quell'emozione.

👉 Osservare le reazioni del corpo.
Io utilizzo la mindfulness psicosomatica anche per questo scopo. Una volta osservate tutte le reazioni fisiologiche, possiamo definire con maggiore accuratezza l'emozione corrispondente.

👉 Analizzare i pensieri generati dall'emozione.
L'esercizio di scrivere l'intera catena di pensieri generati dall'emozione ci aiuta a osservarli "nero su bianco", comprendendo come possano peggiorare o migliorare la sensazione.

👉 Valutare i comportamenti.
Tutti noi, nel tempo, abbiamo sviluppato delle risposte alle emozioni attraverso i nostri comportamenti. Alcune azioni migliorano la situazione, altre invece la peggiorano. I nostri comportamenti possono intensificare un'emozione o spostarla verso un'altra.

👉 Come abbiamo visto, esiste una relazione tra emozioni, situazioni, pensieri, reazioni fisiologiche e comportamenti. Ognuno di questi elementi influisce sugli altri, aumentando o diminuendo l'intensità delle emozioni.

👉 La finestra di tolleranza.
Quando le emozioni restano all'interno della nostra "finestra di tolleranza" (ossia quella zona in cui gli input emotivi non sono né troppo intensi né troppo scarsi, permettendo alla mente di sentirsi a proprio agio), di solito riusciamo a osservarle transitare senza fare nulla.
Quando invece gli stimoli sono troppo intensi, ci sentiamo minacciati e cerchiamo di spegnere le emozioni. Al contrario, se gli input sono insufficienti, ci sentiamo spenti e apatici, e cerchiamo di riattivarci.

👉 Efficacia dei meccanismi spontanei.
Non sempre i meccanismi spontanei che adottiamo per gestire le emozioni sono efficaci. Ad esempio, l'evitamento è una strategia che, spesso, mantiene o amplifica l'ansia.
Un altro meccanismo comune è il controllo, ovvero tentare di prevedere le situazioni che potrebbero generare emozioni negative.

Esempi di modalità per gestire le emozioni:
👍 Fare esercizio fisico regolare per ridurre lo stress.
👍 Utilizzare tecniche di respirazione.
👍 Praticare mindfulness: la consapevolezza ci aiuta a essere presenti nel momento e a riconoscere le emozioni senza giudizio.
👍 Utilizzare tecniche di rilassamento muscolare.
👍 Gestire le sensazioni fisiche:
👍 Rinfrescare il viso se l'ansia ci fa arrossare.
👍 Fare una doccia calda se ci sentiamo tesi.
👍 Muoverci se ci sentiamo paralizzati dalla paura.
👍 Prenderci cura di noi stessi, ad esempio con un massaggio, una crema o una tisana rilassante.
👍 Stare con persone che ci fanno sentire al sicuro.
👍 Chiedere aiuto ad amici, familiari o a un professionista, se necessario.

👉 Co-regolazione.
Non dobbiamo fare tutto da soli. Accanto alla regolazione emotiva individuale esiste anche la co-regolazione, cioè la possibilità di avvalerci del supporto degli altri: partner, amici, familiari o terapeuti.

Dr. Laila Gamberi

08/01/2025

Parent Training (Adolescenti)

Oggi affrontiamo un tema che interessa molti genitori di adolescenti: come comunicare efficacemente con loro evitando conflitti.

L’adolescenza è una fase in cui i genitori possono sperimentare emozioni negative difficili da gestire. Intorno agli 11-12 anni (un’età variabile a seconda di fattori ormonali e psicosociali), i ragazzi iniziano a cambiare atteggiamenti e comportamenti, diventando spesso critici, irritabili e inquieti. Questi cambiamenti sorprendono i genitori, che faticano a riconoscere i propri figli e si chiedono il motivo di questa apparente ostilità.

I cambiamenti ormonali influenzano lo stato emotivo dei ragazzi e sostengono la spinta evolutiva verso l’allontanamento dal sistema familiare, avvicinandoli a quello dei pari. Usando una metafora, possiamo dire che gli ormoni accendono la miccia del processo di separazione-individuazione, descritto da Klein, che permette ai figli di recidere il “cordone ombelicale psicologico” e diventare individui indipendenti.

Proprio in questa fase si costruisce l’identità, la base della personalità futura. I genitori, invece, possono provare emozioni come sorpresa, delusione, tristezza o rabbia, che li portano a cadere in schemi di relazione disfunzionali. In particolare, possono attivare il sistema motivazionale interpersonale agonistico, che si manifesta quando ci sentiamo giudicati, sfidati o ridicolizzati. Questo porta a conflitti con i figli, aumentando la loro resistenza e instaurando cicli negativi che possono danneggiare la relazione.

È importante ricordare che la rabbia, pur essendo un’emozione negativa, contiene un’energia che spesso nasconde emozioni più profonde come paura, ansia, impotenza, senso di colpa o tristezza. Prendere consapevolezza di queste emozioni ci aiuta a regolarle e a utilizzare strategie relazionali più efficaci.

Quando il sistema agonistico prevale, entra in conflitto con il sistema di accudimento-attaccamento, fondamentale per il rapporto genitori-figli. Questo può creare circoli viziosi: i genitori si sentono inadeguati, mentre i ragazzi si percepiscono non compresi e non supportati. Tuttavia, gli adolescenti, pur avendo ancora bisogno di accudimento, lo tollerano sempre meno perché stanno costruendo la loro autonomia.

In conclusione, nei conflitti tra genitori e figli perdono tutti.

Il parent training ha lo scopo di aumentare la consapevolezza delle emozioni proprie e dei figli, riconoscendole come valide e imparando a regolarle. Questo evita che emozioni intense o incontrollate possano influire negativamente sui ragazzi, che in questa fase sono emotivamente vulnerabili.

Un sistema alternativo che i genitori possono utilizzare è quello cooperativo, che si basa sulla collaborazione e sul lavoro insieme per obiettivi comuni. Questo approccio è più accettabile per gli adolescenti rispetto all’accudimento, poiché implica una relazione paritetica.

Le preoccupazioni dei genitori relative alla perdita di controllo sui figli sono comprensibili, ma possono ostacolare il rapporto. È fondamentale accettare che i ragazzi crescano, abbiano motivazioni diverse e bisogno di sviluppare un’identità propria, anche se distante dai valori familiari.

Inoltre, è essenziale rispettare le proprie emozioni negative, come paura, rabbia o delusione, ricordando che sono legittime. Allo stesso tempo, i genitori devono evolvere, integrando al sistema di accudimento quello cooperativo.

Quando emergono difficoltà più gravi, come dipendenze, disturbi alimentari o dell’umore, è importante chiedere aiuto a un professionista.

Questi disturbi non sono mai causati da un solo fattore e la responsabilità genitoriale è solo una parte del quadro. Comprendere questo aiuta a superare il senso di colpa e a concentrarsi sul supporto necessario. Tuttavia, l’iper-protezione può essere controproducente, sollevando il figlio dalle sue responsabilità e mantenendo il problema.

Consigli pratici:
👉 Mantenere calma, coerenza e compassione.
👉 Evitare critiche o aggressività, anche nei momenti di rabbia.
👉 Non assumersi completamente la responsabilità della cura del figlio, ma coinvolgere tutta la famiglia e professionisti.
👉 Monitorare le proprie emozioni e quelle del figlio, cercando di comprenderle senza agire impulsivamente.
👉 Creare uno spazio sicuro e accogliente, basato sull’ascolto e la collaborazione.

Ricordate che il cambiamento richiede tempo e il vostro ruolo è quello di supportare i vostri figli, senza sostituirvi a loro.

Dr. Laila Gamberi – Psicologa

27/12/2024

Il Parent Training nei Disturbi d'Ansia degli Adolescenti

In un articolo precedente ho descritto i segnali da osservare per ipotizzare che un adolescente soffra di un disturbo d'ansia.

Di fronte all'ansia dei propri figli, i genitori spesso reagiscono con attivazioni del sistema di accudimento, cercando di offrire maggiore protezione, rassicurazioni e aiuto. In alcuni casi, questi comportamenti possono portare a una collusione con l'evitamento delle situazioni che provocano ansia nel figlio, con l'intento di proteggerlo.

Il parent training può essere un intervento parallelo alla terapia del ragazzo o della ragazza, oppure indipendente, nel caso in cui il giovane non abbia intenzione di intraprendere una terapia. In entrambi i casi, l’obiettivo è aiutare i genitori a modificare le loro risposte emotive e comportamentali, evitando l’escalation del conflitto e adottando approcci più utili per affrontare la situazione. In questo modo, non solo il figlio/a beneficia del cambiamento, ma anche i genitori migliorano il proprio benessere e il senso di competenza genitoriale, riducendo frustrazione e impotenza.

Una delle principali resistenze dei genitori nel chiedere aiuto a un professionista è l’errata convinzione di essere responsabili dell’ansia del figlio. In realtà, l’ansia può svilupparsi per una varietà di motivi, e focalizzarsi sulla causa scatenante non è sempre utile. Ciò che conta davvero è innescare un processo di cambiamento, diventando consapevoli di cosa sia l'ansia, come funzionano i meccanismi sottostanti e come affrontarla in modo efficace. In questo modo, i genitori possono guidare il figlio o la figlia verso la risoluzione del problema, superando le proprie paure legate alla condizione che il ragazzo o la ragazza sta vivendo.

Uno degli errori più comuni è quello di permettere al figlio di evitare le situazioni che lo spaventano, rassicurandolo continuamente. Questo accade perché i genitori attivano il sistema di attaccamento e accudimento, ma in questi casi è necessario un approccio diverso. Se è naturale che i genitori debbano prendersi cura dei propri figli, non sempre è facile capire come affrontare efficacemente questi problemi.

Nella mente di un adolescente ansioso, possono coesistere molte voci discordanti. Le voci della paura, che spingono a evitare situazioni ansiogene, sono certamente predominanti, ma esiste anche una voce che desidera imparare a gestire meglio le difficoltà, che vuole sentirsi libero, a proprio agio e competente nelle proprie azioni. I genitori devono allearsi con questa voce interiore, che in quel momento potrebbe essere più flebile ma che è fondamentale per il cambiamento.

Il solo fatto che un genitore incoraggi il figlio a confrontarsi con le proprie paure, a fare cose che lo spaventano, trasmette un messaggio di fiducia che può cambiare profondamente l'immagine che il ragazzo ha di sé stesso.

Questo è solo uno degli esempi di come i genitori possano aiutare un adolescente ansioso a superare le proprie difficoltà.

Se tuo figlio o tua figlia stanno affrontando un periodo di difficoltà legato all'ansia, non esitare a contattarmi.

Dr. Laila Gamberi

Indirizzo

Orbetello
58015

Orario di apertura

Lunedì 09:00 - 20:00
Martedì 09:00 - 20:00
Mercoledì 09:00 - 20:00
Giovedì 09:00 - 20:00
Venerdì 09:00 - 21:00

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