DOTT. Vincenzo Visconti Fisioterapista

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10/05/2025
03/05/2025

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Test di Lasègue: sollevi una gamba, scopri un mondo

Hai mai alzato una gamba e scoperto… un intero sistema nervoso in allarme?

Il test di Lasègue, noto anche come Straight Leg Raise Test (SLR), è una delle manovre più utilizzate nella valutazione clinica del dolore sciatico e delle radicolopatie lombari.

Un gesto apparentemente semplice che può rivelare compressioni, irritazioni e disfunzioni profonde lungo il decorso del nervo sciatico.

Ma dietro questa semplicità si nasconde molta più complessità di quanto si pensi.

Cos’è e come si esegue?

Il paziente è in posizione supina.
Viene sollevato passivamente l’arto inferiore esteso, mantenendo il ginocchio in estensione.

Se il dolore compare tra i 30° e i 70°, irradiandosi lungo il decorso del nervo sciatico, il test è considerato positivo e può suggerire una possibile compressione o irritazione radicolare.

Il movimento coinvolge un allungamento passivo del nervo sciatico e delle strutture adiacenti come dura madre, radici spinali, muscoli ischiocrurali e tessuti fasciali. Questa catena neuro-miofasciale viene sottoposta a uno stiramento crescente con l’aumento dell’angolo di flessione dell’anca, ed è proprio questa dinamica che può evocare il dolore radicolare tipico.

Il range angolare 30°-70° non è un cut-off rigido: come sottolinea Procolo Caiazzo, “dipende dall’elasticità e dall’attività del paziente”.

Infatti, entrano in gioco variabili come elasticità dei tessuti molli, età, retrattività muscolare, livello di attività fisica, esperienze motorie e presenza di dolore.

Come aggiunge Riccardo Della Serra:
“La mia flessione d’anca è da sempre sotto i 70°. Da confrontare sempre con il controlaterale!”

SLR e Lasègue: sono la stessa cosa?

Tecnicamente no.

Il Lasègue classico include anche la flessione del ginocchio dopo il sollevamento per testare se il dolore si riduce (segno di Lasègue).

Lo SLR è una manovra neurodinamica usata per testare la mobilità e l’irritabilità del nervo sciatico.

Tuttavia, come confermato anche da testi autorevoli (Magee, Shacklock, Butler), i due termini vengono spesso usati come sinonimi in ambito clinico, purché sia chiaro il contesto d’uso.

Per maggiore accuratezza semantica: Lasègue (1864) lo descrisse come segno clinico, mentre Forst nel 1881 lo formalizzò come manovra passiva. Oggi l’SLR viene considerato un test neurodinamico perché rientra in una famiglia di test che valutano la capacità del sistema nervoso periferico di scorrere, adattarsi e rispondere a stimoli meccanici.

Sensibilizzazione del test: un’arma in più!

Per aumentare la sensibilità del test, è possibile aggiungere manovre di sensibilizzazione, tra cui:

- dorsiflessione passiva della caviglia (una delle più utilizzate)

- adduzione dell’anca

- rotazione interna

- flessione cervicale

Come precisa Robert Valentiny, “la scelta dipende da dove il paziente avverte i sintomi”.

Esatto: la sensibilizzazione va personalizzata in base alla localizzazione dei sintomi. Non esiste un’unica modalità valida per tutti.

La dorsiflessione attiva il nervo tibiale (una branca del nervo sciatico) e ne accentua la tensione distale. L’aggiunta della flessione cervicale (come nel test di Bragard modificato) aumenta la tensione a livello della dura madre cranio-spinale, generando una risposta più globale in presenza di disfunzione neurale.

Cosa ci dice davvero questo test?

CI DICE:

Se il nervo sciatico è in uno stato di ipersensibilità meccanica

Se il pattern è compatibile con una radicolopatia lombare (es. L4-L5 o L5-S1).

Se servono altri test o imaging per confermare

NON CI DICE:

- Il grado di conduzione nervosa (non è un EMG!)

- La causa precisa del dolore

- Se c’è un’ernia (senza RM o valutazione clinica completa)

Il test SLR ha una buona sensibilità (fino all’85-90% in alcuni studi per ernia lombare), ma una specificità più bassa, il che significa che è ottimo per escludere, meno per confermare. La sua utilità cresce se combinato ad altri test neurologici e alla storia clinica dettagliata del paziente.

SLR negativo? Non esclude tutto

Come racconta Paola Biancone:

“Con me non funzionò per via della buona elasticità che avevo.”

Un test negativo può dipendere da elevata mobilità neurale o compensazioni muscolari, e non esclude necessariamente una patologia.

Serve occhio clinico, valutazione comparativa e altri strumenti: riflessi, forza, sensibilità, test neurodinamici complementari (Slump test, tensione del nervo femorale…).

La neurodinamica moderna suggerisce che la “non positività” del test vada letta in funzione del contesto globale. Un paziente elastico può non presentare dolore nemmeno in presenza di compressione discale se il nervo non è irritato. Al contrario, in soggetti con sistema nervoso ipersensibile, il test può evocare dolore anche senza compressione meccanica evidente.

Radici lombari e distribuzione del dolore

- L5: dolore su faccia laterale coscia-gamba e dorso piede, possibile deficit di dorsiflessione dell’alluce

- S1: dolore lungo posteriore coscia-gamba e margine laterale del piede, possibile debolezza nel sollevare il tallone

Queste informazioni aiutano a correlare i sintomi al livello vertebrale coinvolto.

La distribuzione dei sintomi è una guida fondamentale per l’identificazione della radice coinvolta. Tuttavia, le varianti anatomiche (es. sciatico accessorio, doppie innervazioni) possono generare pattern atipici: ecco perché il clinico deve sempre correlare distribuzione, intensità, e andamento temporale del dolore con il quadro funzionale.

Valutazione completa: il test non basta da solo!

Il test di Lasègue/SLR è utile, ma non sufficiente per una valutazione completa o una diagnosi medica.

Va integrato con:

- test neurologici (riflessi, forza muscolare, sensibilità dermatomerica)
- imaging (RM lombare) se necessario
- analisi posturale e del movimento

Non va sottovalutato il ruolo dell’anamnesi: un SLR positivo in un paziente senza alcun segno neurologico, con dolore localizzato e meccanico, può nascondere una disfunzione muscolo-fasciale, come nel caso di una neuropatia funzionale sciatico-pelvica, dove il nervo è irritato nel suo decorso extravertebrale (es. a livello del piriforme o del complesso pelvico), più che una radicolopatia vera e propria.

Conclusione: una gamba alzata, una finestra sul sistema nervoso!

Il test di Lasègue/SLR non è una sentenza.
È un indicatore, una finestra, un pezzo di un puzzle più ampio.

Osservalo nel contesto.

Usalo come parte di un ragionamento clinico. E soprattutto: ascolta il paziente, non solo l’angolo.

Vuoi approfondire?

Leggi anche l’articolo sulla neuropatia funzionale sciatico-pelvica, un’alternativa spesso sottovalutata alla classica “sciatica”:

https://educarefisio.com/2024/11/04/sindrome-del-piriforme-rivalutazione

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La manipolazione vertebrale è una tecnica di terapia manuale in cui viene applicato un impulso ad alta velocità con una bassa ampiezza (HVLA: high velocity low amplitude) ad un’articolazione, entro il limite anatomico o leggermente oltre senza causare danni a quest'ultima ma solo effetti benefici. La sua caratteristica principale è la produzione di un popping sound (crack, pop) che è udibile sia dal professionista che la esegue sia dal paziente a cui viene rivolta. Questo suono tipico è definito cavitazione e non è altro che lo “scoppio o implosione" di una o più bolle di gas che si formano all’interno dell’articolazione, di conseguenza è doveroso specificare che attraverso tale tecnica non viene riposizionata nessuna vertebra, non viene spostato nessun disco intervertebrale ma solo mobilizzati determinando una riduzione del dolore, un rilascio di sostanze chiamate endorfine ed un reset dell'arco diastaltico che determina un effetto miorilassante.
È una tecnica di terapia manuale utilizzata spesso dai Fisioterapisti specializzati ed è sempre consigliato, prima di sottoporsi a trattamenti di questo tipo, la richiesta del certificato di laurea e specifiche competenze nel curriculum del professionista. In Italia gli unici professionisti che possono trattare un soggetto con patologia sono il medico ed il Fisioterapista specializzati in tale disciplina di terapia manuale vertebrale.

Indirizzo

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Orta Nova
71045

Orario di apertura

Lunedì 09:00 - 21:00
Martedì 09:00 - 21:00
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Giovedì 09:00 - 21:00
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