Dott. Giuliano Barbabella Psicologo, Psicoterapeuta, Psicoanalista

  • Casa
  • Italia
  • Orvieto
  • Dott. Giuliano Barbabella Psicologo, Psicoterapeuta, Psicoanalista

Dott. Giuliano Barbabella Psicologo, Psicoterapeuta, Psicoanalista Sono il Dott. Giuliano Barbabella psicologo, psicoterapeuta, psicoanalista, laureato in psicologia c

15/03/2025

𝙄𝒍 𝒇𝙖𝒔𝙘𝒊𝙣𝒐 𝒅𝙚𝒍 𝒃𝙧𝒊𝙫𝒊𝙙𝒐: 𝙥𝒆𝙧𝒄𝙝𝒆́ 𝒂𝙢𝒊𝙖𝒎𝙤 𝙖𝒗𝙚𝒓𝙚 𝙥𝒂𝙪𝒓𝙖 𝙘𝒐𝙣 𝙡’𝙝𝒐𝙧𝒓𝙤𝒓
Di Dott. Giuliano Barbabella Psicologo, Psicoterapeuta, Psicoanalista

𝗣𝗲𝗿𝗰𝗵𝗲́ 𝗰𝗶 𝗽𝗶𝗮𝗰𝗲 𝗮𝘃𝗲𝗿𝗲 𝗽𝗮𝘂𝗿𝗮?
Una domanda che può sembrare contraddittoria. Eppure, milioni di persone scelgono volontariamente di guardare film horror, leggere storie inquietanti o vivere esperienze spaventose. 𝐂𝐨𝐬𝐚 𝐬𝐢 𝐧𝐚𝐬𝐜𝐨𝐧𝐝𝐞 𝐝𝐢𝐞𝐭𝐫𝐨 𝐪𝐮𝐞𝐬𝐭𝐚 𝐚𝐭𝐭𝐫𝐚𝐳𝐢𝐨𝐧𝐞 𝐩𝐞𝐫 𝐢𝐥 𝐭𝐞𝐫𝐫𝐨𝐫𝐞?

In realtà, il genere horror risponde a bisogni profondi della psiche umana. Non si tratta solo di un gusto per il macabro o il raccapricciante, ma di qualcosa di più sottile: un vero e proprio viaggio dentro noi stessi, tra emozioni, istinti e consapevolezza.

𝗟𝗮 𝗽𝗮𝘂𝗿𝗮 𝗰𝗵𝗲 𝗮𝗳𝗳𝗮𝘀𝗰𝗶𝗻𝗮
L’horror ci mette di fronte a ciò che normalmente evitiamo: 𝐥𝐚 𝐦𝐨𝐫𝐭𝐞, 𝐥’𝐢𝐠𝐧𝐨𝐭𝐨, 𝐢𝐥 𝐦𝐚𝐥𝐞. Tuttavia, lo fa in un contesto protetto, dove sappiamo di poter interrompere, alzare il volume, persino ridere del mostro sullo schermo. In questo senso, vivere la paura in un ambiente “controllato” ci dà un senso di potere.
È proprio questo equilibrio tra 𝐦𝐢𝐧𝐚𝐜𝐜𝐢𝐚 e 𝐬𝐢𝐜𝐮𝐫𝐞𝐳𝐳𝐚 che trasforma la paura in piacere.

𝗨𝗻𝗮 𝗽𝗮𝗹𝗲𝘀𝘁𝗿𝗮 𝗽𝗲𝗿 𝗹𝗲 𝗲𝗺𝗼𝘇𝗶𝗼𝗻𝗶
Guardare un film horror significa affrontare stimoli intensi, gestire la tensione, osservare come il corpo e la mente reagiscono a situazioni di paura. In un certo senso, il film horror funge da 𝐩𝐚𝐥𝐞𝐬𝐭𝐫𝐚 𝐞𝐦𝐨𝐭𝐢𝐯𝐚. Le scene di spavento, il cuore che accelera, l’adrenalina che scorre: sono tutte reazioni che ci mettono alla prova. E quando il film finisce, c’è un 𝐬𝐨𝐥𝐥𝐢𝐞𝐯𝐨, una sensazione di soddisfazione. È come se avessimo affrontato una piccola sfida e l’avessimo superata.

Questa esperienza ci aiuta a gestire la paura nella vita quotidiana. In effetti, quando impariamo a riconoscere e ad affrontare 𝐞𝐦𝐨𝐳𝐢𝐨𝐧𝐢 𝐟𝐨𝐫𝐭𝐢 𝐞 𝐬𝐩𝐢𝐚𝐜𝐞𝐯𝐨𝐥𝐢 in modo “sicuro” durante un film, possiamo sentirci più preparati ad affrontarle nella realtà.

𝗟’𝗲𝘀𝗽𝗹𝗼𝗿𝗮𝘇𝗶𝗼𝗻𝗲 𝗱𝗲𝗹 𝗹𝗮𝘁𝗼 𝗼𝘀𝗰𝘂𝗿𝗼
Oltre alla paura “classica” di mostri e spiriti, i film horror esplorano anche il lato più oscuro della natura umana: 𝐥’𝐚𝐠𝐠𝐫𝐞𝐬𝐬𝐢𝐯𝐢𝐭𝐚̀, 𝐥𝐚 𝐯𝐢𝐨𝐥𝐞𝐧𝐳𝐚, 𝐥’𝐢𝐦𝐩𝐮𝐥𝐬𝐨 𝐝𝐢 𝐝𝐢𝐬𝐭𝐫𝐮𝐳𝐢𝐨𝐧𝐞. Questi sono impulsi istintivi che, nel nostro quotidiano, tendiamo a reprimere. L’horror, però, ci permette di confrontarci con queste emozioni primordiali in modo sicuro e simbolico.

Non è un caso che molti film horror parlino di forze oscure che non possiamo controllare: è una metafora per quei lati della nostra personalità che spesso ignoriamo o replichiamo. Guardando un film horror, possiamo fare i conti con questi aspetti senza che ciò abbia conseguenze dirette sulle persone o sulla nostra vita.

𝗣𝗶𝗮𝗰𝗲𝗿𝗲 𝗲𝘀𝘁𝗿𝗲𝗺𝗼 𝗲 𝘀𝗰𝗮𝗿𝗶𝗰𝗮 𝗱𝗶 𝗮𝗱𝗿𝗲𝗻𝗮𝗹𝗶𝗻𝗮
C’è una ragione per cui molte persone descrivono l’esperienza dell’horror come un “𝐛𝐫𝐢𝐯𝐢𝐝𝐨” entusiasmante: 𝐥’𝐚𝐝𝐫𝐞𝐧𝐚𝐥𝐢𝐧𝐚 è una delle emozioni più potenti che possiamo sperimentare. In effetti, guardare un film horror è un po' come praticare uno sport estremo o fare bungee jumping: l’emozione è intensa, il cuore batte forte, e poi arriva un 𝐬𝐞𝐧𝐬𝐨 𝐝𝐢 𝐬𝐨𝐥𝐥𝐢𝐞𝐯𝐨 e di appagamento. Una 𝐬𝐜𝐚𝐫𝐢𝐜𝐚 𝐝𝐢 𝐞𝐧𝐞𝐫𝐠𝐢𝐚 che ci fa sentire vivi, pronti a riprendere il controllo sulla nostra vita.

Anche se la paura è, in realtà, una risposta fisiologica al pericolo, in questo contesto diventa un piacere 𝐜𝐨𝐧𝐭𝐫𝐨𝐥𝐥𝐚𝐭𝐨, che ci ricarica e ci dà una sensazione di 𝐞𝐮𝐟𝐨𝐫𝐢𝐚.

𝗖𝗼𝗻𝗼𝘀𝗰𝗲𝗿𝘀𝗶 𝗮𝘁𝘁𝗿𝗮𝘃𝗲𝗿𝘀𝗼 𝗹𝗮 𝗽𝗮𝘂𝗿𝗮
Un aspetto più profondo dell’horror riguarda la possibilità di 𝐜𝐨𝐧𝐨𝐬𝐜𝐞𝐫𝐞 𝐦𝐞𝐠𝐥𝐢𝐨 𝐧𝐨𝐢 𝐬𝐭𝐞𝐬𝐬𝐢. Le nostre reazioni alla paura possono rivelare molto sul nostro carattere e sui nostri limiti. 𝐂𝐨𝐬𝐚 𝐜𝐢 𝐬𝐩𝐚𝐯𝐞𝐧𝐭𝐚 𝐝𝐚𝐯𝐯𝐞𝐫𝐨? Perché alcune scene ci lasciano paralizzati, mentre altre non ci toccano affatto?

L’horror offre una finestra sulle 𝐧𝐨𝐬𝐭𝐫𝐞 𝐞𝐦𝐨𝐳𝐢𝐨𝐧𝐢 𝐩𝐢𝐮̀ 𝐩𝐫𝐨𝐟𝐨𝐧𝐝𝐞, quelle che spesso non vogliamo ammettere nemmeno a noi stessi. Guardando un film horror, possiamo esplorare le nostre paure più intime, mettendo in discussione i nostri limiti e, magari, superandoli.

𝗖𝗼𝗻𝗰𝗹𝘂𝘀𝗶𝗼𝗻𝗲: 𝗹’𝗵𝗼𝗿𝗿𝗼𝗿 𝗰𝗼𝗺𝗲 𝘀𝗽𝗲𝗰𝗰𝗵𝗶𝗼 𝗱𝗲𝗹𝗹’𝗮𝗻𝗶𝗺𝗼 𝘂𝗺𝗮𝗻𝗼
L’horror non è solo un genere di intrattenimento fatto di mostri e urla nel buio. È un genere che esplora le 𝐧𝐨𝐬𝐭𝐫𝐞 𝐩𝐚𝐮𝐫𝐞 𝐩𝐢𝐮̀ 𝐩𝐫𝐨𝐟𝐨𝐧𝐝𝐞, quelle che riguardano la nostra esistenza, la nostra morte e i nostri limiti. Ci offre uno spazio sicuro per confrontarci con ciò che ci turba e, in qualche modo, ci aiuta a crescere come individui.

La prossima volta che ti ritroverai a guardare un film horror, prova a fermarti un momento e chiediti: Cosa sto imparando su di me? Magari il brivido che provi è più di una semplice scarica di paura: potrebbe essere un passo verso una maggiore 𝐜𝐨𝐧𝐬𝐚𝐩𝐞𝐯𝐨𝐥𝐞𝐳𝐳𝐚 𝐝𝐢 𝐭𝐞 𝐬𝐭𝐞𝐬𝐬𝐨.




















21/11/2024

Una

Dalle pagine della rivista Il Vicino Pubblicitaria 📰
21/11/2024

Dalle pagine della rivista Il Vicino Pubblicitaria 📰

Sulla lunghezza d’onda dell’articolo del mese precedente dove ho parlato di emozioni in generale, vorrei affrontare singolarmente alcune di esse e vorrei iniziare dalla tristezza. La tristezza non gode di una buona fama e viene frequentemente considerata qualcosa di negativo e disfunzionale come...

Dalle pagine della rivista Il Vicino Pubblicitaria 📰
21/11/2024

Dalle pagine della rivista Il Vicino Pubblicitaria 📰

Proseguendo nel mio voler trattare le varie emozioni, in questo articolo tratterò il tema della felicità. La ricerca della felicità negli ultimi anni è diventato un ottimo sistema per fare soldi. Libri, convegni, corsi, cercano in tutti i modi di “vendere” la ricetta per essere felici. Ma, i...

“Non si può capire chi sono le persone fuori dal paesaggio. Il paesaggio è fondamentale. La vera filiazione sta nel paes...
13/06/2024

“Non si può capire chi sono le persone fuori dal paesaggio. Il paesaggio è fondamentale. La vera filiazione sta nel paesaggio. La stanza e la pietra non meno che il taglio del cielo. È questo che Denner mi aveva insegnato a vedere nelle foto cosiddette di strada: come il paesaggio illumina l’uomo. E come fa parte di lui. E posso dire che è questo che ho sempre amato in Jean-Lino, il modo in cui portava con sé il paesaggio, senza difendersi da niente.”

Babilonia, Yesmina Reza

31/07/2023

Le relazioni interpersonali che costituiscono una colonna portante della vita di ognuno, pur soddisfando il bisogno umano di affiliazione, sono anche la fonte di alcune tra le più dolorose ferite.Quando una persona, significativa o meno, offende, delude o reca un qualsiasi danno succede, spesso e v...

La rassegnazione è un sentimento ambivalente. Infatti, tale atteggiamento, se viene “usato” in modo costruttivo può aiut...
07/07/2023

La rassegnazione è un sentimento ambivalente. Infatti, tale atteggiamento, se viene “usato” in modo costruttivo può aiutare a ripartire dopo un qualsiasi momento di crisi, ma se diventa un abito mentale a tutto campo può tagliare le gambe perfino alle persone più propositive. Anche se siamo soliti associare tale vissuto ad un’idea di sconfitta e di fallimento, nonché ad una perdita irreversibile di speranza, al contrario esso potrebbe rivelarsi un’arma vincente. A volte non “cedere” ad un evento (la separazione da una persona cara, un progetto che non si riesce a realizzare, ecc) non solo fa stare malissimo, ma ci fissa in una condizione che peggiora progressivamente. Se però riusciamo, seppur con ovvie difficoltà, ad arrivare al cosiddetto “punto di rassegnazione” e cioè smettiamo di opporci e di combattere quell’evento stesso, possiamo iniziare ad elaborarlo, ad andare oltre e ripartire. La rassegnazione si trasforma in una funzione negativa quando è preventiva, cioè quando è presente già prima di affrontare qualcosa o quando è immediata, ossia subentra alla prima difficoltà di un percorso, difficoltà che è normale che possa manifestarsi all’inizio di una qualsiasi cosa. Il soggetto “non ci crede” e costituisce un pregiudizio su se stesso e sulla realtà che si estende ad altri o a tutti gli ambiti del vivere. Questo “tipo” di rassegnazione toglie l’entusiasmo per intraprendere qualunque azione e non solo. Priva di obiettività e non ci mostra le possibilità reali insite anche nei momenti più difficoltosi. In pratica non permette mai di “sfruttare” le crisi, non favorendo una evoluzione e una crescita della persona. Anche perché il rassegnato, non avendo fiducia in niente, non si mette mai al cento per cento in una situazione, vivendo al risparmio nel tentativo maldestro di evitare l’ennesima delusione che, proprio per questo, arriva puntuale. Impariamo ad ascoltare noi stessi e chi ci è vicino e invece di lamentarci o chiedere consigli senza però modificare nulla, usciamo dal nostro monotono dialogo interiore se esclusivamente fatto di pensieri pessimistici. Inoltre, tutti noi abbiamo un ambito, anche piccolo, su cui “non molliamo” ed in cui intimamente crediamo. Dobbiamo individuarlo perché in esso c’è l’energia che ci serve pure per altri piani. Ci vuole volontà, coraggio, amor proprio ed uno sguardo su di sé nuovo, ricordandoci che i no, le crisi ed i traumi pur facendo sempre parte della vita, non sono gli unici rappresentanti di quest’ultima.

La rassegnazione è un sentimento ambivalente. Infatti, tale atteggiamento, se viene “usato” in modo costruttivo può aiut...
29/03/2023

La rassegnazione è un sentimento ambivalente.

Infatti, tale atteggiamento, se viene “usato” in modo costruttivo può aiutare a ripartire dopo un qualsiasi momento di crisi, ma se diventa un abito mentale a tutto campo può tagliare le gambe perfino alle persone più propositive.

Anche se siamo soliti associare tale vissuto ad un’idea di sconfitta e di fallimento, nonché ad una perdita irreversibile di speranza, al contrario esso potrebbe rivelarsi un’arma vincente.

Se però riusciamo, seppur con ovvie difficoltà, ad arrivare al cosiddetto “punto di rassegnazione” e cioè smettiamo di opporci e di combattere quell’evento stesso, possiamo iniziare ad elaborarlo, ad andare oltre e ripartire.

Per leggere tutto l'articolo link in Bio 👆🏻

¿Voi cosa ne pensate ?
Vi leggo ‼️
👥 Chiedere aiuto non è mai sbagliato, se avete dubbi o domande, sono qui per voi !
Per appuntamenti 👇🏻
☎️ +39 351 832 4868
📍Orvieto Centro, Piazza Marconi, 1.
📍Perugia, Via del Bovaro, 19.
📍Ciconia, Via degli Aceri, 58/60 (FISIOMED).

L'INEVITABILE: come ciò che ci può rendere deboli può farci diventare più fortiNon sempre le cose vanno come vorremmo ch...
22/03/2023

L'INEVITABILE: come ciò che ci può rendere deboli può farci diventare più forti

Non sempre le cose vanno come vorremmo che andassero, anzi, spesso e volentieri, ciò che ci eravamo prefissati diventa un vera e propria illusione.

Davanti al ricevere una notizia tragica, un tradimento, una malattia, davanti ad una perdita totale o quasi di quelle certezze a cui in precedenza si poteva fare riferimento, come si fa a non arrabbiarsi? A non ribellarsi?

Imparare ad essere libero in queste situazioni, ecco dove sta la scelta, ecco dove sta l’accettazione o la rassegnazione attiva come strumento costruttivo per fronteggiare un evento negativo, ecco dove quella rabbia, quella paura e quelle emozioni destabilizzanti, pur non riuscendo mai ad eliminarle completamente, potrebbero costituire quello sprone necessario per reagire e non per fossilizzarsi, con gli eventi dolorosi che possono acquisire allora un significato evolutivo di qualcosa che ci è servito e che ci serve per crescere e non per bloccarsi.

Per leggere tutto l'articolo clicca qua 👉🏻 https://rivista.ilvicino.it/linevitabile-come-cio-che-ci-puo-rendere-deboli-puo-farci-diventare-piu-forti/

¿Voi cosa ne pensate ?

Vi leggo ‼️

👥 Chiedere aiuto non è mai sbagliato, se avete dubbi o domande, sono qui per voi !
Per appuntamenti 👇🏻
☎️ +39 351 832 4868
📍Orvieto Centro, Piazza Marconi, 1.
📍Perugia, Via del Bovaro, 19.
📍Ciconia, Via degli Aceri, 58/60 (FISIOMED).

⚖️ L’equilibrio interiore come indice dello stare bene con se stessi ⚖️Cari lettori, penso che ad ognuno di noi sia capi...
15/03/2023

⚖️ L’equilibrio interiore come indice dello stare bene con se stessi ⚖️

Cari lettori, penso che ad ognuno di noi sia capitato di passare momenti della propria vita in cui tutto potesse sembrare una lotta, dove anche la situazione più semplice diventava complicata e si aveva l’impressione di sbagliare qualsiasi cosa si provasse a dire o fare.

Innanzitutto, non si dovrebbe dipendere dagli altri, bensì imparare a stare anche da soli, prendendosi la responsabilità dei propri pensieri e azioni. La libertà individuale è importantissima, quella mentale specialmente, e “l’altro” deve rappresentare una risorsa e non un limite.

Si dovrebbe, parimenti, cercare di gestire meglio sia il giudizio che il senso di colpa. Qualche volta, infatti, capita di auto-accusarci o di sentirci giudicati; accettare se stessi, il proprio passato, i nostri atteggiamenti, giusti o sbagliati che siano, senza usarli come pretesto o come ancora distruttiva, è una delle basi per arrivare a mettere in atto tutto quello che può essere costruttivo per noi e conseguentemente donarci quella stabilità mentale a cui si lega l’equilibrio interiore.

¿Voi cosa ne pensate ?
👀Vi leggo❗️

Chiedere aiuto non è mai sbagliato, se avete dubbi o domande, sono qui per voi !
👉🏻 Per appuntamenti 👇

☎️ +39 351 832 4868 🤗
📍Orvieto Centro, Piazza Marconi, 1.
📍Perugia, Via del Bovaro, 19.
📍Ciconia, Via degli Aceri, 58/60 (FISIOMED).

‼️ OPPORTUNITÀ E OPPORTUNISMO ‼️È importante per comprendere chi è l’opportunista e non solo nell’accezione negativa del...
09/03/2023

‼️ OPPORTUNITÀ E OPPORTUNISMO ‼️

È importante per comprendere chi è l’opportunista e non solo nell’accezione negativa del termine per cui quest’ultimo viene visto solamente come un arrampicatore sociale che sfrutta la situazione a proprio vantaggio tradendo il rispetto delle regole condivise, degli impegni presi e della sensibilità dell’altro.

Sebbene questa definizione sia giusta rappresenta, però, solo un aspetto dell’opportunismo. Essere opportunisti significa anche trovare un modo sempre più funzionale per sopravvivere, significa darsi da fare, nonché, di conseguenza, mettere in risalto una modalità non passiva di relazionarsi con il mondo e una ricerca attiva dell’opportunità (ecco la seconda categoria).

l’opportunista è una persona flessibile, inventiva, dinamica. Se la nostra specie non fosse stata opportunista nello “sfruttare” in modo costruttivo e creativo l’ambiente circostante, noi oggi non saremmo qui. Non sto assolutamente sostenendo chi passa sopra all’altro o ai valori della comunità per il proprio interesse, ma non voglio neanche de-valorizzare chi, nel rispetto di quest’ultimi, ha la capacità di trarre il massimo da ogni contesto.

Un segno, oltretutto, di assoluta resilienza, ossia di una spiccata capacità nell’affrontare e gestire ogni situazione compresi periodi di difficoltà o eventi negativi.

¿Cosa fare con il senso di vuoto?Ci si sente vuoti quando la propria attenzione è posta su cose che mancano, sull’assenz...
02/03/2023

¿Cosa fare con il senso di vuoto?

Ci si sente vuoti quando la propria attenzione è posta su cose che mancano, sull’assenza. Il senso di vuoto non è un dato oggettivo, una situazione fisica, ma è un qualcosa che dipende da come noi valutiamo le cose che abbiamo intorno e in noi stessi. Certamente quando appare tale sensazione, nella maggior parte dei casi, le reazioni sono due: o ci si blocca o si cerca subito una soluzione.

Moltissime volte nel provare a riempire tale sensazione negativa (se non si rimane inizialmente bloccati), aumenta il rischio che niente riesca davvero a colmarla. Si iniziano a fare più cose insieme finendoci di riempire di impegni e scadenze che, a loro volta, hanno l’effetto di affaticarci ancora di più e di vivere in modo più frenetico.

Il senso di vuoto resterà sempre finché cerchiamo di riempirlo dall’esterno.

Esso si deve accogliere e affrontare affinché si abbia il coraggio di iniziarlo a vedere anche come una rampa di lancio per una crescita personale.

Oltretutto si cerchi di nutrire la propria mente di presenza e non di assenza, cercando nel limite del possibile di godersi anche le pochissime cose che ci circondano o che si hanno in noi.

Indirizzo

Orvieto

Telefono

+393518324868

Sito Web

Notifiche

Lasciando la tua email puoi essere il primo a sapere quando Dott. Giuliano Barbabella Psicologo, Psicoterapeuta, Psicoanalista pubblica notizie e promozioni. Il tuo indirizzo email non verrà utilizzato per nessun altro scopo e potrai annullare l'iscrizione in qualsiasi momento.

Condividi

Digitare