Shiva Yoga Osnago

Shiva Yoga Osnago Informazioni di contatto, mappa e indicazioni stradali, modulo di contatto, orari di apertura, servizi, valutazioni, foto, video e annunci di Shiva Yoga Osnago, Palestra yoga, xx settembre 10, osnago.

Shiva Yoga Osnago ha l'obiettivo
di trasmettere gli insegnamenti originari
dello Yoga Tradizionale Indiano
una disciplina completa che abbraccia
tutti gli aspetti della vita
strumento indispensabile per la salute
psico-fisica e la ricerca interiore

29/10/2025

● Ṛṣi (ऋषि) viene dal sanscrito dalla radice ṛṣ, che significa muoversi, fluire, udire interiormente, vibrare.
Il Rishi è dunque colui che ascolta il Suono del Reale, colui che vede e ode i mantra, non li inventa. Non è un autore, ma un ricettacolo, un canale puro attraverso cui la Parola cosmica (Vāk) si manifesta.

I Veda, infatti, non sono “scritti da uomini”: essi furono visti (dṛṣṭa) dai Rishi in stato di pura coscienza, in ciò che gli Yoga Sutra chiamano ṛtaṁbharā prajñā, la conoscenza che nasce dall’ordine cosmico stesso (ṛta).
Ogni mantra vedico è legato a un Rishi, che lo ha udito nello spazio interiore del Sé.

La mente di un Rishi non è più personale.
Non è più un campo di pensieri, opinioni o ricordi. È come uno specchio d’acqua immobile sul quale si riflette la verità stessa del Brahman.
Quando la mente non vibra più per desiderio o paura, essa diviene trasparente e il Logos cosmico – il mantra universale – può risuonare attraverso di essa.

Il Rishi non pensa: egli vede.
Non interpreta: egli percepisce la realtà nella sua purezza.
La sua mente è un intervallo di silenzio cosciente, un punto vuoto dove il Divino parla da sé.

Dentro un Rishi non vi è “qualcuno”: vi è solo la vibrazione consapevole del Tutto.
Il suo cuore è uno spazio di silenzio e compassione assoluta, perché, riconoscendo tutto come Sé, non può più opporsi a nulla.
Là dove un uomo comune sente differenza e opposizione, il Rishi sente unità e ritmo.
Il suo interno è come una caverna luminosa dove il Brahman pulsa come Om, il suono originario.

Il Rishi è un condotto tra i mondi:

tra il non manifestato (Puruṣa, Brahman, Śiva)

e il manifesto (Prakṛti, Shakti, le forme della vita).

È come un nodo di risonanza dove il silenzio cosmico prende forma in parola, in mantra, in visione.
Potremmo dire che attraverso il Rishi l’universo stesso si contempla.
Ecco perché, nei Veda, il Rishi è spesso detto dṛṣṭā – “il veggente” – e non “il pensatore”.

Il legame con Rishikesh

Il nome Rishikesh (ऋषिकेश) significa letteralmente “Signore dei sensi (īśa) dei Rishi (ṛṣi)” o anche “Capo dei veggenti”.
È uno dei nomi di Śiva e Viṣṇu: il potere che governa e purifica gli strumenti percettivi, affinché diventino degni di ricevere la Verità.
Per questo, nella tradizione, si dice che i Rishi discendevano dalle grotte himalayane (dove vivevano immersi nella contemplazione) verso Rishikesh, quando la neve chiudeva i passi, per riposare, condividere i loro canti e tramandare le loro rivelazioni agli allievi.

Rishikesh, nella sua essenza più profonda, non è tanto un luogo geografico, ma lo stato di coscienza in cui la mente è retta da Ishvara, in cui il silenzio diventa parola e la parola ritorna al silenzio.

Oggi, tuttavia, ciò che porta il nome di Rishikesh è spesso una forma svuotata del suo spirito originario.
Quella che un tempo fu la culla del silenzio dei veggenti è divenuta, in larga parte, un circo del moderno ego spirituale, dove la parola “yoga” ha preso il posto del Silenzio e la ricerca del Sé è stata sostituita dalla ricerca di esperienze.
È come se il nome dei Rishi fosse rimasto inciso sulla soglia, ma il Rishi stesso fosse scomparso.

L’Occidente, affascinato dall’esotico, scambia l’abito per la realizzazione: si fotografa davanti al Gange credendo di essere entrato nel mistero, ma il vero Rishikesh — quello in cui il Sé governa i sensi — non è tra le botteghe, bensì nel cuore che tace.

Così la parola Rishikesh è oggi un simbolo dell’illusione del mondo moderno: una forma vuota, un nome sacro abitato dal rumore del mercato, dove ancora molti occidentali vengono ingannati dall’apparenza e dalla promessa di una spiritualità facile.
Eppure, sotto quella superficie, la vibrazione antica non è scomparsa: chi è puro la può ancora udire, come un richiamo sommerso che invita al ritorno alla sorgente.

14/10/2025

Unico evento annuale di Shaktipat Diksha con Sri Pranidhana. Yoga, meditazione e canti vedici. Borgo Zen, 6-8 dicembre 2025. Posti limitati.

01/10/2025
01/10/2025

● La Vita, la Morte, il Karma e il Passaggio

Perché la nostra vita prende questa direzione e non un’altra?
Perché ripetiamo gli stessi errori, ci ritroviamo in certe famiglie, incontriamo certe persone e non altre?
La tradizione vedica risponde con una parola semplice, ma immensa: karma.

• Che cos’è il karma?

Karma significa azione.
Ogni pensiero, ogni gesto compiuto con intenzione lascia una traccia sottile dentro di noi (saṁskāra).
Queste tracce non scompaiono: formano il tessuto invisibile che ci porta a reagire in un certo modo, a rinascere in un certo corpo, a vivere certe esperienze.
Non è punizione né premio. È la legge naturale di causa ed effetto applicata alla vita della coscienza.

• Chi agisce? Chi raccoglie i frutti?

Il Sé – Ātman – non agisce, non nasce, non muore.
A compiere le azioni è il jīva: l’anima individuale riflessa nella mente, spinta dal desiderio e dall’ignoranza della propria vera natura.
Finché crediamo “Io ho fatto”, raccoglieremo i frutti delle nostre azioni.
Quando realizziamo “Io non sono l’agente”, il legame con il karma si scioglie.

• Chi reincarna?

Non il Sé, che è eterno e immobile.
A trasmigrare è il corpo sottile: mente, memoria, desideri, energie vitali.
È il jīva a rinascere, portando con sé le impressioni del passato.
Il ciclo continua finché i semi del desiderio restano vivi.

• Tre karma

La tradizione distingue tre livelli:

Saṁchita: il deposito accumulato in molte vite.

Prārabdha: la parte che sta maturando in questa vita, e che non possiamo evitare.

Kriyamāṇa o Āgāmi: il karma che stiamo creando ora, con le scelte del presente.

Qui sta la nostra libertà: trasformare il karma che generiamo oggi.

• Come si spezza il ciclo?

Non con azioni morali soltanto, ma con la conoscenza del Sé, il distacco, la resa del frutto delle azioni, la devozione al Divino.
Quando riconosciamo di non essere il corpo-mente, il karma brucia come paglia al fuoco.
Le azioni continuano, ma non lasciano più traccia.
Allora il saṁsāra si ferma, e nasce la vera libertà.

• Perché questo ci riguarda adesso

Il karma non è destino. È educazione.
Comprendere questa legge ci permette di vivere meglio qui e ora:
• reagire con più lucidità,
• scegliere con consapevolezza,
• non essere più schiavi del passato.

“Non si tratta di filosofia. Si tratta di smettere di vivere nell’illusione.”

🏵9 incontri online Zoom dal 14 ottobre - ogni martedì alle 20.30

Info e iscrizioni:
https://www.shivayogatemple.it/corsi-yoga-online/online-yoga/dialoghi-con-la-morte/

14/09/2025

● Il corso è rivolto a chi sente una chiamata sincera verso lo Yoga, che desideri non solo imparare asana, ma comprendere la filosofia, la meditazione, il respiro e lo stile di vita yogico. I nostri docenti sono maestri riconosciuti con oltre 30 anni di esperienza, capaci di guidarti con competenza, umiltà e presenza, per aiutarti a diventare un insegnante consapevole e preparato.










13/09/2025

🏵 La RESA: un altro modi di praticare lo YOGA
La Vittoria Suprema dell’Essere

Per la mente occidentale, la parola resa evoca subito immagini di sconfitta:
bandiere bianche che sventolano, armi lasciate cadere, territori perduti.
Ci hanno insegnato fin da bambini a non mollare mai, a combattere per ogni cosa, a credere che il controllo sia la chiave della sicurezza.

Ma ciò che chiamiamo controllo è come cercare di trattenere il vento in una scatola.
Più stringiamo, più la vita ci scivola tra le dita.
L’ego è un guerriero che combatte una guerra che non può vincere, perché combatte contro la stessa realtà che lo sostiene.

Nella via spirituale, arrendersi non significa essere sconfitti.
Significa smettere di combattere contro l’inevitabile, come un fiume che finalmente smette di sb****re contro le rocce e si lascia portare dal mare che lo attende da sempre.
Questa è la śaraṇāgati: la resa sacra.

Resa a chi?
Non a una forza esterna che ci domina, ma alla Verità più intima che ci abita.
Arrendersi è tornare a Casa, al Sé eterno, a Dio che non è lontano nel cielo, ma vibra in ogni battito del cuore, o al Guru che, incarnando questa Verità,
ci tende la mano per mostrarci ciò che noi ancora non vediamo.

È un gesto semplice, eppure terribilmente difficile per l’occidentale.
Siamo addestrati a misurare, analizzare, decidere.
Eppure, nell’attimo in cui lasciamo cadere la pretesa di controllare tutto, succede qualcosa di straordinario:
il peso scompare, la mente tace, e ci scopriamo infinitamente più vasti di ciò che credevamo di essere.

Arrendersi è come gettarsi all’indietro nel vuoto
e scoprire che quel vuoto è in realtà una rete di luce che ci sostiene.
È smettere di essere la goccia che teme di dissolversi
e riconoscere di essere l’Oceano stesso.

La resa al Guru è fidarsi di chi vede la cima della montagna
mentre noi siamo ancora avvolti nella nebbia della valle.
La resa alla Verità è lasciare che la Luce illumini ogni oscurità, anche quelle che non osiamo guardare.
La resa a Dio è permettere che la Grazia fluisca senza ostacoli.

I benefici sono immensi:
pace incrollabile, libertà dal tormento mentale,
una gioia che non dipende da nulla, e la certezza che ogni cosa ha sempre avuto un senso.

Quella che segue è la versione integrale della Surrender,
la preghiera che Sri Sathya Sai Baba,
ha donato al mondo come via diretta e semplice per giungere alla conoscenza del Sé e alla liberazione dall’illusione.
Leggila non solo con gli occhi,
ma con il cuore pronto ad arrendersi.

"Perché ti preoccupi tanto?Lascia che sia Io ad occuparmi dei tuoi problemi. Sono Io colui che se ne prende cura. Io sto solo aspettando che tu ti affidi a Me. Io intervengo solamente quando ti affidi completamente a Me, slol così non dovrai più preoccuparti di niente. Lascia andare tutte le tue paure e preoccupazioni; altrimenti mi dimostri che non ti fidi di Me. Al contrario ti devi fidare cecamente di Me.Affidarsi significa: "tenere lontano i tuoi pensieri da tutte le tue preoccupazioni".Lascia tutto in mano Mia e dimmi: "Dio, pensa tu a questa cosa, e così sia".
Questo vuol dire: "Dio, ti ringrazio di aver preso tutto nelle tue mani, so che risolverai questo problema nella maniera migliore per me".Ricorda che pensare alla conseguenza di una cosa è il contrario di arrendersi. Questi significa che quando ti preoccupi per una situazione che non ha avuto il risultato che tu desideravi, mi dimostri che non credi all'amore che Io provo per te; e mi dai la prova che tu non consideri la tua vita sotto il Mio controllo, e che nulla mi sfugge.Non pensare mai: "Come andrà a finire?, Che cosa succederà?" Se tu pensi in questo modo Mi dimostri che non ti fidi di Me. Vuoi che mi occupi di questo problema, si o no? Allora devi smettere di preoccuparti. Io ti posso guidare solo se tu ti arrendi completamente a Me. Quando Io ti porto su un cammino differente da quello che tu ti aspetti, Io ti accompagno sempre nelle mie braccia.Ciò che veramente ti fa stare in pena sono i tuoi ragionamenti, le tue preoccupazioni, le tue ossessioni e il desiderio di fare tutto da solo a qualsiasi costo. Io posso fare molte cose quando l'uomo, sia pure per le sue necessità terrene che per quelle spirituali, si rivolge a Me e dice: "Pensa Tu a questa cosa." e chiude gli occhi e si rilassa. Tu riceverai molto, ma solamente quando le tue preghiere saranno rivolte completamente verso di Me.
Tu ti rivolgi a Me quando stai male, in modo che Io possa intervenire, ma vuoi che io intervenga solamente come tu desideri. In questo modo tu non ti stai fidando di Me, e vuoi che io mi adegui alle tue richieste.Non credere di comportarti come i malati che vanno dal dottore per assere curati, e allo stesso tempo gli suggeriscono loro stessi la medicina di cui hanno bisogno.
Non fare così! Invece, anche in situazioni tristi, dimmi:
"Dio, mi rivolgo a te e ti ringrazio per questo problema e per questa necessità. Mi rivolgo a Te in modo tale che Tu possa risolvere questa situazione come tu desideri, per questa vita terrena e temporale. Tu sai bene quale è meglio per me."A volte ti sembra che i disastri aumentino invece di diminuire! Non ti agitare! Chiudi gli occhi e dimmi con fede: "Pensa Tu a questa cosa, e così sia." Quando tu Mi parli in questo modo, Io posso anche compiere un miracolo se necessario. Io faccio questo solo quando tu ti fidi completamente di Me.
Io ti penso sempre, ma posso aiutarti solamente quando tu ti affidi totalmente a Me".

12/09/2025

News India, Corsi Triennali di Veda Chanting con il Maetro Sri Pranidhana dal 1998. Questo training unico in Italia, fornisce una panoramica sull'origine e sull'evoluzione dei Veda, la culla dello Yoga. Insegna la recitazione vedica secolare in Occidente.

Indirizzo

Xx Settembre 10
Osnago
23875

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