16/10/2024
Parliamone, che non sia un tabù
“Gaia è morta. La vicina d’incubatrice di Francesca se n’è andata, la notte, tra i bip del- la TIN e le lacrime dei suoi genitori. Penso che non abbia neanche senso spiegarvi o raccontarvi cosa aveva, a che settimana è nata, a chi somigliava, da quanto tempo era ricoverata, quanti altri figli aveva la madre, che giorno è nata, se aveva il centrale o il sondino, la C-PAP o la tracheotomia, perché comunque Gaia è morta. (...)
Ricordo di aver letto che uno scrittore messicano, Octavio Paz, sosteneva che la morte è una parola da non pronunciare mai per un abitante di New York, Parigi o Londra perché brucia le labbra. «Mentre» scriveva Paz «il messicano la frequenta, la prende in giro, l’accarezza, dorme con lei, la festeggia, la considera uno dei suoi giocattoli preferiti, e il suo amore è duraturo».
In Messico si onora il morto lasciando sull’altare i cibi e le cose preferite (come le si*****te), affinché il defunto gusti e festeggi il proseguimento a una nuova vita. Tanto è vero che nessuno li assaggia, o li mangia, perché tutti sanno che sono stati già impoveriti dei sapori e degli aromi dal morto festante, che se li è goduti, prima della sua nuova avventura nell’aldilà. Ebbene quali sono i gusti di Gaia? Che cibi o giocattoli vorrebbe a fianco a lei? Forse perfino Paz, o un messicano qualsiasi, avrebbe difficoltà a festeggiare questa morte, perché non c’è un proseguimento a una nuova vita, ma solo la privazione di una vita precedente mai vissuta. Non ha mai visto il sole, né conosciuto i suoi gusti e le sue preferenze!”. Gaia è morta e le labbra bruciano così tanto da non riuscire a dirlo. (“Come respira una piuma” di .florita ).
15 ottobre giornata mondiale del lutto perinatale.
Non lasciamo che le labbra brucino, parliamone!