
20/09/2025
Che professionista sanitario sei se conosci a memoria le linee guida cliniche, ma non sai leggere i segnali del tuo corpo?
Se ti aggiorni con gli ECM, ma non aggiorni mai le tue difese contro stress e burnout?
Se credi che basta un aumento di stipendio per curare la tua salute, ti sbagli di grosso.
Tu sei il primo paziente da prendere in carico, dal mattino al risveglio, fino alla fine della giornata, occupandoti anche della qualità del tuo sonno.
Come sai, svolgo il lavoro di infermiera da ormai quasi 30 anni, la maggior parte dei quali passati in emergenza.
Pensa che paradosso: amo la sicurezza e la stabilità nella vita privata, ma sul lavoro mi piace l'effetto dell'adrenalina.
Il mio lavoro in emergenza, per me, è come una droga: non mi vedo a fare altro. La routine del reparto non è per me.
Per arrivare qui, a fare formazione e coaching per la prevenzione del Burnout, sono passata anche io, come la maggior parte di noi, attraverso quel buco nero della crisi professionale profonda.
Ho attraversato momenti di vero e proprio disagio mentale ed emotivo: ero sempre arrabbiata, aggressiva, nervosa, sia sul lavoro, sia nella vita privata.
Tornavo a casa dal turno e riempivo la testa del mio partner con lamentele sull'organizzazione, sui rientri che dovevo fare, sulla mancanza di risorse che mi impedivano di lavorare come mi sarebbe piaciuto.
Ero quella agguerrita dentro la chat whatsapp dei colleghi: se c'era un minimo cambiamento, ero quella che trovava sempre il cavillo per non farlo.
Ad un tratto, dal nulla, i miei colleghi, la dirigenza e tutto il mondo sanitario erano diventati dei pezzi di m***a, che remavano tutti contro di me, con serio accanimento.
Era davvero così? No.
Ero io che ero cambiata.
Avevo una separazione infelice da tenere sulle spalle.
Una figlia che stava crescendo, a cui kon riuscivo a dare le giuste attenzioni e mi mangiavo mezzo tratto gastrointestinale dal senso di colpa.
Il mio compagno, arrivato come un fulmine a cielo sereno, che mi ha stravolto piacevolmente la vita, a cui volevo offrire la parte migliore di me.
Ma i turni son fitti.
Le reperibilità costringono a stare in casa.
Le domeniche e le feste, devo lavorare.
"Tanto Tu non ci sei mai quando c'è da fare qualcosa insieme."
Parole che arrivavano come lame affilate al centro del cuore.
La mia vita aveva cambiato presupposti e così non poteva più andare avanti.
Mi servivano i soldi, però.
Se avessi cambiato lavoro, non avrei avuto lo stesso stipendio, almeno all'inizio.
Ecco che, mi trovavo tra l'incudine ed il martello e, quella posizione, ti dirò, non mi piaceva per niente.
Poi, vado ad un corso aziendale sulla gestione dello stress di 3 giorni con l'unico scopo di stare 3 giorni fuori dal lavoro.
Qui mi viene proposta la PNL, il Coaching e la Mindfulness e niente è stato più come prima.
In quel corso ho respirato aria fresca, nuova, frizzante.
Mi sono sentita giusta, nel posto giusto, dopo mesi passati a sentirmi sbagliata, nel posto sbagliato.
I miei colleghi erano lì, con me, con alcuni dirigenti: non erano pezzi di m***a.
Finalmente potevo osservare le persone oltre le divise.
Le ho sentite, le ho comprese, ho messo insieme i pezzi, mentre ascoltavo e sentivo me, mi comprendevo, riassemblavo me stessa.
Sono uscita di lì con un obiettivo chiato: rendere la mia professione sanitaria, la fonte di salute per me in primis, poi per gli altri.
Ho iniziato a studiare Coaching, PNL, Medicina Funzionale, Scienze Integrative Applicate, Microbioma come una forsennata, alla ricerca della ricetta magica.
E l'ho trovata: non esiste.
Non esiste una ricetta magica per evitare il Burnout, se, prima di ogni altra cosa, non ti vedi, ti senti e ti ascolti con le giuste attenzioni.
E per farlo serve tempo, pazienza e disciplina.
Altrimenti, puoi conoscere tutte le tecniche innovative, essere il migliore in tutte le strategie sanitarie, accumulare tutti gli ECM del mondo, ma mancherà sempre la parte umana nel tuo CV, quella che ti mette nelle condizioni di creare una base solida per tutta la parte sociale, relazionale e di partnership.
Ora che ti ho raccontato di me, mi metto in ascolto, come i veri Coach sanno fare.