
15/05/2025
In un momento storico in cui l’intelligenza artificiale entra sempre più nei contesti di cura, è essenziale chiarire i confini tra tecnologia e relazione psicologica e psicoterapeutica. Strumenti digitali e chatbot possono rappresentare un primo contatto, facilitare l’accesso o la consapevolezza emotiva, ma non possono sostituire la complessità e la profondità di un percorso psicologico autentico.
Come sottolinea la Presidente dell’Ordine degli Psicologi della Lombardia, Valentina Di Mattei, il rischio non è solo tecnico, ma etico e sociale: affidare la salute psicologica e mentale a soluzioni automatizzate significa spesso offrire risposte semplificate a bisogni profondi, rischiando di creare nuove disuguaglianze.
Inoltre, l'uso dell'intelligenza artificiale, per quanto possa apparire accessibile, rischia di creare disuguaglianze, offrendo strumenti automatizzati a chi non può permettersi i percorsi terapeutici completi.
L’innovazione può affiancare la cura, ma non sostituirne la dimensione umana.
Per saperne di più 👉🏼https://www.ilsole24ore.com/art/lo-psicologo-ia-non-puo-sostituire-professionista-umano-AHh1zxk