26/05/2023
Lo scorso ottobre 2022, la Cassazione italiana ha emesso due sentenze importanti riguardo alla salute psicologica dei lavoratori, riconoscendo che i danni causati dall'organizzazione del lavoro e dal clima relazionale possono essere indennizzabili. Questo riconoscimento giuridico è arrivato dopo quasi cento anni dagli studi pionieristici di Elton Mayo negli anni '20, tra i primi a dimostrare il ruolo dei fattori organizzativi sulla salute psicologica e la produttività dei dipendenti.
Le sentenze della Cassazione stabiliscono che l'INAIL deve indennizzare le malattie, sia fisiche che psichiche, che hanno origine nella prestazione lavorativa, inclusa l'organizzazione del lavoro. Si riconosce così il ruolo delle aziende e dell’ambiente di lavoro nell’insorgenza di disturbi come ansia e depressione; tuttavia, è necessario dimostrare il legame causale tra le modalità di lavoro e la malattia.
Questa decisione impone alle aziende di riflettere sull'organizzazione del lavoro e di attuare politiche volte a favorire il benessere psicologico dei\elle dipendenti. In caso di mancata prevenzione e supporto adeguato, infatti, il datore di lavoro potrebbe essere chiamato a risarcire il danno psicologico.
Per mitigare il rischio di malattie legate al clima organizzativo e relazionale, è importante agire su diversi livelli, comprese le modalità di lavoro, i rapporti interpersonali e le capacità individuali di gestione dello stress. Le aziende dovrebbero dotarsi di dispositivi di ascolto per i\le dipendenti e di un’adeguata formazione al benessere psicologico, rivolta a tutti e tutte e soprattutto ai\lle leader. I\le responsabili hanno infatti un impatto molto significativo sulla salute psicologica di collaboratori, collaboratrici o dipendenti, quindi devono essere formati in ottica di promozione del benessere psicologico e di prevenzione del disagio.
Investire nel benessere psicologico delle persone, comprendendo il clima organizzativo e le condizioni di lavoro, porta vantaggi sia per i\le dipendenti che per l'azienda stessa. Può produrre, infatti, una spinta collettiva verso un benessere condiviso, da sempre obiettivo chiave del lavoro psicologico.