Dott.ssa Susanna Freato Psicologa e Psicoterapeuta

Dott.ssa Susanna Freato Psicologa e Psicoterapeuta Psicologa, iscritta all'albo degli psicologi del Veneto n.9991

"Non lasciarti mai ingannare dall ignoranza  di chi è omofobo. L omofobia non è  un opinione, è violenza e discriminazio...
17/05/2025

"Non lasciarti mai ingannare dall ignoranza di chi è omofobo. L omofobia non è un opinione, è violenza e discriminazione. "
Rinaldo Sidoli

🌈 Ricordati che il tuo inconscio non discrimina.

La psicoanalisi nasce dall’ascolto dell’alterità: ciò che è altro da sé, ciò che non si conosce, ciò che sfugge. L’inconscio non ha genere, non ha orientamento, non conosce pregiudizi. Per questo siamo chiamati, come analisti e come cittadini, a riconoscere e contrastare ogni forma di omotransfobia.

In occasione della Giornata Internazionale contro l’Omofobia, la Transfobia e la Bifobia, la Società Psicoanalitica Italiana ribadisce il proprio impegno per un ascolto che accolga la complessità e la singolarità di ciascuno.
Leggi l’articolo di Dario Petrosino introdotto da Anna Cordioli:
https://www.centrovenetodipsicoanalisi.it/come-si-costruisce-uno-stereotipo/

Guarda che meraviglia ❤️

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28/10/2024

“La conversazione inconscia che durante il sonno appare come sogno viene vissuta come rêverie nel setting analitico. Le rêverie dell'analista sono dunque i suoi sogni da sveglio. La rêverie può prendere praticamente qualsiasi forma, ma, nella mia esperienza, il più delle volte arriva alla coscienza in modo trasversale, assumendo forme meno eclatanti e più quotidiane: congetture, sogni a occhi aperti, fantasie sessuali, frammenti di film, tracce 'udibili' di brani musicali o versi poetici, sensazioni corporee, e così via.
La cornice psicoanalitica (ad esempio, l'uso del lettino) e la tecnica psicoanalitica (ad esempio, il metodo delle associazioni libere usato da paziente e analista) servono per accrescere in entrambi i partecipanti la capacita di raggiungere una condizione mentale che permetta l'accesso a quella continua conversazione interna con se stessi che si presenta come sogno durante il sonno e come rêverie durante la veglia. Per l'analista la condizione di rêverie implica un allontanamento dalla logica, dalle richieste e dalle distrazioni della realtà esterna: uno stato analogo al 'buio' che caratterizza il sonno (l'isolamento della mente dal bagliore della coscienza), un buio in cui l'attività onirica, evento psichico ininterrotto, diviene percepibile. Freud (1916) scrisse che, per concentrarsi su un particolare punto oscuro, doveva come 'accecarsi' artificialmente. Per l'analista la rêverie comporta uno stato a metà tra il sonno e la veglia - un sonno vigile o un'assopita vigilanza -, una condizione in cui egli scruta attraverso il buio le produzioni dell'inconscio. Con il procedere del nostro percorso di maturazione come analisti, anche i nostri occhi si abituano ad adattarsi al buio (Freud 1916) con sempre maggiore prontezza”.

Thomas H. Ogden (2001), Conversazioni al confine del sogno, Astrolabio, 2003, pag. 8

Il 10 ottobre si celebra il World Health Mental Day - Giornata mondiale della salute mentale .
10/10/2024

Il 10 ottobre si celebra il World Health Mental Day - Giornata mondiale della salute mentale .

25/04/2024

Per la ricordiamo le parole di Alberto Semi:
"𝐷𝑜𝑏𝑏𝑖𝑎𝑚𝑜 𝑎𝑚𝑚𝑒𝑡𝑡𝑒𝑟𝑒, 𝑎𝑛𝑐𝑜𝑟 𝑜𝑔𝑔𝑖, 𝑐ℎ𝑒 𝑙𝑎 #𝑑𝑒𝑚𝑜𝑐𝑟𝑎𝑧𝑖𝑎 𝑒̀ 𝑢𝑛 𝑓𝑖𝑜𝑟𝑒 𝑟𝑎𝑟𝑜 𝑒 𝑐ℎ𝑒 𝑛𝑒𝑐𝑒𝑠𝑠𝑖𝑡𝑎 𝑑𝑖 𝑡𝑢𝑡𝑡𝑒 𝑙𝑒 𝑛𝑜𝑠𝑡𝑟𝑒 𝑐𝑢𝑟𝑒 𝑝𝑒𝑟𝑐ℎ𝑒́ 𝑙𝑎 𝑠𝑢𝑎 𝑝𝑖𝑎𝑛𝑡𝑖𝑐𝑒𝑙𝑙𝑎 𝑐𝑟𝑒𝑠𝑐𝑎 𝑒 𝑠𝑖 𝑟𝑖𝑝𝑟𝑜𝑑𝑢𝑐𝑎, 𝑚𝑒𝑛𝑡𝑟𝑒 𝑖𝑙 #𝑓𝑎𝑠𝑐𝑖𝑠𝑚𝑜 𝑒̀ 𝑢𝑛𝑎 𝑝𝑖𝑎𝑛𝑡𝑎 𝑐ℎ𝑒 𝑝𝑢𝑜̀ 𝑐𝑟𝑒𝑠𝑐𝑒𝑟𝑒 𝑜𝑣𝑢𝑛𝑞𝑢𝑒 – 𝑒 𝑐ℎ𝑒 𝑚𝑎𝑔𝑎𝑟𝑖 𝑠𝑡𝑎 𝑟𝑖𝑐𝑟𝑒𝑠𝑐𝑒𝑛𝑑𝑜 𝑎𝑛𝑐ℎ𝑒 𝑎𝑑𝑒𝑠𝑠𝑜, 𝑎𝑛𝑐ℎ𝑒 𝑠𝑒 𝑖 𝑏𝑜𝑡𝑎𝑛𝑖𝑐𝑖 𝑚𝑎𝑔𝑎𝑟𝑖 ℎ𝑎𝑛𝑛𝑜 𝑐𝑎𝑚𝑏𝑖𝑎𝑡𝑜 𝑖𝑙 𝑛𝑜𝑚𝑒 𝑑𝑒𝑙𝑙𝑎 𝑠𝑝𝑒𝑐𝑖𝑒."
https://www.spiweb.it/cultura-e-societa/stampa/rassegna-stampa-2/rassegna-stampa-italiana/complessita-del-fascismo-rarita-della-democrazia-ytali-2-novembre-2017-alberto-semi/

Oggi nasceva un importante autore della psicanalisi, Donald Winniott
07/04/2024

Oggi nasceva un importante autore della psicanalisi, Donald Winniott

31/03/2024
Che il nuovo anno sia ricco di progetti e sogni da realizzare, ma non solo ...  buon 2024!
01/01/2024

Che il nuovo anno sia ricco di progetti e sogni da realizzare, ma non solo ... buon 2024!

Oggi al palazzo Bo Padova, all interno dell' aula magna si parla di: presente  e futuro cure palliative pediatriche."Dob...
28/11/2023

Oggi al palazzo Bo Padova, all interno dell' aula magna si parla di: presente e futuro cure palliative pediatriche.

"Dobbiamo guardare oltre il muro, dobbiamo integrare le nostre informazioni" Prof.ssa Franca Benini, responsabile hospice pediatrico di Padova

C'è la necessità oltre che permette a più bambini di accedere a questa realtà, oggi solo il 5 percento di chi ne avrebbe diritto riesce ad accedervi, anche l obbligo di continuare a cercare la miglior qualità di vita per questi bambini e per le loro famiglie.

19/11/2023

[Giulia, e tutti noi]

Difficile commentare i fatti drammatici di questi giorni.
Quanto è avvenuto ci richiama spazi di "Indicibile", e difficilmente elaborabile.

Tanti elementi in questa storia alimentano la nostra inquietudine e la potenziale identificazione in quanto successo (chi non ha pensato "poteva succedere anche a me, o a una persona che conosco", "quante volte in passato ho sottovalutato qualcosa", "come mi sentirei se fossi uno dei parenti"?).

La giovanissima età dei protagonisti, l'apparente "normalità" della situazione da studenti avviati alla vita adulta - anche se sappiamo troppo poco di quanto intercorso, l'esordio della vicenda, che poteva anche far sperare in un esito diverso.

Psicologicamente, è il Perturbante che irrompe nella quotidianità.
E l'angoscia che ci porta a voler chiudere, in poche righe di un post, trovando una soluzione semplice ad un evento così complesso e doloroso.

Leggiamo prese di posizione nette e telegrafiche ("buttiamo via la chiave"); spiegazioni a volte molto semplicistiche; affermazioni ideologiche, accanto a commenti collusivi e deresponsabilizzanti. Leggiamo rappresentazioni collettive utili a sedare l'ansia e potersi dire "a me o a mia figlia non capiterà mai, basta che stia un po' attenta...".

La nostra mente cerca disperatamente di trovare modelli più rassicuranti del mondo, in cui il male non esiste, o è comunque prevedibile, o è comunque sempre evitabile: "Se solo avessimo fatto X invece che Y"... così, tacitando la nostra inquietudine diffusa.
Tutto, per rassicurarci davanti al fantasma dell'incontrollabile che può emergere nelle nostre vite a volte in maniera inattesa, sottovalutata o insidiosa.
Una rassicurazione per sedare gli errori di tutti, e le responsabilità collettive.

Allora, che fare?
Qual è la causa prima che ha portato via Giulia?

L'astratto "elemento sociale" che è così generico da non chiamare in causa responsabilità individuali?
Una "cultura delle relazioni" troppo spesso disfunzionale?
L'assenza di un'attenzione diffusa alla salute mentale, anche in fase giovanile?
L'assenza strutturale di programmi di educazione affettiva nelle scuole?
Di servizi psicologici facilmente accessibili?
La cultura tossica dello "spogliatoio maschile"?
I genitori che non formano fin da piccoli alle emozioni i figli maschi, o che non insegnano le figlie femmine a far rispettare i confini?

Non c'è soluzione "unica e semplice".
Il macro e il micro sono strettamente uniti, nella nostra complessità psichica e relazionale e qualunque spiegazione che coinvolga esclusivamente i "massimi sistemi", o isoli il "caso singolo eccezionale" per spiegare tutto questo, è incompleta.

I comportamenti sono individuali, ma maturano per anni in una dinamica familiare. E si esprimono e convalidano in una matrice gruppale. E beneficiano o meno di interventi istituzionali, educativi, clinici che possono cambiarli. Tutto questo, all'interno di una cornice socioculturale e mediatica collettiva, che ci influenza ampiamente.

È davvero quindi il momento di pensare a "interventi di sistema", che si muovano su più livelli, senza sperare o illudersi che una singola soluzione risolva temi così trasversali.
Abbiamo bisogno di lavorare sulle dinamiche culturali, lo dobbiamo e possiamo fare a partire dal costruire contenitori familiari adeguati, dal sostenere percorsi di genitorialità, dal rendere più agevole l'accesso ai servizi, dal diffondere logiche di gruppo più supportive tra i giovani.

Dobbiamo - ed è fondamentale - inserire strutturalmente un pensiero, e *solidi e ampi percorsi di educazione affettiva e relazionale*, fin dalle prime fasi della formazione scolastica, dedicandovi risorse credibili e adeguate: è ineludibile elemento di civismo relazionale, e di crescita personale.

Non è l'inserire un'ora isolata di "educazione alle emozioni" in un programma scolastico che può, da sola, cambiare magicamente qualcosa, se questa "CURA DELLE RELAZIONI" non diventa una sensibilità e dimensione diffusa in tutti i contesti, per i giovani e per gli adulti.
Abbiamo bisogno di responsabilizzare sulla "qualità delle relazioni, e delle relazioni di genere" anche gli insegnanti, gli allenatori sportivi, gli educatori degli oratori e dei campi estivi...

E in generale serve investire molto di più in psicologia (nelle scuole, come nei servizi per i giovani, gli adulti e i genitori): perché il ritorno dell'investimento in termini sociali e individuali è enormemente maggiore del suo costo, e a volte senza prezzo.

Infine, dobbiamo abituarci ad avere sguardi e attenzioni collettive, da "piccolo villaggio": reti familiari, amicali, compagni di studio, persone forse a conoscenza di alcune difficoltà... ognuno può e deve fare qualcosa, essere più presente, portare chi è in difficoltà a farsi aiutare.
Rielaboriamo quanto è successo, chiedendoci responsabilmente se i nostri contenitori gruppali e relazionali sono uno strumento che dobbiamo usare con meno imbarazzi ed esitazioni, per sostenerci insieme quando vediamo che qualcosa non va.

Un pensiero forte va ora a chi rimane, e che dovrà rielaborare uno "strappo biografico", i cui lembi saranno difficili e dolorosi da ricucire.

Indirizzo

Via Cristoforo Moro
Padua
35141

Orario di apertura

Lunedì 08:00 - 17:00
Martedì 08:00 - 21:00
Mercoledì 08:00 - 21:00
Giovedì 08:00 - 21:00
Venerdì 08:00 - 21:00
Sabato 08:00 - 15:00

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