27/01/2020
Oggi, 27 Gennaio, si celebra il Giorno Della Memoria per commemorare tutte le vittime di quel disastro umano che è stato l’Olocausto. La ricorrenza fu designata dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite in questo giorno poiché, esattamente 75 anni fa, il 27 gennaio 1945, le truppe dell’Armata Rossa entrarono nel campo di sterminio di Auschwitz e liberarono i prigionieri sopravvissuti.
Perché si è deciso di chiamare questa celebrazione giornata della Memoria? Perché, come ci ricorda la senatrice Liliana Segre, una tra i 25 bambini che si sono salvati dal campo di Auschwitz, “la memoria è l’unico vaccino contro l’indifferenza”.
Perché ricordare, dunque conoscere la storia, è l’unico modo per non ricadere negli stessi errori del passato, primo fra tutti proprio l’indifferenza di fronte alla violenza, alla violazione dei diritti umani, allo sterminio di vittime innocenti.
Oggi si ricordano tutte e tutti coloro che caddero vittime delle persecuzioni naziste, tra cui si contano 6 milioni di persone di origine ebraica, 4 milioni di cittadini Polacchi, Ucraini e Bielorussi, 3 milioni di prigionieri di guerra sovietici, 2 milioni di politici anti-nazisti, 400 mila Serbi e Sloveni, 300 mila persone di etnia Rom, 270 mila persone con disabilità, 15 mila persone omosessuali e altre vittime non appartenenti a questi gruppi.
C’è da aggiungere però che, nelle parole del giornalista Francesco Cancellato, “Dai kwaliso in Corea del Nord ai laogai cinesi, dalle colonie penali australiane all’inferno libico, sino agli Stati Uniti d’America e all’Italia. Oggi come 75 anni fa, milioni di persone sono private della loro libertà per motivi politici, etnici e religiosi. E rinchiusi in strutture detentive in cui non esistono diritti umani. Un orrore di cui ci dobbiamo ricordare oggi, mentre commemoriamo la Shoah.”
Celebriamo oggi il ricordo delle vittime dell'Olocausto, ma che questa non sia una scusa per chiudere gli occhi di fronte alle continue e attuali violenze di massa perpetuate per motivi politici, etnici, religiosi.