14/07/2025
L’estate è pura vitalità, energia che pulsa e si espande.
Eppure, proprio nell’apice di questa vitalità, sentiamo il bisogno naturale di pause rigeneranti - le vacanze - momenti di riposo che non spegnono l’energia, ma la alimentano.
Così anche il nostro corpo e la nostra mente: per mantenere alta la vitalità, necessitano di momenti di profondo rilassamento per ricaricarsi e rinnovare le proprie forze.
Shavasana, la posizione del ca****re, rappresenta questo momento sacro di quiete. Ma non è un riposo inerte - è una posizione intimamente connessa a ciò che mette in movimento il corpo: il respiro.
Non è semplicemente sdraiarsi, ma è un’arte sottile che ci insegna a lasciare andare ogni tensione mantenendo viva l’energia vitale attraverso il respiro consapevole.
In Shavasana pratichiamo intensamente, ma in modo diverso.
Non attraverso il movimento o la forza muscolare, bensì mantenendo attiva una delle chiavi yogiche più importanti: il respiro.
Il respiro diventa il nostro ancora, il filo conduttore che ci mantiene presenti mentre tutto il resto si dissolve.
Non controlliamo il respiro, ma lo osserviamo con dolce attenzione, permettendogli di diventare sempre più naturale, sempre più profondo.
Come la terra che accoglie i semi per farli germogliare nel silenzio, Shavasana ci insegna che nel riposo consapevole avviene una trasformazione profonda.
Ogni inspirazione porta nuova energia, ogni espirazione libera ciò che non ci serve più.
In questa posizione apparentemente passiva, manteniamo viva la fiamma della consapevolezza. Il corpo si rilassa completamente, ma la mente rimane vigile e presente, testimone silenzioso del proprio respiro.
Shavasana ci ricorda che il riposo non è pigrizia, ma saggezza.
È il momento in cui integriamo la pratica, permettendo ai benefici degli asana di sedimentarsi nel nostro essere.
Ascoltati, ascolta il tuo corpo anche da fermo.
Sry yoga