18/10/2024
Un booksharing nel mio studio, perché?
Per un motivo personale e per un motivo professionale.
👩🏼Partiamo da quello personale:
per me la conoscenza è un diritto (alcuni lo chiamano “diritto all’istruzione”). Di conseguenza ritengo che debba essere di tutti.
Riconosco, però, di avere un privilegio: ho i soldi per comprare i libri che mi interessano; non tutti possono.
📚E allora ho il dovere di fare di un mio privilegio non individualismo, ma collettività: condivido i miei libri.
👩🏼⚕️Poi c’è il motivo professionale: io tengo corsi di libroterapia. Cioè so bene che un libro consente un lavoro su di noi: un libro è il succedaneo di una terapia di gruppo, perché ci fa confrontare con altre realtà ed è un succedaneo del sostegno psicologico e della psicoeducazione, perché mi permette di accedere a nuovi concetti e trovare nuove risorse.
💸Ma se non ho i soldi non posso arrivare ai miei diritti: non leggo libri, non accedo alla psicoterapia e neanche al sostegno psicologico.
🕊️Perché, come diceva Gino Strada, “se i diritti non sono di tutti, allora chiamiamoli privilegi”.
E perché come dico sempre: senza diritti, non c’è salute. È per questo che da me trovate il booksharing.