13/02/2024
Da anni svolgo progetti su questi temi e sono convinto che siano di fondamentale utilità per il sano sviluppo delle nuove generazioni
𝗘𝗱𝘂𝗰𝗮𝘇𝗶𝗼𝗻𝗲 𝗮𝗳𝗳𝗲𝘁𝘁𝗶𝘃𝗮 𝗲 𝘃𝗶𝗼𝗹𝗲𝗻𝘇𝗮 𝗱𝗶 𝗴𝗲𝗻𝗲𝗿𝗲: 𝘂𝗻𝗮 𝗿𝗲𝘀𝗽𝗼𝗻𝘀𝗮𝗯𝗶𝗹𝗶𝘁à 𝘀𝗼𝗰𝗶𝗮𝗹𝗲 𝗽𝗲𝗿 𝗹𝗲 𝗽𝘀𝗶𝗰𝗼𝗹𝗼𝗴𝗵𝗲 𝗲 𝗴𝗹𝗶 𝗽𝘀𝗶𝗰𝗼𝗹𝗼𝗴𝗶
Di fronte a recenti e controversi dibattiti mediatici, come Ordine vogliamo riaffermare la posizione della comunità scientifica su temi quali l'educazione all'affettività, la prevenzione della violenza di genere e il sostegno a servizi inclusivi per bambini e famiglie.
Vita relazionale e affettiva sono strettamente interconnesse con il benessere psicologico degli individui e della collettività
In ambito internazionale, 𝗹'𝗶𝗻𝘁𝗲𝗴𝗿𝗮𝘇𝗶𝗼𝗻𝗲 𝗱𝗶 𝗽𝗿𝗼𝗴𝗿𝗮𝗺𝗺𝗶 𝗱𝗶 𝗲𝗱𝘂𝗰𝗮𝘇𝗶𝗼𝗻𝗲 𝗮𝗳𝗳𝗲𝘁𝘁𝗶𝘃𝗮 𝗲𝗱 𝗲𝗺𝗼𝘇𝗶𝗼𝗻𝗮𝗹𝗲 𝗻𝗲𝗶 𝗰𝗶𝗰𝗹𝗶 𝘀𝗰𝗼𝗹𝗮𝘀𝘁𝗶𝗰𝗶 𝘀𝗶 è 𝗱𝗶𝗺𝗼𝘀𝘁𝗿𝗮𝘁𝗮 𝘂𝗻𝗮 𝗽𝗿𝗮𝘁𝗶𝗰𝗮 𝘂𝘁𝗶𝗹𝗲 𝗲𝗱 𝗲𝗳𝗳𝗶𝗰𝗮𝗰𝗲, 𝗰𝗼𝗻 𝗿𝗶𝘀𝘂𝗹𝘁𝗮𝘁𝗶 𝗽𝗼𝘀𝗶𝘁𝗶𝘃𝗶 𝘀𝘂𝗹 𝗯𝗲𝗻𝗲𝘀𝘀𝗲𝗿𝗲 𝗳𝗶𝘀𝗶𝗰𝗼 𝗲 𝗺𝗲𝗻𝘁𝗮𝗹𝗲 𝗱𝗲𝗴𝗹𝗶 𝘀𝘁𝘂𝗱𝗲𝗻𝘁𝗶. Questa consapevolezza deve appartenere al bagaglio culturale e scientifico di ogni professionista della psicologia.
“Educare alla qualità delle relazioni” è uno degli obiettivi primari di un sistema che aspiri a essere profondamente "educativo", oltre che “informativo”, ponendo al suo centro l'affermazione di valori civici, sociali e relazionali essenziali nella formazione delle future cittadine e cittadini.
L'educazione affettiva, la prevenzione della violenza di genere e l'affermazione delle pari opportunità non sono quindi mere questioni private, da lasciare in capo alla buona volontà delle singole famiglie o in contesti più o meno marginali, ma temi rilevanti per la loro ampia ricaduta sociale.
𝗟𝗮 𝘃𝗶𝗼𝗹𝗲𝗻𝘇𝗮 𝗱𝗶 𝗴𝗲𝗻𝗲𝗿𝗲, 𝗰𝗼𝗻 𝗹𝗲 𝘀𝘂𝗲 𝗿𝗮𝗱𝗶𝗰𝗶 𝗻𝗲𝗹𝗹𝗮 𝗱𝗶𝘀𝘂𝗴𝘂𝗮𝗴𝗹𝗶𝗮𝗻𝘇𝗮 𝗲𝗰𝗼𝗻𝗼𝗺𝗶𝗰𝗮 𝗲 𝗻𝗲𝗶 𝗽𝗿𝗲𝗴𝗶𝘂𝗱𝗶𝘇𝗶 𝗰𝘂𝗹𝘁𝘂𝗿𝗮𝗹𝗶, 𝗰𝗼𝘀𝘁𝗶𝘁𝘂𝗶𝘀𝗰𝗲 𝘂𝗻𝗮 𝗱𝗲𝗹𝗹𝗲 𝗽𝗶ù 𝗴𝗿𝗮𝘃𝗶 𝗽𝗶𝗮𝗴𝗵𝗲 𝗱𝗲𝗹𝗹𝗮 𝗻𝗼𝘀𝘁𝗿𝗮 𝘀𝗼𝗰𝗶𝗲𝘁à. L'educazione all'affettività gioca un ruolo fondamentale anche nella prevenzione di questa violenza, promuovendo sin dall'infanzia valori di uguaglianza, rispetto ed empatia.
Psicologhe e psicologi hanno il dovere deontologico di svolgervi un ruolo attivo, anche attraverso la sensibilizzazione e la diffusione di corrette, e non ideologiche, informazioni sulle dinamiche famigliari ed educative. 𝗟𝗲 𝗻𝗼𝘀𝘁𝗿𝗲 𝗮𝘇𝗶𝗼𝗻𝗶 𝗲 𝗽𝗮𝗿𝗼𝗹𝗲, 𝘀𝗽𝗲𝗰𝗶𝗮𝗹𝗺𝗲𝗻𝘁𝗲 𝗾𝘂𝗲𝗹𝗹𝗲 𝗽𝘂𝗯𝗯𝗹𝗶𝗰𝗵𝗲, 𝗱𝗲𝘃𝗼𝗻𝗼 𝗰𝗼𝗻𝘁𝗿𝗶𝗯𝘂𝗶𝗿𝗲 𝗮 𝗰𝗿𝗲𝗮𝗿𝗲 𝘂𝗻 𝗮𝗺𝗯𝗶𝗲𝗻𝘁𝗲 𝗶𝗻 𝗰𝘂𝗶 𝗹𝗮 𝘃𝗶𝗼𝗹𝗲𝗻𝘇𝗮 𝗲 𝗹𝗲 𝗱𝗶𝘀𝗽𝗮𝗿𝗶𝘁à 𝗱𝗶 𝗴𝗲𝗻𝗲𝗿𝗲 𝘀𝗶𝗮𝗻𝗼 𝗿𝗶𝗰𝗼𝗻𝗼𝘀𝗰𝗶𝘂𝘁𝗲 𝗲 𝗽𝗿𝗲𝘃𝗲𝗻𝘂𝘁𝗲, 𝗮𝘀𝘀𝘂𝗺𝗲𝗻𝗱𝗼𝗰𝗶 𝗹𝗮 𝗽𝗶𝗲𝗻𝗮 𝗿𝗲𝘀𝗽𝗼𝗻𝘀𝗮𝗯𝗶𝗹𝗶𝘁à 𝗱𝗶 𝗾𝘂𝗲𝘀𝘁𝗮 𝗱𝗲𝗹𝗶𝗰𝗮𝘁𝗮 𝗳𝘂𝗻𝘇𝗶𝗼𝗻𝗲 𝘀𝗼𝗰𝗶𝗮𝗹𝗲.
L'autonomia e il benessere psicologico delle donne e delle madri rappresentano una forma essenziale di promozione della salute psicologica per le famiglie e i minori. La realizzazione e autonomia personale delle donne è, a livello internazionale, considerata cruciale per il benessere emotivo e materiale dei bambini, e per la costruzione di una società libera dalla violenza di genere.
Il benessere psicologico di un bambino è legato anche al rispetto delle esigenze psicologiche della coppia genitoriale che se ne prende cura. Genitori che vengono colpevolizzati perché non in linea con le aspettative, difficilmente potranno garantire una solida cura emotiva per il bambino. Per facilitare l’avvio di una buona relazione di attaccamento non basta infatti la materialità dell’alimentazione o delle sole cure fisiche, come la psicologia insegna dai tempi di Harlow: l’attenzione primaria per le esigenze del bambino passa anche attraverso il riconoscimento e il sostegno alle fisiologiche esigenze emotive e identitarie della coppia genitoriale.
Sappiamo da decenni che 𝗻𝗼𝗻 𝗲𝘀𝗶𝘀𝘁𝗲 𝘂𝗻 𝗺𝗼𝘁𝗶𝘃𝗼 𝘀𝗰𝗶𝗲𝗻𝘁𝗶𝗳𝗶𝗰𝗼 𝗽𝗲𝗿 𝗰𝘂𝗶 𝗹𝗲 𝗺𝗮𝗱𝗿𝗶 𝗱𝗲𝗯𝗯𝗮𝗻𝗼 𝘀𝘁𝗮𝗿𝗲 𝗮 𝗰𝗮𝘀𝗮 𝗱𝗮𝗹 𝗹𝗮𝘃𝗼𝗿𝗼 𝗮 𝗼𝗰𝗰𝘂𝗽𝗮𝗿𝘀𝗶 𝗱𝗮 𝘀𝗼𝗹𝗲 𝗱𝗲𝗶 𝗳𝗶𝗴𝗹𝗶, o debbano essere colpevolizzate se non possono o non vogliono allattare. Ciò che permette ad una bambina ed un bambino di crescere sani è avere figure genitoriali amorevoli, realizzate e capaci di donare sicurezza alla prole: una condizione possibile solo se il genitore si sente a sua volta libero nelle sue scelte.
Dobbiamo quindi superare la visione che contrappone una "donna-manager", accusata di tradire per egoismo e superficialità il proprio "ruolo naturale", a una "donna-madre" idealizzata perché dedita solo alla famiglia. Una società che si prende cura dei minori permette ai padri di essere più presenti e partecipi; fornisce servizi di qualità che garantiscano la progressiva ripresa dell'autonomia personale e lavorativa delle madri, e contesti di socializzazione adeguata e stimolante per i bambini - per i quali vi è ampia evidenza che, anche nella fascia 0-3, siano fondamentali interazioni sociali e cognitive intense frequenti e ulteriori rispetto a quelle esclusive con la sola madre.
Come Ordine, il nostro impegno verso l'educazione all'affettività e la prevenzione della violenza di genere riflette il profondo desiderio di contribuire alla costruzione di una società più equa, inclusiva e consapevole, che deve vedere uniti professionisti, istituzioni e società civile.