
16/07/2024
PERCHE’ SONO D’ACCORDO CON QUANTO IL MINISTRO VALDITARA HA DISPOSTO RISPETTO A SMARTPHONE E DIARIO A SCUOLA. E PERCHE’ TUTTI I GENITORI DOVREBBERO ESSERLO
Il messaggio che state per leggere è lungo e articolato. Non usa slogan né frasi ad effetto. Propone argomentazioni su un tema di vitale importanze per i nostri figli e che ha un enorme impatto sulla loro vita scolastica. Per leggerlo occorrono almeno dieci minuti. Ma credetemi, penso proprio che ne valga la pena. Leggetelo e fatelo leggere, se pensate che questi temi oggi rappresentino la priorità assoluta di cui si deve occupare la società, la politica, la famiglia, la scuola.
Una scuola libera da smartphone, almeno fino ai 14 anni. Il ripristino del diario cartaceo, su cui dovranno essere riportati i compiti e lezioni dietro dettatura dei propri docenti. La circolare ministeriale emanata ieri dal Ministro Valditara è un passo avanti o un passo indietro per la scuola Italiana? Chi conosce il mio lavoro sa che questi provvedimenti erano attesi e auspicati. Nel mio ultimo libro “Allenare alla vita” (Mondadori ed.) ho dedicato un intero capitolo all’importanza del “diario carta e matita” chiedendo a viva voce che venisse ripristinato a scapito del registro di Classroom. Esattamente come sono a favore di una scuola smartphone free, cosa dichiarata nel libro uscito due mesi fa. Le indicazioni fornite ieri dal Ministro Valditara non sono un passo indietro e non tolgono nulla ai nostri studenti. E di questo noi genitori dovremmo esserne totalmente consapevoli. Ero davvero colpito nell’ascoltare ieri tanti commenti, molti proveniente da specialisti dell’età evolutiva e della scuola, che ne contestavano il merito e il contenuto. Le argomentazioni dei detrattori erano più o meno queste: “I ragazzi hanno diritto ad avere una vita social”, “la scuola non può “tirarsi fuori” dalla rivoluzione in corso”, “il problema non è il device ma l’uso che se ne fa”, “i soliti adulti che non sapendo educare preferiscono vietare”, “non esistono ricerche che dimostrano che lo smartphone è la causa dei problemi di salute mentale dei minori, oggi così diffusi”, “del resto anche gli adulti sono dipendenti dai loro smartphones”. Quanti commenti di questa natura ho sentito…. Per cui vale la pena forse fare il punto con qualche evidenza che è bene condividere all’interno del mondo adulto.
Le ricerche ad oggi disponibili ci confermano che la digitalizzazione dell’apprendimento non ha portato alcun vantaggio alle nuove generazioni. Ci sono invece infinite evidenze che rivelano i molti problemi che si sono incrementati in modo esponenziale dopo il 2010, momento in cui i cellulari sono diventati smartphone, i minori li hanno avuto in mano ad età sempre più precoci e il tempo nella vita online ha progressivamente eroso il tempo trascorso nella vita reale da parte dei soggetti in età evolutiva. Non si può dire che lo “smartphone” è la causa di questi problemi esattamente come non si può dire che il tabacco è la causa del carcinoma polmonare, perché ci sono pazienti affetti da tale patologia che non hanno mai fumato. Al tempo stesso, però sappiamo che nel sottogruppo dei fumatori il rischio di sviluppare una grave patologia polmonare è significativamente più elevato. Lo stesso vale per la presenza dello smartphone in età evolutiva: prima fa la sua presenza nella vita dei minori, più intenso ne diventa il suo utilizzo e più alta è la rilevanza di quattro fenomeni a carico dei minori, tutti ad alto impatto sulla loro salute fisica, psicologica e relazionale: 1) deprivazione sociale 2) deprivazione di sonno 3) addiction 4) frammentazione dell’attenzione e della concentrazione.
Oggi la situazione che vivono i minori iperconnessi impedisce loro di raggiungere quel benessere e quel potenziale di apprendimento cui avrebbero diritto e che è dovere del mondo adulto tutelare. Quando si dice “basta insegnare loro ad usare bene lo smartphone” si trascura il fatto che attraverso lo smartphone i minori vengono calamitati all’interno di un mondo costruito ad hoc per generare dipendenza nei suoi fruitori, effetto che si rivela infinitamente più potente sulla mente dei bambini e dei preadolescenti che è, fisiologicamente, più vulnerabile verso ogni esperienza che produce “gratificazione istantanea”. Siccome l’uso dello smartphone da parte dei minori, li trova irresistibilmente attratti a coinvolgersi in attività di videogioco, ingaggio nei social media, visione di video su youtube – tutte esperienze che per i minori diventano “irresistibili” visto che i progettisti delle piattaforme le connotano con la massima attrattività dopaminergica per aumentare il più possibile la fruizione degli utenti – non ha alcun senso dire che “basta educare i minori a fare buon uso di tali ambienti”. Perché tali ambienti sono pensati, progettati e offerti ad un pubblico vulnerabile (quello dei minori lo è) con l’unico obiettivo di fargliene fare il peggior uso possibile.
Le indicazione di Valditara sono oltremodo importanti perché finalmente accolgono anche le richieste di quelle famiglie che in questi anni sono andate “controcorrente” decidendo di non dare uno smartphone ad uso personale prima della fine della scuola secondaria di primo grado. A queste famiglie appartiene anche la mia e solo noi genitori sappiamo quanta fatica abbiamo fatto a garantire ai nostri figli di poter rispondere in modo adeguato alla richieste dei docenti che danno per scontato che tutti i preadolescenti siano dotati di smartphone e che quindi non ci sia alcun problema a far transitare molte attività didattiche, tra cui quelle da svolgere a casa, su piattaforme online che richiedono l’uso e il possesso di strumenti di connessione.
Oggi moltissime evidenze scientifiche ci dicono che è meglio attendere l’età di 14 anni prima di dotare un minore del proprio smartphone. Eppure la quasi totalità dei genitori non è in grado di attenersi a queste indicazioni. Il motivo principale sta nel fatto che tutto il mondo, compresa la scuola, afferma che è impossibile arrivare a 14 anni senza uno smartphone. Invece è possibile. Molto possibile. Una minoranza silenziosa fatta di famiglie attente ai bisogni formativi dei propri figli ci è riuscita e ci sta riuscendo. E grazie alla circolare del Ministro emanata ieri, probabilmente sarà più facile attivare nel mondo delle famiglie un ripensamento su ciò che le tecnologie ad uso personale stanno apportando nella vita dei nostri figli e figlie. Questo è un tempo in cui è fondamentale aderire ad una revisione totale di ciò che abbiamo lasciato accadere negli ultimi 20 anni. La scuola deve essere il motore di questo cambiamento. Chiedo davvero a tutti gli insegnanti di riflettere su queste domande: avete davvero la percezione che lo smartphone nelle mani dei vostri studenti sia stato di aiuto alla vostra didattica? Pensate davvero che il registro di Classroom sia uno strumento che ha migliorato la qualità dello studio e della relazione famiglia/scuola? Credete che il non aver fatto utilizzare più il diario cartaceo in classe abbia rappresentato un vantaggio oggettivo per i vostri studenti? Vi siete accorti di quanta fatica fanno oggi i preadolescenti a leggere un libro, a redarre un elaborato scritto, a dialogare con proprietà di linguaggio e contenuto rispetto a ciò che hanno studiato? Pensate che tutto ciò sia correlato (oppure no) all’invadenza che la vita online ha avuto nelle loro esistenze?
Io sono totalmente favorevole a quanto proposto da Valditara nella sua circolare e se devo dirla tutta vorrei scuole senza smartphone anche alla secondaria di secondo grado e auspicherei che almeno gli studenti del biennio delle secondarie di secondo grado continuassero ad usare il diario di carta.
Spero che questo messaggio venga letto da molti adulti. So che è divisivo, ma questo non mi spaventa. A chi risponderà dicendo che non ci sono prove scientifiche a conferma di quanto affermato chiedo di andare a consultare la bibliografia dei testi di M.Spitzer, J.Twenge, J.Haidt. Per quanto nessuno di questi autori stabilisca il nesso causa effetto tra uso precoce degli strumenti di connessione e problematicità in età evolutiva (nonostante per qualche aspetto, ora quel nesso risulta pure dimostrabile), l’evidenza scientifica con cui ci dimostrano quanto essi rappresentino un fattore di rischio nella vita dei minori è innegabile.
Se volete e potete, condividete il più possibile questo testo e teniamo acceso il dibattito.