Davide Carpanese - Psicologo Psicoterapeuta Formatore

Davide Carpanese - Psicologo Psicoterapeuta Formatore Psicologo e Psicoterapeuta Cognitivo-Costruttivista clinico e del lavoro.

27/06/2025

Riflessioni:

1. Il pensiero guida l'azione:
Aristotele crede che il pensiero sia la base da cui scaturisce l'azione. Le nostre azioni non sono casuali, ma sono il risultato di un processo di pensiero che le precede.

2. L'azione determina il comportamento:
Il ripetersi di determinate azioni porta a sviluppare abitudini, che a loro volta contribuiscono a formare il carattere di un individuo.

3. Il carattere plasma il destino:
Il carattere, inteso come il modo di pensare, essere e agire di una persona, è il risultato di queste abitudini consolidate. A sua volta, il carattere ha un impatto significativo sul destino di un individuo.

In sostanza, il pensiero di Aristotele suggerisce un legame diretto tra il pensiero, l'azione, il comportamento, il carattere e, infine, il destino.

Questo sottolinea l'importanza di coltivare pensieri positivi e virtuosi per sviluppare un carattere forte e, di conseguenza, plasmare un futuro positivo.

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12/12/2024

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🦾Il nostro multidisciplinare, con la metodologia e con la supervisione dell'AI, ha lavorato sul come questo strumento possa supportare efficacemente professioniste e professionisti della
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📕Il prodotto è questo manuale, ed in costante , con all’interno le nostre esperienze condivise attraverso molti strumenti pronti all’uso e applicabili.

🤖Ovviamente il nostro sguardo è stato rivolto al futuro, con approccio positivo rispetto alle potenzialità dell'AI nel mondo del lavoro.

🤩Un ringraziamento speciale a Forema e a tutte le colleghe e i colleghi che hanno partecipato in questa avventura:

Enrico Agrusti, Daniela Bastianoni, Leonardo Frontani, Alessandro Martorelli, Chiara Milani, Andrea Petromilli, Anna Sekou, Chiara Tarantino

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29/11/2024

- Lo sai che siamo in ritardo, sì?
- Vabbè, ma tanto i primi venti minuti son sempre di trailer.
- Sì, ma siamo in ritardo di quaranta. Tutto perché hai voluto parcheggiare in c**o.
- È tua la macchina? Lo paghi tu il parcheggio? E allora muto.
- Lo sai che detesto perdermi l’inizio del film al cinema.
- Mi metti un’ansia. Stai tranquillo, adesso facciamo il sottopasso che tagliamo e in cinque minuti siamo lì.
- Oh no.
- Cosa?
- Guarda che postaccio. Non mi piace. Non è sicuro a quest’ora. Dai, cambiamo strada.
- Sì, e non ci arriviamo più. Dai, camminiamo veloci.
- C’è qualcuno.
- Cosa?
- Qualcuno, c'è qualcuno nel sottopassaggio.
- Non è divertente.
- Ti dico che c’è qualcuno. È là, c***o.
- Tu ignoralo.
- Ciao ragazzi.
- Ciao…
- Che bella coppia che siete.
- Grazie…
- Cosa ci fate tutti soli da queste parti?
- Scusa, ma andiamo di fretta.
- Eh, di fretta, e che succede di così urgente…
- C’abbiamo il cinema, scusa.
- Perché non parliamo un po?
- No, guarda, davvero dobbiamo andare.
- E invece io dico che restate.
- È un coltello!
- C***o, ha un coltello!
- Amico dai, tranquillo. Noi non vogliamo guai.
- E cosa volete?
- Prego?
- Cosa volete?
- Noi… non… in che senso… cosa vogliamo?
- Andarcene via?
- Ecco, brava. Vogliamo andarcene via.
- Sentite come se steste scappando da qualcosa?
- Be’, sì.
- E da cosa?
- Da te.
- Forse credete di stare scappando da me. Invece state scappando da voi stessi.
- No, guarda non è proprio il caso.
- Capisco.
- Noi adesso ce ne andiamo...
- Mi sembra importante quello che hai detto.
- Oh no.
- Cosa?
- Usa l'ascolto attivo.
- E quindi?
- Credo sia uno psicologo.
- Esagerato.
- Invece mi sa di sì.
- Ma no, vedrai che è solo un aggressivo malintenzionato.
- Avanti, tirate fuori tutto! Muoversi!
- Lo vedi? E tu che ti preoccupavi. Dagli tutto così possiamo andare.
- Ecco, tieni…
- Cos’è?
- Il portafoglio.
- Ma no, con fuori tutto intendevo gli irrisolti.
- Avevi ragione! È uno psicologo!
- Amico, non cerchiamo rogne.
- Ah sì. E cosa cercate?
- Oh dio, la mindfulness…
- Sta provando a renderci consapevoli.
- Cosa sta accadendo dentro di voi proprio ora?
- Sta accadendo che abbiamo paura!
- Amore, non dargli corda.
- Se doveste attribuire un colore o una forma a questa paura, come la immaginereste?
- Senti, noi adesso ci giriamo e ce ne torniamo da dove siamo venuti…
- C’è una pianta di ficus.
- Eh?
- Una pianta di ficus blocca il marciapiede.
- Ha già cominciato ad arredare il sottopassaggio.
- È un quadro di Chagall quello?
- Avete detto “da dove siamo venuti”. Quindi è qualcosa che riguarda il vostro passato.
- No, senti, piglia i soldi ma non ci provare neanche ad analizzarci.
- Te l'avevo detto che era una strada pericolosa!
- Percepisco un conflitto.
- Perché è colpa sua se ci troviamo in questa situazione.
- Zitti!
- Oddio, s’è incazzato.
- Voi vi rendete conto in che situazione vi trovate. Questo è il mio quartiere.
- Scusi, noi…
- E nel mio quartiere non si parla di colpa, bensì di giudizio nei confronti dell’altro. Tu ti senti giudicato?
- Un po’.
- Proviamo a esplorare insieme questo sentimento.
- Ogni volta lui mi dà la colpa per tutto.
- Io? Ma se ti chi parla! Raccontagli della caldaia.
- Che è successo con la caldaia?
- Per favore, può accoltellarci e basta?
- Praticamente la caldaia funzionava male, io mi sono offerto di ripararla.
- E ha allagato mezza casa.
- Ma le intenzioni erano buone.
- Se non sai farla una cosa, non farla…
- Mi par di capire che, in questa situazione, lei ti attribuisce la responsabilità dell’evento. Tu senti di avere questa responsabilità?
- Io volevo solo rendermi utile.
- Voleva solo rendersi utile. Lei l’ha percepita questa intenzione propositiva?
- Ascolta, questo è un Iphone16. Son novecento euro sereni. Te lo pigli e ci lasci coi nostri casini.
- Il nostro terapista ti ha fatto una domanda.
- Il nostro terapista? Il nostro terapista ha lo sguardo da pazzo e i denti da crack!
- Si sente minacciata all’idea di ricorrere alla terapia?
- Mi sento minacciata dal coltello che ci punta addosso!
- Ecco, metto via il coltello.
- Ha tirato fuori un bloc notes! Stai dietro di me!
- Amore, ho paura.
- Anch’io, amore. Ma vedrai che ne usciamo.
- Facciamo un passo alla volta, iniziando con ciò che ti sembra più gestibile. Il vostro rapporto mi pare fondato sulla reciproca necessità di validarsi agli occhi dell’altro.
- Be’, non ha tutti i torti…
- Nicolò, per favore!
- Attenzione, questo non è necessariamente negativo, perché cercare approvazione e conferme è una parte naturale di ogni relazione. Tuttavia, mi chiedo: quanto spazio lasciate, nel rapporto, al riconoscimento di voi stessi come individui autonomi, indipendenti da questa dinamica?
- I nostri spazi li cerchiamo. Li troviamo anche penso, no?
- Sì, sì…
- Non sembri convinto.
- No, no, è che sarà il sottopassaggio, l’odore di pi**io, o forse il terapeuta di coppia armato e coi pantaloni sporchi di giallo, ma devo dirti una cosa.
- Cosa?
- Io non ci voglio andare al cinema.
- Manco io.
- Davvero?
- Sì, ci andavo perché pensavo volessi andarci tu.
- E io ci andavo perché pensavo volessi andarci tu.
- Avete notato come la necessità di validarsi agli occhi dell’altro vi ha portato a credere di dover confermare aspettative inesistenti nel rapporto?
- È vero.
- E questa vostra opposizione alla terapia di coppia potrebbe nascere proprio da tale percezione. Spesso accade che ci raccontiamo storie su come dovrebbe essere una relazione, o su come la nostra relazione effettivamente sia, per proteggerci da emozioni difficili, come il dubbio o la vulnerabilità. Vi invito a considerare questo: la percezione che avete del vostro rapporto è un punto di partenza, non una verità immutabile
- È vero.
- Ha proprio ragione.
- Adesso facciamo un esercizio di immaginazione guidata…
- Ora!
- Bloccalo!
- Pigliali il bloc notes!
- La pianta di ficus! Tiragli il ficus!
- Beccati questo!
- E questo!
- Cane!
- Maledetto!
- Che fai scappi? Non fai più il terapista adesso! Vigliacco!
- Amore, basta. Se n’è andato.
- Come stai?
- Bene, tu?
- Bene.
- Uau.
- Che situazione pazzesca.
- Da raccontare.
- Sì.
- E adesso?
- E adesso andiamo al cinema.
- Ah già.
- Credi che avesse ragione?
- Su che?
- Su quella cosa che rifiutiamo la terapia perché abbiamo paura di apparire vulnerabili?
- Ma figurati, l’abbiamo preso a calci in c**o. Ti sembriamo vulnerabili?
- Ma infatti.
- Noi stiamo bene.
- Più che bene.
- E poi la terapia ti spilla un sacco di soldi.
- Una mezza rapina.

Il testo è di Nicolò Targhetta e la grafica di Amandine Delclos.

Convegno online organizzato dall'Ordine delle Psicologhe e degli Psicologi del Veneto insieme al Gruppo Di Lavoro, di cu...
30/10/2024

Convegno online organizzato dall'Ordine delle Psicologhe e degli Psicologi del Veneto insieme al Gruppo Di Lavoro, di cui faccio parte, sulla Valutazione dei rischi psicosociali, il ruolo della Psicologia del Lavoro.

23/10/2024

Ci sono veleni che assumi ogni giorno: a volte si chiamano mamma, a volte papà, a volte nonno e nonna. Ci sono veleni che, spesso, non sanno di essere veleni, ma hanno un effetto tossico su di noi. Il «non si può dire,» il «non sta bene», il «non adesso», il «non puoi capire». Questi veleni ci vengono iniettati giorno dopo giorno con l'educazione, con il ricatto, con la paura.

Ci sono veleni che fanno così tanto parte di te che non li riconosci per quello che sono. Si chiamano inadeguatezza, il non sentirsi mai abbastanza, il senso di colpa, la paura dell'abbandono, l'amore da meritarsi, il dover essere diversi perché quel che si è non va mai bene. Ci sono veleni che non sappiamo di iniettare, perché non siamo consapevoli del loro potenziale tossico. E ci sono veleni che pensiamo di dover passare per forza, perché li hanno passati a noi.

E poi ci sono persone che sono antidoto e, per fortuna, anche queste a volte si chiamano mamma, papà, nonno o nonna. A volte si chiamano marito, moglie, fidanzato, amico, maestra, psicologo.... A volte non sappiamo neanche come chiamarli, ma sappiamo soltanto una cosa: che ci fanno stare bene. Sono queste le persone di cui dovremmo circondarci. E sono sempre queste le persone che dovremmo diventare.

Perché c'è chi ogni giorno sceglie d'essere un po' meno veleno, e sceglie di lavorare su se stesso come diceva Jung e di diventare, quando può, antidoto.

11/08/2024

Sull’oro del 3 a 0 dell’Italia della pallavolo, un pensiero a questa frase del commentatore: “Ricominciamo la partita, se i dj ce lo permettono!” 😂🤣 e via di tormentoni italiani ad ogni punto!

Grandissime atlete: potenti tecniche e precise!
Un onore aver conosciuto di persona, qualche anno fa,

17/02/2024

Oggi ho rivisto Inside Out con dei corsisti per parlare di Intelligenza Emotiva… beh, Facebook mi propone questo video e…. Come non condividerlo? 😝😝😝😝

Come parliamo a noi stessi determina il come diventeremo….
14/02/2024

Come parliamo a noi stessi determina il come diventeremo….

Intelligenza artificiale, guida autonoma, assistenza vocale naturale… questi i temi del presente che sono sempre più ori...
06/02/2024

Intelligenza artificiale, guida autonoma, assistenza vocale naturale… questi i temi del presente che sono sempre più orientati al futuro… molto ma molto prossimo!

Nel panorama degli assistenti vocali, Siri è certamente rimasto indietro rispetto la concorrenza: nonostante negli ultimi anni abbia colmato qualche...

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