
20/05/2025
Sono strategie di sopravvivenza, le uniche risposte possibili quando dobbiamo adattarci a situazioni minacciose, traumatiche. Il problema è che queste risposta divengono automatismi che, radicandosi in noi, danno vita a scenari destinati a ripetersi in un modello "stimolo-risposta".
Se sento una minaccia alla mia identità, aggredisco l'altro. Se percepisco l'altro come fonte di protezione, divento "appiccicoso" o "sottomesso" al rapporto. Se ciò che provo è troppo intenso, stacco la spina e incontro la disaffezione: ho la percezione di non provare nulla ma in realtà è solo "congelato". Chi attua la fuga, poi, ha un master in procrastinazione e irrequietezza. Se noti queste caratteristiche in te, non temere, è naturale: tutti noi abbiamo vissuto traumi invisibili nel contesto relazionale; i nostri genitori non erano equipaggiati ne' consapevoli del loro ruolo. Per non parlare di quei traumi che non sono stati affatto invisibili ma che, però, tutti hanno preferito ignorare. È bene parlare degli effetti del trauma ed è altrettanto saggio sottolineare che si tratta di apprendimenti che possono essere estinti. Con un lavoro su di sé, con un buon percorso terapeutico, queste risposte possono diventare funzionali. TUTTE.
E sì, talvolta la vita ci chiede anche di congelarci quando un ruolo ci è stato strappato o una meta irreversibilmente preclusa; come chi, dopo diversi aborti e tentativi, si congela all'idea di avere figli o chi riesce ad arrendersi di fronte all'inevitabile. L'attacco è fondamentale per far valere i propri confini (cessando di demolire quelli altrui) e dosare la fiducia (senza controllo). La fuga è stupenda quando vogliamo sganciarci da situazioni scomode. La sottomissione può essere utile per ammettere i propri errori; può essere trasformata in assertività, dote perfetta per il confronto. Tali risposte possono essere adattive ma solo se non seguono l'andamento automatico stimolo-risposta. Solo se riusciamo a contenerle e fare spazio a nuovi apprendimenti ❤️ Ne parliamo nel libro «il mondo con i tuoi occhi»
- Psicoadvisor