Daria Tinagli Psicologa Psicoterapeuta

Daria Tinagli Psicologa Psicoterapeuta Se pensi di volerti occupare di te e del tuo benessere psicologico, chiamami al 338-8317876

Il 19 settembre ci sarà questo incontro con Carol Dweck, un faro per chiunque si occupi di processi motivazionali, appre...
16/09/2025

Il 19 settembre ci sarà questo incontro con Carol Dweck, un faro per chiunque si occupi di processi motivazionali, apprendimento e crescita personale.

08/09/2025

Every year, more than 727 000 lives are lost to su***de.

Behind each number is a story cut short.

We aimed for a 33% reduction in deaths by 2030, but progress is just 12%.

This is a crisis. We must act with urgency, compassion & investment in .

"Dal 10 giugno quasi 30mila persone hanno firmato una proposta di legge di iniziativa popolare per creare un servizio ps...
30/08/2025

"Dal 10 giugno quasi 30mila persone hanno firmato una proposta di legge di iniziativa popolare per creare un servizio psicologico pubblico, da integrare al Servizio sanitario nazionale.
La proposta non è stata scritta da uno dei partiti in parlamento o da singoli parlamentari, bensì da un gruppo di più di 60 professori universitari di psicologia ed esperti nel campo dei diritti, della ricerca e dei servizi pubblici che ci hanno lavorato per tre anni. Proprio per questo progetto si sono uniti in un’associazione che si chiama “Pubblica”: tra i fondatori ci sono Francesco Maesano, cronista politico del TG1 e primo ideatore del cosiddetto “bonus psicologo”, introdotto nel 2022 per aiutare le persone con meno risorse economiche a sostenere le spese di una psicoterapia, e Paride Braibanti, ex presidente della Società italiana di psicologia della salute e docente alle Università di Roma “La Sapienza” e di Bergamo.
A loro negli ultimi mesi si sono unite più di 500 persone che stanno lavorando gratuitamente come attivisti in giro per l’Italia."

Firma per una psicologia che sia per tutti.
Unisciti a noi per promuovere informazione, sensibilizzazione e raccolta firme nel tuo territorio.

L'hanno scritta decine di esperti e la sostengono diversi politici, ma ha un problema: è molto costosa

18/08/2025

Non sono le strade vuote e il silenzio ovattato dei parchi assolati. Non è la lentezza di ogni cosa. E nemmeno il tempo che sembra sospeso.
Quello che mi piace di questo agosto in città è soprattutto il tempo in cui lavoro, è lo spazio in cui c'è qualcuno da ascoltare.
Prepararmi ogni volta a quel momento lì. Occuparmi di storie che non sono la mia, allontanare lo sguardo da me e posarlo sul racconto di altri, imparare a riconoscere proprio quella voce.
È stare raccolta in quel luogo e in quel tempo, ascoltare per conoscere e capire, non per avere risposte: custodire la curiosità per cercarle insieme, come si cercano le conchiglie camminando sul lungomare, senza impazienza e senza paura, con un piccolo secchiello per raccoglierle e prendersene cura.

Non per tutto c'è una ragione. Non tutte le perdite possono essere trasformate in qualcosa di utile. Non tutte le cose c...
09/08/2025

Non per tutto c'è una ragione. Non tutte le perdite possono essere trasformate in qualcosa di utile. Non tutte le cose che accadono hanno un lato positivo. Dobbiamo iniziare a dire la verità su questo tipo di dolore. Nel lutto, nell'amore, nella perdita.

Megan Devine ( Refuge In Grief )

18/07/2025

Prendersi cura di qualcuno che sta attraversando un lutto, è complicato. Molte persone vorrebbero sinceramente aiutare un amico o un famigliare che sta affrontando una grave perdita, stargli vicino, dare supporto. Ma le parole, spesso, falliscono, lasciandoci balbettare qualcosa in cerca di una frase giusta da dire.
A volte, per paura di sbagliare, preferiamo non fare nulla. Non fare nulla è una possibilità, ma non sempre è la cosa migliore da fare verso una persona cara in lutto.

Il vero, pesante e lungo lavoro sul lutto, non può essere fatto al posto della persona che lo sta vivendo, e questo può essere frustrante, e può portare a allontanarsi da chi soffre, per non sentire quel senso di impotenza e inadeguatezza di fronte a un dolore così difficile da condividere.

Questo dolore, questo peso invisibile ma ingombrante, se è vero che non può essere guarito da altri, può essere alleggerito offrendo il proprio aiuto nelle faccende di ogni giorno, sollevando la persona che soffre, dal carico quotidiano delle incombenze. Per fare questo è importante provare a essere precisi e affidabili. E ricordarsi di non fare niente che sia irreversibile, senza prima averne parlato con la persona che stiamo supportando.
Possiamo offrirci di portare fuori il cane, buttare la spazzatura, fare benzina, smistare la posta, fare la spesa, lasciare un pasto pronto in frigorifero.
Supportare un amico nelle piccole cose di ogni giorno è una tangibile prova d'amore e di cura.

In questo processo, è fondamentale ricordare una cosa: non fare niente che sia irreversibile, come fare una lavatrice, pulire casa o l'auto, senza prima confrontarsi con la persona in lutto.
Quella bottiglia vuota lasciata nella dispensa, potrebbe sembrare spazzatura, ma potrebbe essere stata lasciata lì dalla persona che non c'è più, magari proprio l'altro giorno. Le lenzuola nel letto e la biancheria sporca nel cesto, potrebbero essere le ultime cose rimaste con addosso l'odore di chi non c'è più.

Ci sono alcune cose, piccole e invisibili, che dopo un lutto, possono diventare preziose per chi resta.
Per supportare una persona cara in lutto, datti da fare nelle cose di ogni giorno, con disponibilità e cura, ma anche con cautela: chiedi sempre, prima!

(Megan Devine, Refuge In Grief )

"L’idea di costruire e validare una scala della tolleranza alla noia è basata proprio sull’ipotesi, semplice e a mio avv...
12/06/2025

"L’idea di costruire e validare una scala della tolleranza alla noia è basata proprio sull’ipotesi, semplice e a mio avviso illuminante, che nella comprensione di quella che potremmo definire “noia maladattiva” sia fondamentale l’incapacità di tollerare la noia, il che apre alla possibilità di una valutazione di secondo livello dell’esperienza della noia. Il focus del problema cambia: non è sentire la noia, ma non saperla reggere. È un invito a ragionare in termini di tolleranza/intolleranza, che implica di considerare anche il versante adattivo della noia, proprio come accade per ogni altro stato emotivo, indicativo dei processi motivazionali in atto, e utile a indirizzarli. Sarà piuttosto l’intolleranza a rendere la noia clinicamente rilevante, cioè potenzialmente disfunzionale.

Un ulteriore pregio non trascurabile di questo approccio è che non si limita ad una descrizione della mente basata su tratti disposizionali (come è la propensione alla noia), quindi tendenzialmente tautologica e sub-personale. Tautologica, poiché dire che uno si annoia perché è predisposto ad annoiarsi è una non-spiegazione, un “principio dormitivo”, come lo definiva Bateson. Sub-personale, perché riduce il funzionamento mentale a una sequenza di meccanismi interni slegati dal contesto e dalla storia del soggetto. Ragionare invece in termini di tolleranza alla noia rimanda a processi di valutazione della condizione di noia, alla capacità di farci i conti, ed implica pertanto una visione intenzionale e dinamica della mente, e ci restituisce l’immagine dell’essere umano nella sua interezza, alle prese con il tentativo di perseguire il proprio piano esistenziale."
A cura di Maurizio Brasini

La scala Boredom Intolerance Scale (BIS) misura l’intolleranza alla noia, offrendo una nuova prospettiva clinica

09/06/2025

L'autocompassione è una pratica che può trasformare il modo in cui ci relazioniamo con noi stessi.
Ecco sei modi semplici ma profondi per portare più gentilezza e cura nella tua vita:

1️⃣ Chiediti: 'Di cosa ho bisogno? ': Fai una pausa. Hai bisogno di riposo, rassicurazione, movimento o connessione? Ascoltarsi con curiosità e cura è un atto di autocompassione.

2️⃣ Trattati come un amico: parla a te stesso con la stessa gentilezza e comprensione che offriresti a un caro amico.

3️⃣ Tocco di supporto: una mano delicata sul cuore o un confortante abbraccio di sé possono calmarti nei momenti di angoscia.

4️⃣ Scrivi una lettera autocompassionevole: prendi penna e carta e offriti parole di conforto e incoraggiamento, proprio come faresti con qualcuno che ami.

5️⃣ Ricorda che non sei solo: è importante riconoscere che tutti affrontiamo sfide: questa imperfezione è ciò che ci rende umani.

6️⃣ Usa un tono di voce interiore che sia caldo e gentile: cerca di adottare un tono delicato con te stesso, specialmente quando le cose vanno male. Pratica la pazienza, l'amore e la comprensione verso te stesso.

Kristin Neff

23/04/2025

Abbiamo bisogno di compassione perché la vita è complicata.

Siamo tutti vulnerabili al dolore.
Ognuno di noi ha un ciclo di vita che ha avuto un inizio e avrà una fine.
Proprio come te, sono vulnerabile alle malattie. Proprio come te, potrei fare un esame del sangue domani e scoprire che sono malato. Proprio come te, potrei sentire che un caro amico è morto in un incidente.

Queste cose possono accadere a chiunque di noi in qualsiasi momento, siamo tutti sulla stessa barca. Nessuno, nessuno, sfugge.
E più lavoriamo insieme, più possiamo rendere sopportabile questo viaggio fatto di sofferenza.
La tradizione buddista lo esprime così: "Proprio come me, vuoi essere felice; proprio come me, vuoi essere libero dalla sofferenza".

Questo riconoscimento della paura e del desiderio comuni è la base della compassione.

Le esperienze di vita possono anche diminuire la nostra capacità di dare e ricevere compassione. Sono una terapeuta e le persone che si rivolgono a questa terapia sono spesso intrappolate in circoli psicologici che impediscono loro di accettare la compassione dagli altri o da se stesse. Ma possiamo spezzare questi circoli diventando consapevoli di come funziona il nostro cervello, diventando consapevoli della nostra consapevolezza.
Possiamo quindi iniziare a coltivare deliberatamente la compassione imparando a coltivare un'attenzione compassionevole, un pensiero compassionevole, un sentimento compassionevole e un comportamento compassionevole.

Impariamo a essere aperti alla sofferenza degli altri così come a quella di noi stessi, e poi possiamo agire per alleviarla.

Siamo tutti creati biologicamente.
Il nostro cervello è creato dai nostri geni; non è stato creato da noi, ma per noi dall'evoluzione, e come tale scopriamo che il nostro cervello può fare cose meravigliose (trovare modi per curare le malattie) e cose terribili (fare la guerra). Quindi, il modo in cui il nostro cervello si è evoluto significa che può crearci molti problemi, in realtà, e il problema deriva dal fatto che abbiamo due cervelli. Abbiamo un cervello vecchio, che ha un sacco di motivazioni e desideri che si sono evoluti molto tempo fa e che condividiamo con molti altri animali. Quindi, proprio come il vostro cane di famiglia, siamo naturalmente motivati ​​a evitare ciò che potrebbe farci del male e possiamo essere territoriali, possessivi e preoccupati per lo status. Siamo anche motivati ​​a stringere amicizie, riprodurci e prenderci cura della prole. E proprio come il nostro cane di famiglia, possiamo provare emozioni di ansia, paura, rabbia, desiderio e gioia.

Ma siamo molto diversi anche dagli altri animali. Circa due milioni di anni fa, uno dei nostri antenati primati iniziò a sviluppare un'intelligenza simile a quella umana, e ora siamo in grado di immaginare, ragionare, usare il linguaggio e usare simboli. Questo "nuovo" cervello è favoloso se usato con saggezza, ma molto dipende da come interagisce con il vecchio cervello.

Ad esempio, immaginate che una zebra avvisti un leone e scappi via: è proprio questo che il vecchio cervello animale sa fare: individuare e reagire alle minacce. Se la zebra scappa, si calmerà, tornerà nella mandria e ricomincerà a mangiare allegramente. Ma questo non accadrà a un essere umano grazie al nuovo cervello. L'essere umano inizierà a pensare: "Che paura! riesci a immaginare cosa sarebbe successo se mi avessero beccato?". Si sveglierà nel cuore della notte pensando: "E domani? Aiuto!". La minaccia è passata, ma il nuovo cervello non riesce a lasciarla andare. Rimuginiamo e nella nostra mente eseguiamo simulazioni su simulazioni di scenari ipotetici. Ora, certo, questo può essere molto utile per capire come evitare i leoni, o per costruire una lancia. Ma può anche intrappolarci nella paura.

Questo è ciò che chiamiamo memoria emotiva.
Vi farò un altro esempio, questa volta più vicino al mondo moderno. Supponiamo che vi piacciano le vacanze. Quando pensate alle vacanze, vi eccitano. Ma poi, durante una vacanza, venite picchiati brutalmente e derubati, e finite in ospedale. Cosa succederà l'anno dopo quando penserete alle vacanze? Ecco, quel ricordo traumatico tornerà, e quindi le vacanze non vi semnreranno più piacevoli.

Lo stesso meccanismo è in atto con il bambino che è amato al mattino ma il cui genitore è violento e imprevedibile la sera quando torna a casa. Il sistema di attaccamento – le parti del cervello che facilitano il legame affettuoso con i nostri genitori – si fonde con il sistema della paura. Quindi, man mano che quel bambino cresce e inizia a sentirsi connesso con altre persone, sta sviluppando il sistema di attaccamento – ma sfortunatamente, nella sua memoria emotiva, l'attaccamento è anche disfunzionale. Quella persona ora ha un problema di salute mentale. Molte persone con problemi di salute mentale sono intrappolate in circoli viziosi da cui non riescono a uscire. Rimuginano su cose che le spaventano, rimuginano sul fatto di essere inutili o inferiori. Si concentrano su tutti gli aspetti negativi.

Non è colpa loro, perché abbiamo una naturale predisposizione alla minaccia, tipica del cervello vecchio.
Come osserva Rick Hanson: "il cervello è un velcro per le cose negative e minacciose, ma un teflon per quelle positive". Siamo tutti così.

La compassione è radicata più profondamente nei sistemi cerebrali che hanno a che fare con l'intenzionalità e la motivazione, e se ci orientiamo verso la compassione, cambieremo l'intero orientamento della nostra mente.
E la chiave qui è capire che possiamo selezionare, intenzionalmente, uno dei nostri sistemi motivazionali di base – quello della cura – e possiamo coltivarlo, aiutarlo a crescere e maturare, attraverso la pratica. Dobbiamo anche capire esattamente perché è utile farlo: perché cambia il nostro cervello e ci darà molto più controllo sui nostri pensieri e sulla nostra vita. Quindi, in questo tipo di terapia che cerca di sviluppare la compassione, alleniamo le persone a ricordare, ricordare, ricordare, notare, notare, notare la gentilezza, e poi a costruire su quei ricordi.

Il monaco buddista e autore Matthieu Ricard afferma che le nostre menti sono come giardini e crescono naturalmente. Ma se non vengono coltivate, sono influenzate dal tempo e da qualsiasi seme portato dal vento. Alcune cose cresceranno grandi e altre appassiranno, e alla fine potremmo non essere soddisfatti dei risultati. Possiamo arrivare a capire perché e come coltivare la compassione dentro di noi, che ha la capacità di guarire e riorganizzare la nostra mente affinché possiamo iniziare a diventare le persone che vogliamo essere – in altre parole, ad avere la mente-giardino che desideriamo. Questo richiede coraggio. Se sei agorafobico, un comportamento compassionevole non significa stare seduto a casa sotto le coperte, perché è facile.
Compassione significa uscire e affrontare le proprie paure.

Ci sono due tipi di coraggio. C'è il coraggio fisico, che molti possiedono, ma c'è anche il coraggio emotivo, che consiste nel sapersi muovere in aree di profonda sofferenza e dolore.
La compassione ci aiuta a muoverci in queste aree. Desideriamo essere preparati ad affrontare il dolore in noi stessi e ad alleviarlo.

Ecco quindi la nostra situazione: il cervello che abbiamo ereditato da milioni di anni di evoluzione è sia un dono che una maledizione, se non compreso e usato con saggezza.
È facile perdersi nelle nostre emozioni e motivazioni più profonde, o angosciarsi personalmente per i problemi degli altri.
Ma l'evoluzione ci ha anche donato un tipo di attenzione molto diverso – una competenza straordinaria, miracolosa come la capacità di vedere la luce – che può percepire e sperimentare la coscienza della coscienza stessa.

Da qui possiamo iniziare a vedere nella natura della mente e a scegliere quali emozioni vogliamo coltivare nella nostra vita.
Questo è ciò che significa risvegliarsi e iniziare a diventare illuminati.

Paul Gilbert

"Una parte della tirannia esercitata dal dolore consiste nel furto sistematico del ricordo delle cose che contano"Questo...
10/04/2025

"Una parte della tirannia esercitata dal dolore consiste nel furto sistematico del ricordo delle cose che contano"

Questo Appunti sul dolore, di Chimamanda Ngozi Adiche, è un piccolo libro da leggere, per dare parole al proprio dolore quando diventa insopportabile, per trovare le parole da dire (e quelle da tacere) a chi sta attraversando il dolore di un lutto.
In un mondo che non sopporta più il dolore e ha via via perso o svuotato le parole per raccontarlo, leggere questi Appunti è un modo per riappropriarsi di qualcosa che ci è stato negato, e imparare a prendersene cura.

🔹 𝗘𝗟𝗘𝗭𝗜𝗢𝗡𝗜 𝗘𝗡𝗣𝗔𝗣 𝟮𝟬𝟮𝟱: 𝗖𝗔𝗡𝗗𝗜𝗗𝗔𝗧* 𝗖𝗼𝗹𝗹𝗲𝗴𝗶𝗼 𝗡𝗼𝗿𝗱 ABC ENPAP - Acting by Counting Ecco i candidati e le candidate della nost...
21/02/2025

🔹 𝗘𝗟𝗘𝗭𝗜𝗢𝗡𝗜 𝗘𝗡𝗣𝗔𝗣 𝟮𝟬𝟮𝟱: 𝗖𝗔𝗡𝗗𝗜𝗗𝗔𝗧* 𝗖𝗼𝗹𝗹𝗲𝗴𝗶𝗼 𝗡𝗼𝗿𝗱
ABC ENPAP - Acting by Counting

Ecco i candidati e le candidate della nostra squadra per il Collegio Nord:
• Sofia BANZATTI
• Anna BARRACCO
• Ilaria M.A. BENZI
• Annalisa CORBO
• Tiziana DE RUGGERI
• Felicita GIGLIOTTI
• Igor GRAZIATO
• Achille LANGELLA
• Stella LAZZARINI
• Alessandra MICALIZZI
• Chiara RATTO
• Mara SOLIANI
• Roberta STOPPA
• Anna SOZZI
• Daria TINAGLI
• Silvia VALADÈ

✅ Se credi in un* di noi, allora credi in tutt* noi: vota l’intera squadra!

🗳️ Sostienici con il tuo voto e aiutaci a costruire il futuro!

𝐶𝑜𝑛𝑡𝑎𝑟𝑒 𝑝𝑒𝑟 𝑐𝑎𝑚𝑏𝑖𝑎𝑟𝑒:
𝐸𝑚𝑝𝑜𝑤𝑒𝑟𝑚𝑒𝑛𝑡, 𝑃𝑎𝑟𝑖𝑡𝑎̀ 𝑒 𝑆𝑜𝑠𝑡𝑒𝑛𝑖𝑏𝑖𝑙𝑖𝑡𝑎̀

Con l'autocompassione, noi riconosciamo il dolore e la sofferenza come parte dell'esperienza umana, insieme alla felicit...
30/01/2025

Con l'autocompassione, noi riconosciamo il dolore e la sofferenza come parte dell'esperienza umana, insieme alla felicità e alla gentilezza.

Kristin Neff
www.self-compassion.org

Indirizzo

Via Lepanto N. 11
Padua
35141

Orario di apertura

Lunedì 09:00 - 20:00
Martedì 09:00 - 20:00
Mercoledì 09:00 - 20:00
Giovedì 09:00 - 20:00
Venerdì 09:00 - 20:00
Sabato 09:00 - 20:00

Telefono

+393388317876

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Daria Tinagli Psicologa

Mi occupo di benessere personale e sostegno psicologico per adulti, bambini e adolescenti.

Un percorso psicologico è un’occasione per occuparsi del proprio benessere, migliorare lo stato di salute psicologica, le relazioni con gli altri e l’equilibrio psicofisico, e, infine, costruire un percorso personale verso una vita più soddisfacente, in linea con i propri bisogni e i propri obiettivi.

Organizzo incontri di informazione psicologica e gruppi di lettura, presso il mio studio e presso librerie, scuole, ospedali.

Scrivo articoli di carattere psicologico nel blog che è nel mio sito www.dariatinagli.it