13/11/2025
Non lo dico quasi mai, ma ci sono notti in cui mi sveglio e ho la sensazione che qualcuno abbia spostato tutto: i miei punti fermi, le mie certezze, persino il modo in cui respiro.
E allora resto lì, nel buio, a fare l’unica cosa che so fare davvero: ascoltarmi.
Non è facile.
A volte è come guardarsi allo specchio senza filtri, senza scuse, senza il trucco delle parole.
A volte mi sorprende la forza feroce e gentile della Vita.
Quella che non si ferma, che non cede, che lì al centro delle macerie ti regala il calore di una nuova alba. E ti restituisce un respiro nuovo.
Io, che passo la vita ad ascoltare gli altri, certe sere mi fermo e ascolto il lento fluire del mio pulsare.
E mi dico di smetterla.
Di nascondermi dietro il lavoro, dietro le parole giuste, dietro la parte forte che conosco a memoria.
La verità è che non sono un eroe.
Sono uno che impara ogni giorno a convivere con ciò che non controlla.
Che si allena a lasciar andare senza sentirlo come una sconfitta.
Che prova a scegliere la propria verità anche quando è scomodo farlo.
E se devo confessarlo, ho paura.
Paura di perdere ciò che amo, paura di perdermi di nuovo, paura di restare dove non mi riconosco più.
Ma ho anche un desiderio testardo: quello di continuare, di ricominciare, di non arrendermi a certi giorni stanchi.
Di amare senza misura, di emozionarmi senza freni, di fluire col vento d'autunno nel rosso sangue di certe foglie così meravigliosamente belle.
E allora mi abbandono a quella forza gentile e feroce: se è Vita che vuol essere, Vita sarà.
Da Qui in Poi scelgo di essere.
Me stesso, ancora di più, ancora più forte.
Questa è la mia verità, nuda.
Non perfetta, non luminosa.
Ma reale.
E forse, per una volta, basta così.
Oscar Travino