12/01/2025
Bianca è una donna di Rara bellezza con un mondo interno desertificato e congelato. Incistato e incapsulato, il lutto della sorella, trasforma la vita di Bianca e della sua famiglia in una non-vita . Stella non è l’unica ad essere morta quell’11 giugno; è morta la madre che, sprofondata nella depressione, abitua la famiglia ai suoi ripetuti tentati suidici; è morto il padre che scappa e tenta maldestramente di ripartire da zero; è morta Bianca che Cova un dolore non dicibile, non pensabile ed è perseguitata da un delirio di colpa che segna e orienta la sua esistenza. La vita non vissuta di Bianca può ritrovare un senso solo realizzando un f***e progetto di redenzione che passa attraverso deliri di colpa attorno al mistero della morte, rituali ossessivi e controllo onnipotente.
Bianca, in un irriducibile dualismo, oscilla tra l’attrazione per la bellezza, l’estetica, la perfezione e il fascino per tutto ciò che è sporco, scoria, rifiuto, fino a una sorta di fericismo per la spazzatura. L’ascesa sociale, i tailleur di alta moda, la brillante intelligenza che la contraddistingue sono solo sfaccettature della corazza difensiva che la tiene insieme a la protegge dalla disgregazione. Solo attraverso il dolore fisico entra a contatto con se stessa. Bianca è corpo (corpo oggetto, corpo dolorante, corpo non generativo) o mente (mente brillante, organizzante, f***e, controllante), ma mai unità; si compatta soltanto attraverso contorsioni difensive e perversione delle esperienze. Bianca è ossimoro, contraddizione, è controllo e discontrollo. Non desidera, pianifica. Non soffre, agisce. Si riempie di oggetti solo per il gusto di poterli buttar via senza usarli, dopo una scrupolosa raccolta differenziata di oggetti parziali.
Tra drammi, idealizzazioni, invidie, gelosie, amore e competizione, malattia e morte, lutti e rinascite, questa donna cerca ostinatamente una forma di redenzione.