06/03/2023
“L'analista ricorda, associa, fiuta, assapora, si immedesima parzialmente e transitoriamente, a livello conscio e preconscio, perché è abituato a farlo, perché è stato allenato a farlo durante la propria analisi, perché qualcun altro, al tempo della sua formazione, gli ha fatto percepire un uso creativo di queste funzioni proprio lavorando con lui. Lavora con una discreta attitudine alla sospensione: sospensione del giudizio, in attesa di sempre nuovi sviluppi, sospensione della valutazione del quadro clinico, a volte persino sospensione delle attività rappresentazionali per favorire una più spontanea ed energica gemmazione e fioritura delle associazioni dopo una temporanea astinenza: una delle possibili letture del celebre «senza memoria e senza desiderio» di Bion.
Inoltre l'analista esperto è abbastanza pronto a riservare spazio nel campo mentale per la comparsa eventuale di nuove configurazioni, più o meno collegabili alle precedenti: il dettaglio incongruo, l'elemento scisso possono trovare ospitalità in un riquadro collaterale «sospeso», in attesa di integrazione e di ricollegamento con il resto del contesto, ed è piuttosto raro che una persona non esercitata sia in grado di tollerare questo processo per più di qualche istante, o sia propensa a farlo.
L'analista, proprio per la sua esperienza formativa analitica diretta e personale, e non per averlo appreso dai libri, mediamente ha un po' meno paura degli altri nell'affacciarsi alle possibili aree intermedie intra- e interpsichiche senza la rassicurante pretesa di saturarle immediatamente con contenuti-tampone.
Per esercizio e per educazione ricevuta ha cura di conservare alcune aree del Sé professionale non pervadibili per intero dall'esperienza - per quanto forte - dell'altro: è aiutato in questo, oltre che dal riferimento al proprio complesso mondo teorico, dalla consuetudine a proteggere come preziosa un'area interna di frequentazione preconscia e di consultazione naturale dei propri maestri e dei propri colleghi, di coloro cioè che per via autenticamente introiettiva sono diventati parte costitutiva del proprio mondo interno”.
S. Bolognini (2008) Passaggi Segreti, Bollati Boringhieri, pag. 145-146