PsicologiaPadova

PsicologiaPadova Psicologa e Psicoterapeuta Cognitivo Comportamentale. Dr.ssa Pinton Michela, psicologa e psicoterapeuta.

Laurea in psicologia dello sviluppo e dell'età evolutiva. Specializzazione in psicoterapia cognitivo comportamentale. Mi occupo di prevenzione, consulenza, diagnosi, cura e formazione sia a livello individuale che di coppia, di gruppo o familiare. La mia specialità sono i diturbi d'ansia a tutte le fasce d'età, dall'età evolutiva all'età adulta.

24/09/2025

LA TERAPIA COGNITIVO-COMPORTAMENTALE (TCC)

Salve a tutti,
come anticipato nel mio precedente video oggi vi darò qualche informazione sulla terapia cognitivo comportamentale, dato che è considerata la terapia d’elezione per i disturbi d’ansia.

La terapia cognitivo comportamentale è un modello per la comprensione della psicopatologia e un tipo di psicoterapia ampiamente utilizzata per il trattamento dei principali disturbi psichici.
Con la definizione ad ombrello di terapia cognitivo comportamentale, si indica in realtà una vasta famiglia di psicoterapie perché è stata sviluppata originariamente negli anni settanta grazie all'integrazione delle terapie comportamentali e di quelle cognitiviste.
Il termine "cognitivo" fa riferimento a tutto ciò che accade internamente alla mente (processi mentali come pensiero, ragionamento, attenzione, memoria…). La terapia cognitiva aiuta ad individuare certi pensieri ricorrenti, schemi fissi di ragionamento e di interpretazione della realtà, che sono concomitanti alle forti e persistenti emozioni problematiche e aiuta a correggerli e ad integrarli con altri pensieri più realistici, o, comunque, più funzionali al proprio benessere.
Il termine "comportamentale" fa riferimento invece ai comportamenti manifesti da parte del soggetto. La terapia comportamentale aiuta a modificare la relazione fra le situazioni che creano difficoltà e le abituali reazioni emotive e comportamentali che la persona mette in atto in tali circostanze.
In sintesi tale approccio terapeutico si basa sull’assunto che esista una complessa relazione tra emozioni, pensieri e comportamenti e che i problemi emotivi non siano dovuti agli eventi vissuti dal paziente ma alla sua rappresentazione soggettiva e distorta della realtà e alle credenze disfunzionali, spesso inconsapevoli che si mantengono nel tempo.

La TCC ha delle caratteristiche specifiche:
1. Si basa su evidenze scientifiche e ricerche volte ad ampliare le conoscenze sulle strutture e i processi mentali;
2. E’ focalizzata sul problema e orientata all’azione. Viene individuato il problema concreto e attuale del paziente, viene formulata una diagnosi e concordati gli obiettivi del trattamento e i passi per raggiungerli;
3. E’ collaborativa perché paziente e terapeuta lavorano insieme attivamente per trovare strategie e perché il terapeuta aiuta il paziente a diventare terapeuta di se stesso, fornendogli gli strumenti utili per la risoluzione dei suoi problemi;
4. E’ una terapia breve, quando ciò è possibile. La durata della terapia varia di solito dai quattro ai dodici mesi, con sedute a cadenza il più delle volte settimanale;
5. Utilizza gli homeworks che sono parte integrante della terapia. Sono esercizi che permettono di mettere in pratica quanto appreso in seduta e che i pazienti possono sperimentare in situazioni di vita reale.

Penso di avervi detto l’essenziale per quanto riguarda la TCC, il resto lo potete scoprire da voi ma attenti alle fonti da cui traete le informazioni. Mi raccomando che siano fonti scientifiche attendibili. A presto con un nuovo video e restate connessi!!!

17/09/2025

DISTURBI D’ANSIA: QUAL È IL TRATTAMENTO PIU’ EFFICACE?

Salve a tutti,
oggi proverò a rispondere ad una fondamentale domanda: “Qual è il trattamento più efficace per i disturbi d’ansia?”

Nel mare magnum dei diversi tipi di trattamento, a volte è difficile orientarsi. Servono indicazioni chiare e precise.
Ebbene, nel caso del trattamento dei disturbi d’ansia, la terapia cognitivo comportamentale (TCC) ha assunto un ruolo d’elezione, tanto da essere introdotta nelle linee guida internazionali.

Le linee guida internazionali sono dei documenti ufficiali, sviluppati e pubblicati da organizzazioni e istituti riconosciuti a livello internazionale (OMS, APA, NICE…) e hanno lo scopo di identificare le più recenti e valide evidenze scientifiche relativamente alla prevenzione, diagnosi, cura e trattamento in tema di salute mentale.
All’interno delle linee guida vengono quindi indicate le terapie la cui efficacia è dimostrata dalla ricerca scientifica internazionale. Secondo le linee guida la TCC si è dimostrata ampiamente valida.

Anche diverse ricerche di metanalisi, ricerche che combinano i risultati di più studi su un unico argomento, hanno evidenziato risultati migliori per la TCC applicata all’ansia: sia in termini di aderenza al trattamento, sia di stabilità di risultati che di rapporti costi/benefici.
Tali risultati sembrano essere migliori anche dell’intervento combinato tra TCC e farmacoterapia.
Pertanto se soffrite di disturbi d’ansia o ne avete il sospetto, vi conviene cercare uno psicoterapeuta di orientamento cognitivo comportamentale.

Magari nel mio prossimo video vi parlerò un po' della TCC. Per oggi mi fermo qui. A presto e…restate connessi!!!

12/09/2025

BONUS PSICOLOGO 2025

Salve a tutti,
a proposito del trattamento dei disturbi d’ansia di cui abbiamo cominciato a parlare, ho un’importante notizia da darvi. L’INPS ha emesso il Bonus Psicologo 2025 ovvero ha stanziato nuovi contributi per sostenere le spese relative alle sessioni di psicoterapia a favore di cittadini che vivono condizioni di depressione, ansia, stress e fragilità psicologica. Ora vi darò tutte le informazioni per usufruire di questa opportunità.

1. Chi può beneficiare del Bonus Psicologo 2025?
Il beneficio è riconosciuto una sola volta per ciascuna annualità ai soggetti in possesso dei seguenti requisiti:
 residenza in Italia;
 valore ISEE non superiore a 50.000 euro.

2. A quanto ammonta il beneficio?
Il contributo a seduta è di 50 € e l’importo complessivo viene modulato in base all’ISEE del richiedente:
a) 1.500 euro per chi ha un isee inferiore a 15.000 euro;
b) 1.000 euro per chi ha un isee tra i 15.000 e 30.000 euro;
c) 500 euro per chi ha un isee tra i 30.000 e i 50.000 euro.

3. Come e quando si presenta la domanda?
La domanda per accedere al beneficio può essere presentata, esclusivamente in via telematica, accedendo all’apposito servizio e cliccando sul tasto “utilizza il servizio”. Per farlo è necessario disporre di uno di questi strumenti: SPID, Carta di identità elettronica (CIE) 3.0 o Carta Nazionale dei Servizi (CNS). E’ possibile anche contattare il numero verde 803.164 (gratuito da rete fissa) o il numero 06 164.164 (da rete mobile a pagamento).
La domanda per l’anno 2025 potrà essere presentata a partire dal 15 settembre fino al 14 novembre.

4. Come e quando saprò l’esito della mia domanda?
Al termine del periodo stabilito per la presentazione delle domande, vengono redatte le graduatorie per l’assegnazione del beneficio, nei limiti delle risorse stanziate, tenendo conto del valore ISEE più basso e dell’ordine cronologico di presentazione delle domande.
L’esito della richiesta è notificato tramite SMS e/o e-mail ai soggetti richiedenti, ai recapiti che hanno indicato ed è consultabile nella sezione “Ricevute e provvedimenti”.

5. Come potrò utilizzare il beneficio?
In caso di accoglimento della domanda è indicato l’importo ottenuto e il codice univoco associato, che deve essere comunicato al professionista, scelto tra gli specialisti regolarmente iscritti nell’elenco degli psicoterapeuti.
Il beneficio deve essere utilizzato entro 270 giorni, decorrenti dalla data di pubblicazione del messaggio. Decorso tale termine il codice univoco è automaticamente annullato e le risorse non utilizzate saranno riassegnate.

Spero di essere stata utile dandovi queste informazioni. Vi ricordo solo un’ultima cosa. Anche io sono iscritta nell’elenco degli psicoterapeuti aderenti al Bonus Psicologo, pertanto se avete bisogno di ulteriori informazioni o volete iniziare un percorso utilizzando il Bonus potete contattarmi.
A presto e restate connessi!!!

04/09/2025

DISTURBO D’ANSIA? A CHI RIVOLEGERSI?

Salve a tutti,
come promesso dopo una breve pausa estiva ritorno a parlarvi d’ansia e da questo momento in poi ci concentreremo principalmente sul trattamento dei vari disturbi d’ansia.

Vi ricordate un mio post di qualche tempo fa in cui vi ho spiegato quando l’ansia può diventare un problema? Se non lo ricordate, andate a cercarlo e leggetelo. Molto sinteticamente l’emozione ansia diventa patologica quando si presenta con una durata, frequenza e intensità superiori rispetto alle altre emozioni oppure è eccessiva e incongrua rispetto all’episodio che l’ha elicitata.
Vi ricordo inoltre che per ipotizzare un disturbo d’ansia il problema deve presentarsi per più di sei mesi.

Che fare quindi se ci si trova a vivere un caso simile e si sospetta di essere affetti da un disturbo d’ansia? A chi ci si può rivolgere?
I professionisti a cui è possibile rivolgersi sono diversi ma ognuno ha delle caratteristiche e funzioni diverse. Vediamo insieme quali.
1. MEDICO DI BASE = può essere utile per una prima valutazione e per un consiglio rispetto ad uno specialista a cui essere indirizzati. Il medico di base può anche prescrivere dei farmaci ma lo psichiatra ha una formazione più specifica su questo tipo di patologie e sugli psicofarmaci;
2. PSICHIATRA = è un medico specializzato nella diagnosi e nel trattamento dei disturbi mentali. Lo psichiatra può indicare e prescrivere una terapia farmacologica adatta e/o suggerire un percorso di psicoterapia. Alcuni psichiatri hanno conseguito anche la specializzazione in psicoterapia;
3. PSICOLOGO E/O PSICOTERAPEUTA = sono entrambi professionisti che possono fare una valutazione diagnostica sia attraverso il colloquio psicologico che attraverso l’uso di test specifici. Possono aiutare a comprendere le cause e i sintomi disturbi mentali. Solo lo psicoterapeuta è però specializzato nel trattamento delle varie psicopatologie attraverso l’uso di strategie e tecniche psicoterapiche di vario tipo.

E’ importante tener presente che un approccio combinato, che integri psicoterapia e farmaci, risulta spesso il più efficace.

Per oggi mi fermo a queste prime semplici indicazioni. Nei prossimi post entrerò sempre più nei dettagli del trattamento dei disturbi d’ansia.
A presto allora e ……restate connessi!!!

Auguro a tutti Buone Vacanze!!!Quest'anno torno in Grecia per qualche giorno di mare e relax. Domani sarò stesa al sole ...
11/08/2025

Auguro a tutti Buone Vacanze!!!
Quest'anno torno in Grecia per qualche giorno di mare e relax. Domani sarò stesa al sole su una bellissima spiaggia a leggere un buon libro e abbronzarmi, mi immergerò in acque fresche e cristalline e la sera passeggerò per il paese in cerca di un buon ristorantino per gustarmi l'ottima cucina Grecia. Come sempre le mie vacanze sono all'insegna del contatto con la natura e con i miei 5 sensi e oltre!!! Auguro a tutti di vivere le proprie vacanze allo stesso identico modo perchè si torna rigenerati. A presto allora e come sempre....restate connessi!!!

05/08/2025

4 FATTORI DI MANTENIMENTO DELL’ANSIA

Salve a tutti,
prima di salutarci per le vacanze estive, vi propongo un video in cui vi parlo di alcuni fattori di mantenimento dell’ansia.

A volte, nonostante tutti i tentativi che si fanno più o meno efficaci per liberarsi dell’ansia, risulta molto difficile riuscirci. Ciò accade perché vi sono dei fattori che mantengono e alimentano il problema, ostacolandone la soluzione. Ora vi descrivo alcuni di questi fattori di mantenimento:
1. Sensibilità all’ansia = Alcune persone hanno una predisposizione individuale a provare ansia in relazione alle sensazioni legate all’attivazione fisiologica.
2. Effetto di coerenza con l’emozione = È un fenomeno cognitivo in cui pensieri e credenze tendono a essere coerenti con l’emozione attivata. Se stiamo provando ansia avremo accesso solo a memorie ansiogene che ci confermeranno la presenza di un pericolo/minaccia.
3. Attenzione selettiva = Consiste nel monitoraggio delle proprie sensazioni interne con una particolare attenzione alle situazioni temute, allo scopo di verificare la presenza di segnali che potrebbero scatenare l’ansia. Ciò produce un abbassamento della soglia di percezione di queste sensazioni e contemporaneamente l’aumento dell’intensità soggettivamente percepita.
4. Emozione come informazione = Lo stato emotivo in cui ci troviamo funziona come fonte d’informazione, per questo motivo se proviamo ansia deduciamo che ci debba essere un pericolo in agguato.

Con questo articolo concludo la parte in cui vi ho descritto l’ansia in tutti i suoi aspetti. Dopo la pausa estiva cominceremo a parlare di come si può trattare l’ansia in modo efficace. Buone vacanze e presto…. e come sempre restate connessi!!!

16/07/2025

4 STRATEGIE COMUNI MA INEFFICACI PER SUPERARE L’ANSIA

Salve a tutti,
oggi vi parlerò di alcune strategie che vengono comunemente utilizzate per affrontare l’ansia ma che purtroppo non sono efficaci e in alcuni casi possono anche mantenerla o aumentarla.

L’ansia come sappiamo non è una emozione gradevole da provare, per questo motivo le persone cercano in tutti i modi di ridurla, controllarla, contrastarla o eliminarla, spesso però ottenendo l’effetto contrario. Alcune strategie che vengono utilizzate comunemente possono paradossalmente peggiorare l'ansia nel lungo termine, creando un circolo vizioso difficile da spezzare.
Le strategie più comuni che non funzionano sono:
1. EVITAMENTO = le persone tentano di evitare le situazioni che causano ansia e nell’immediato ci può essere un abbassamento dell’ansia, ma nel lungo termine l’ansia aumenta così come la difficoltà di gestire tali situazioni. Inoltre la vita delle persone risulta sempre più limitata.
2. COMPORTAMENTI PROTETTIVI = avete presente la coperta che Linus portava sempre con sé per proteggersi da ciò che lo spaventava? Spesso le persone ricorrono a palliativi (ad es. portare con sé un sacchetto di carta, le caramelle al mentolo…) o persone care per proteggersi da eventi o situazioni ansiogene. Anche questi comportamenti nel breve termine riducono l’ansia ma nel lungo termine la persona si percepisce sempre meno capace di affrontare l’ansia con un aumento quindi della stessa.
3. RIMUGINIO = nei miei precedenti post vi ho parlato del rimuginio. Le persone rimuginano su possibili scenari negativi nell’intento di prevenirli ma il continuo pensare ad eventi catastrofici in realtà porta ad un aumento dell'ansia. Inoltre l'eccessivo controllo risulta inefficace ed estenuante.
4. USO DI SOSTANZE = In molto casi le persone ricorrono a farmaci ansiolitici oppure all'uso di alcol o droghe per sedare l'ansia. Tali sostanze possono fornire un sollievo temporaneo, ma se non vengono affrontate le cause sottostanti dell'ansia, finito l’effetto l’ansia torna. Inoltre si può andare incontro a dipendenza e altri problemi di salute.

Come avrete capito le strategie che vi ho appena elencato non sono utili e possono avere diverse controindicazioni. Ci sono strategie molto più efficaci per gestire l’ansia che si possono apprendere facilmente durante un percorso di psicoterapia pertanto se si ha il sospetto di avere problemi con l’ansia o addirittura un disturbo, invece che ricorrere a rimedi fai da te, è bene chiedere consiglio ad un professionista.

Ci vediamo presto con un nuovo video sempre sul tema dell’ansia e nel frattempo….restate connessi!!!

19/06/2025

ANSIA E BIAS COGNITIVI (Part 2)

Salve a tutti,
oggi riprendo il discorso, cominciato la scorsa settimana, sui bias cognitivi connessi all’ansia.

Come ricorderete i bias cognitivi sono distorsioni cognitive fondate al difuori del giudizio critico, basate su percezioni errare o deformate, su pregiudizi e ideologie e che di conseguenza possono portare ad errori cognitivi che impattano sulla vita di tutti i giorni, non solo su decisioni e comportamenti ma anche sui processi di pensiero.

Nell’ambito dei disturbi d’ansia, quando i bias cognitivi vengono usati in modo sistematico, possono causare problemi perché sono alla base di pensieri e credenze disfunzionali, poco realistiche e che determinano sofferenza emotiva. Possono quindi contribuire al mantenimento e aggravamento dei disturbi d’ansia.

Vediamo insieme altri 5 bias cognitivi che comunemente vengono associati all’ansia:
 Pensiero dicotomico = è la tendenza a vedere le situazioni come “tutto o nulla”. Escludendo le possibilità di sfumature o compromessi;
 Personalizzazione = è la tendenza ad interpretare le azioni altrui come dirette verso di sé, anche quando non è il caso;
 Focalizzazione sul sé = consiste nel concentrarsi eccessivamente sui propri pensieri, sensazioni ed errori, trascurando gli aspetti positivi;
 Pensiero magico = è la tendenza a credere che i propri pensieri possono influenzare gli eventi esterni;
 Bias di memoria = è la tendenza a ricordare eventi negativi più spesso di quelli positivi.

Dato il funzionamento della cognizione umana, il bias non è eliminabile, ma si può tenerne conto a posteriori e correggere la percezione per diminuire gli effetti distorsivi. Comprendere quindi i propri bias cognitivi può essere un primo passo per gestire l’ansia. Infatti le distorsioni cognitive possono essere riconosciute e modificate allo scopo di riformulare pensieri più realistici, adattive e funzionali al proprio benessere.

Per oggi mi fermo qui ma ci rivedremo presto con un nuovo video sempre sul tema dell’ansia. A presto allora……e restate connessi!!!

29/05/2025

ANSIA E BIAS COGNITIVI (Part.1)

Salve a tutti,
oggi vi parlerò dei bias cognitivi e di quanto sono importanti quando si parla di disturbi d’ansia.

Facciamo una premessa: in ogni momento della vita le persone devono utilizzare le proprie facoltà cognitive per prendere delle decisioni o per valutare una situazione che hanno di fronte. Questo processo è influenzato da numerosi fattori che entrano in gioco. Un’analisi attenta e critica di tutti questi fattori può richiedere un certo tempo e una certa quota di risorse mentali ma questo non è sempre funzionale. Per questo motivo spesso entrano in gioco i bias cognitivi.

I bias cognitivi sono forme di comportamento mentale evoluto che rappresentano forme di adattamento, in quanto portano ad azioni più efficaci in determinati contesti o permettono di prendere decisioni più velocemente quando necessario.
Tuttavia in alcuni casi i bias cognitivi sono distorsioni cognitive fondate al di fuori del giudizio critico, basate su percezioni errate o deformate, su pregiudizi e ideologie e di conseguenza possono portare
ad errori cognitivi che impattano nella vita di tutti i giorni, non solo su decisioni e comportamenti, ma anche sui processi di pensiero.

Nell’ambito dei disturbi d’ansia quando i bias cognitivi vengono utilizzati in modo sistematico, possono causare problemi, perchè sono alla base di pensieri e credenze disfunzionali, poco realistiche che determinano sofferenza emotiva. Possono quindi contribuire al mantenimento e all'aggravamento dei disturbi d'ansia.

Vediamo insieme alcuni bias cognitivi che comunemente vengono associati all'ansia:
 Bias attentivo = consiste nel focalizzare l'attenzione su stimoli minacciosi, ignorando o sminuendo altri fattori presenti;
 Bias di interpretazione = consiste nell’interpretare gli eventi in modo negativo, spesso associando alle proprie sensazioni corporee (come tachicardia o difficoltà respiratorie) significati di pericolo.
 Pensiero catastrofico = è la tendenza a prevedere il peggiore scenario possibile, anche per eventi minimi;
 Bias di conferma = consiste nel cercare informazioni che confermino le proprie convinzioni negative, ignorando quelle che le smentiscono;
 Bias di minaccia = è la tendenza a interpretare eventi neutri come minacce.

Per oggi mi fermo qui ma la prossima settimana vi parlerò di altri bias cognitivi connessi all’ansia. A presto allora….e restate connessi!!!

20/05/2025

DISTURBI D’ANSIA: A CHE ETA’ POSSONO INSORGERE?

Salve a tutti,
continuo a parlarvi di disturbi d’ansia e in particolare del loro esordio.

Perché può interessarci a che età possono insorgere i disturbi d’ansia?
Conoscere il momento dell’esordio dei disturbi d’ansia è molto importante perché consente di introdurre misure di prevenzione e interventi precoci. Iniziare una terapia tempestivamente migliora il benessere a lungo termine del paziente rispetto a situazioni nelle quali il disturbo si sia già strutturato o cronicizzato.

Alla luce di quanto detto è bene fare riferimento a dati attendibili che ci possono essere forniti dagli studi di meta-analisi. Una meta-analisi condotta da di Solmi e colleghi (2021) su 192 studi e un totale di 700000 pazienti ha indagato l’insorgenza di molteplici disturbi mentali e la percentuale di persone che hanno sviluppato un disturbo mentale prima dell’età di 14, 18 e 25 anni. Gli autori hanno concluso che circa il 34,6% dei pazienti ha sviluppato un disturbo prima dell’età di 14 anni, il 48,4% prima dell’età di 18 anni, e il 62,5% prima dell’età di 25 anni. Questo dimostra che per quasi il 50% dei pazienti i disturbi mentali iniziano prima di raggiungere l’età adulta. I ricercatori hanno anche analizzato l’età di insorgenza per le diverse forme di disturbi mentali ed è emerso che ansia e fobie insorgono in media verso 5,5 anni e i disturbi da stress intorno ai 15,5 anni.

Dati raccolti da altre ricerche ci indicano che l’età di insorgenza dei disturbi d’ansia è generalmente variabile tra infanzia, adolescenza e prima età adulta tra i 20 e 30 anni. L’esordio in età matura o avanzata è meno comune.
L’età di esordio per i diversi disturbi d’ansia quindi è:
 Disturbo d’ansia da separazione e Mutismo selettivo → tendono a insorgere in età infantile;
 Disturbo d’ansia generalizzata → insorge in media tra i 20 e i 30 anni anche se molti riferiscono ansia fin dall’infanzia o adolescenza;
 Disturbo di panico → spesso inizia in età adulta ma può anche insorgere in adolescenza;
 Fobia specifica → può insorgere in qualsiasi momento ma spesso inizia durante l'infanzia o l'adolescenza;
 Fobia sociale → spesso inizia in adolescenza.

Per oggi è tutto ma ci rivediamo la prossima settimana con un altro articolo sui disturbi d’ansia. A presto e come sempre…..restate connessi!!!

14/05/2025

DISTURBI D’ANSIA: QUANTO SONO DIFFUSI NELLA POPOLAZIONE?

Salve a tutti,
come sempre torno a parlavi di ansia e oggi vorrei darvi qualche dato epidemiologico per farvi capire quanto i disturbi d’ansia sono prevalenti nel mondo e in Italia.

Una persona su tre nel mondo soffre di qualche disturbo mentale e tra il 20% e il 30% della popolazione soffre di disturbi d’ansia. Inoltre vi è una prevalenza doppia delle donne rispetto agli uomini e i sintomi in media sorgono prima dei 25 anni d’età.

I dati italiani oggi sono perfettamente in linea con quelli internazionali.
Secondo la ricerca ANSA del 2024 e il recente Rapporto di Salute Mentale del Ministero della salute, 16 milioni di italiani lamentano disturbi psicologici di media o grave entità e l’ansia si conferma tra le problematiche più diffuse, in particolare nelle donne e nei giovani.

E’ importante considerare i dati relativi ai giovani tra i 18 e i 25 anni.
Secondo il World Mental Health Day Report, il 54% dei giovani italiani ha riferito di aver vissuto episodi di stress tali da non poter svolgere le normali attività quotidiane come lavoro e scuola.
Secondo il Rapporto Censis del 2022, il 49,4% dei giovani italiani ha dichiarato di aver sofferto d’ansia.

Questi sono dati significativi e purtroppo in continuo aumento. Per questo motivo è importante prestare attenzione ai sintomi d’ansia che possono presentarsi sin dalla più giovane età e, se persistono nel tempo, rivolgersi ad un medico o psicologo per una valutazione diagnostica in modo da poter intervenire tempestivamente. Spesso i primi sintomi vengono sottovalutati e ignorati con il rischio di un peggioramento e una cronicizzazione del disturbo.

Per ora mi fermo qui ma ci rivediamo la prossima settimana con un nuovo video sempre sul tema dell’ansia. A presto e restate connessi!!!

08/05/2025

ANSIA: QUALI SONO I FATTORI PREDISPONENTI? (Part.2)
Salve a tutti, oggi riprendo e concludo l’argomento: fattori predisponenti l’ansia patologica.

Tutti possono essere interessati da un disturbo d’ansia in qualche momento della vita, ma esistono persone più predisposte di altre all’insorgenza e perdurare dei sintomi ansiosi.
Non esiste un singolo gene o una singola causa psicologica per i disturbi d'ansia. Sono molteplici i fattori di rischio che promuovono lo sviluppo dell’ansia patologica. Altri fattori biopsicosociali che, oltre a quelli elencati nel mio precedente video, possono intervenire sono:
 Uso di farmaci (ad es. corticosteroidi, antistaminici, amfetamine…), sostanze illegali (ad es. cocaina, cannabis, ecstasy…) o altre sostanze (ad es. caffeina) tendono a peggiorare la risposta allo stress e ad aumentare la tendenza all’ansia.
 Appartenere al genere femminile = Il sesso femminile ha un rischio di quasi il doppio di sviluppare l’ansia patologica, differenza che si manifesta più evidentemente a partire dall’adolescenza.
 Fattori di rischio precoci legati ai tratti di personalità = Una vulnerabilità a livello di temperamento consiste nell’avere un profilo psicologico caratterizzato da una scarsa capacità di adattamento agli stimoli esterni e da una spontanea tendenza al nervosismo e alla preoccupazione.
E con questo concludo la descrizione dei fattori predisponenti i disturbi d’ansia. A presto con un nuovo video e come sempre…..restate connessi!!!

Indirizzo

Padua
<<NOT-APPLICABLE>>

Orario di apertura

Lunedì 09:00 - 21:00
Martedì 09:00 - 21:00
Mercoledì 09:00 - 21:00
Giovedì 09:00 - 21:00
Venerdì 09:00 - 21:00

Notifiche

Lasciando la tua email puoi essere il primo a sapere quando PsicologiaPadova pubblica notizie e promozioni. Il tuo indirizzo email non verrà utilizzato per nessun altro scopo e potrai annullare l'iscrizione in qualsiasi momento.

Contatta Lo Studio

Invia un messaggio a PsicologiaPadova:

Condividi

Share on Facebook Share on Twitter Share on LinkedIn
Share on Pinterest Share on Reddit Share via Email
Share on WhatsApp Share on Instagram Share on Telegram