08/03/2024
L’IMPORTANZA DEL CONTATTO PELLE A PELLE DEL BAMBINO CON LA MAMMA
Numerosi studi hanno ormai dimostrato i benefici relazionali e fisiologici derivanti dalla vicinanza e, meglio ancora, dal contatto fisico del neonato con il corpo della madre.
Un neonato separato dalla madre e portato al nido subito dopo il parto piange molto di più e manifesta segnali di stress (pianto a cicli, livelli di cortisolo, l’ormone dello stress, più elevati) di un neonato tenuto accanto alla madre.
Inoltre i nati a termine tenuti a contatto pelle a pelle con la madre per i primi novanta minuti dopo il parto mostrano, rispetto a quelli tenuti in culla, un migliore adattamento termico, un più alto livello glicemico (quantità di glucosio contenuta nel sangue) e un più rapido ritorno alla normalità dell’equilibrio acido-base, oltre a una notevole riduzione del cortisone.
Mettere il bambino sulla madre pelle contro pelle, attaccarlo al seno già in sala parto, consentire alla mamma di averlo vicino durante il giorno e la notte, non relegarlo nel nido e non dargli aggiunte di latte sono alcune delle pratiche che favoriscono l’attaccamento madre-bambino e soprattutto aumentano la percentuale di bambini allattati al seno, cioè alimentati con il latte migliore che ci sia.
COMUNICAZIONE CON IL NEONATO
Soprattutto nei primi mesi di vita, dunque, la comunicazione tra madre e bambino non è tanto “mente a mente”, quanto piuttosto “corpo a corpo”.
Fino a 2 mesi, per esempio, i neonati posti sul seno materno adattano il loro ritmo cardio-respiratorio a quello delle madri, quasi a indicare un prolungamento all’esterno della vita intrauterina.
Anche il corpo materno si adatta a quello del neonato: se i seni di una madre sono in contatto pelle a pelle con i suoi gemelli, reagiscono cambiando temperatura, ciascuno in maniera diversa in base ai bisogni termici del bambino su quel seno.
Inoltre, si è scoperto che fin dai 2 mesi di vita il cervello è in grado di distinguere una carezza affettuosa, eseguita lentamente, con una certa pressione e temperatura, da un tocco più veloce e non affettuoso, il che sottolinea l’importanza della dimensione affettiva per l’equilibrio psico-fisiologico del neonato.
Tutti questi dati danno conto di una “relazione viscerale “ovvero una sintonia psicofisica reciproca, tra madre e bambino, una relazione basata cioè su una comunicazione corpo a corpo di cui non sempre si è consapevoli, ma che è estremamente importante per rafforzare il legame di attaccamento e promuovere l’equilibrio fisiologico del bambino e la sua nascente identità corporea.
È ormai certezza comprovata che la vicinanza fisica, le carezze e i contatti affettuosi, associati alla sensibilità materna verso gli stati corporei, sono elementi chiave nei processi di costruzione di adattamento reciproco, vale a dire la capacità di due corpi di modificarsi per sincronizzarsi tra loro.
Nello specifico, più una madre è sensibile ai propri stati fisiologici e viscerali (ritmo del respiro, battito del cuore…), tanto più sarà pronta a cogliere i segnali corporei del suo bambino e, di conseguenza, sarà in grado di regolare il proprio coinvolgimento interattivo con lui.
Il bambino, a sua volta, registra attraverso il corpo la misura in cui la madre è sintonizzata con il suo mondo mentale, la sua disponibilità alla vicinanza fisica e al tocco affettuoso, e su questi linguaggi del corpo formerà dei ricordi affettivi basilari per lo sviluppo di un’affettività sana e un primo schema corporeo.
Madre e bambino, insomma, si incontrano prima corpo a corpo, per poi conoscersi mente a mente.
Questa è la ragione per cui ogni contatto pelle a pelle, come le carezze e gli abbracci, la vicinanza costante è così importante per favorire una sana relazione di attaccamento indispensabile per lo sviluppo di una personalità sicura e sana.
Dott.ssa Patrizia Babici psicologa & psicoterapeuta.Studio di psicologia e Psicoterapia