Società Italiana di Sessuologia ed Educazione sessuale

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Società Italiana di Sessuologia ed Educazione sessuale La sessuologia clinica interviene, con metodiche psicoterapeutiche, sulle problematiche della vita s David Winter (University of Hertfordshire)

La Società Italiana di Sessuologia ed Educazione sessuale (S.I.S.E.S.) si è costituita con lo scopo di promuovere lo studio, la ricerca e l’intervento nell’ambito della Sessualità umana e delle sue problematiche disfunzionali, sia biologiche che psicologiche, attraverso un approccio multidisciplinare, che interroga e mette in dialogo i diversi saperi che si occupano dell’umano, della sua cura, del

suo benessere psichico, delle sue culture e delle sue società. L'epistemologia che organizza e orienta le sue prassi cliniche, psicoterapeutiche e socio-educative fa riferimento al modello e alla prospettiva costruttivista, cercando in tal modo di non ridurre la persona solo una "macchina biologica" da riparare. Questo proprio perché la sessualità umana, oltre ad avere implicazioni di carattere bio-medico, è soprattutto “qualcosa per qualcuno”, ossia non può essere mai disgiunta dai significati che le persone attribuiscono alle loro esperienze. In poche parole, la sessualità umana non è mai un fatto meramente “meccanico”, quanto piuttosto essa si caratterizza essenzialmente per un suo coinvolgimento di natura emotiva, psichica e affettiva. Comitato scientifico

Dr.ssa Alessandra Andrisani (Università di Padova)

Prof. Decio Armanini (Università di Padova)

Prof.ssa Francesca Brencio (University of Western Sydney)

Prof. Gabriele Chiari (CESIPc Scuola di Psicoterapia Costruttivista)

Prof. Costantino Cipolla (Università di Bologna)

Prof.ssa Sabrina Cipolletta (Università di Padova)

Prof.ssa Elena Faccio (Università di Padova)

Prof. Mario Galzigna (Università di Venezia)

Dr. Massimo Giliberto (Institute of Constructivist Psychology)

Prof. Antonio Maturo (Univeristà di Bologna)

Dr. Carmelo Miola (ULSS 16- Padova)

Dr. Giovanni Narbone (Institute of Constructivist Psychology)

Dr.ssa Maria Cristina Ortu (CESIPc Scuola di Psicoterapia Costruttivista)

Prof. Harry Procter (University of Hertfordshire, Clinical Psychology Department)

Prof. Cirus Rinaldi (Università di Palermo)

Prof.ssa Elisabetta Ruspini (Università di Milano-Bicocca)

Prof.ssa Ines Testoni (Università di Padova)

Prof.ssa Valeria Ugazio (Università di Bergamo; EIST - European Institute of Systemic-relational Therapies)

Prof. Paolo Valerio (Univeristà Federico II, Napoli; presidente O.N.I.G - Osservatorio Nazionale sull'Identità di Genere)

Prof.

18/07/2025

Figure della sessualità: affetto, erotismo, sensualità, p***ografia, perversione, meccanicità, performance

La sessualità umana si manifesta in forme molteplici, non riconducibili a un’unica matrice biologica o pulsionale. È un fenomeno incarnato e situato, che riflette vissuti soggettivi, modelli relazionali e codici culturali. All’interno di questa complessità, è possibile distinguere diverse configurazioni fondamentali della sessualità: affettiva, erotica, sensuale, p***ografica, perversa, meccanica e performativa. Ciascuna esprime un diverso modo di intendere il corpo, l’altro, il desiderio e la relazione.

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1. La sessualità affettiva: desiderare l’altro come persona

La sessualità affettiva si radica nel legame emotivo e nella reciprocità. L’altro è vissuto non come mezzo per il piacere, ma come fine, come soggetto di valore. La relazione sessuale diventa espressione dell’amore, della cura, della fiducia, e si colloca in una dimensione di riconoscimento e co-esistenza.

Come scrive Martin Buber, «nell’autentico rapporto io-tu, l’altro non è oggetto ma presenza viva» (Il principio dialogico, 1923). L’atto sessuale, in questa cornice, è una forma di comunicazione profonda, un modo di dire “ti vedo, ti accolgo, ti voglio bene anche con il mio corpo”.

Questa modalità non annulla il desiderio, ma lo integra nella relazione, ne fa uno strumento di avvicinamento e non di possesso. Come ricorda Merleau-Ponty, «il corpo non è una cosa, ma un nodo di intenzionalità» (Fenomenologia della percezione, 1945).

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2. La sessualità erotica: il rischio dell’eccesso

La sessualità erotica si struttura attorno alla tensione, al mistero, all’eccesso del desiderio. L’erotismo implica una soglia, una distanza, un “gioco pericoloso” tra l’attrazione e il limite. Come osserva Georges Bataille, «l’erotismo è un’affermazione della vita sino nella zona in cui essa si confonde con la morte» (L’érotisme, 1957).

L’erotico si alimenta del proibito, della trasgressione, della sospensione. Roland Barthes ha colto questa dinamica: «l’erotismo è nell’attesa, nella retorica dell’allusione» (Frammenti di un discorso amoroso, 1977). Non è il n**o a essere erotico, ma ciò che lo precede e lo ritarda: lo sguardo, la voce, il non detto.

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3. La sessualità sensuale: il corpo come esperienza estetica e percettiva

La sensualità è centrata sul piacere dei sensi, sul godimento immediato del contatto corporeo, sul sentire incarnato. Non è idealizzante, né necessariamente affettiva o trasgressiva: è una forma percettiva, fondata sull’intensità della presenza, sulla qualità del tocco, sul ritmo del respiro.

Come osserva Paul Valéry, «quello che c’è di più profondo nell’uomo è la pelle». La sensualità restituisce al corpo il suo carattere fenomenologico, il suo essere soglia di esperienza e non semplice superficie.

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4. La sessualità p***ografica: il corpo come funzione tecnica

La sessualità p***ografica è una forma reificata e decontestualizzata del desiderio. Il corpo è ridotto a macchina erotica, serializzato e visualizzato per il consumo. Come nota Byung-Chul Han, «la p***ografia elimina ogni distanza e mistero, rendendo l’eros impossibile» (La società della trasparenza, 2012).

Žižek osserva che «la p***ografia è il luogo in cui il godimento è ordinato, programmato, prodotto su scala industriale» (Violence, 2008). La p***ografia dissolve la reciprocità e riduce il corpo a performance visiva, anestetizzando la soggettività.

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5. La sessualità perversa: la messa in scena del godimento come scarto

La sessualità perversa non va intesa in senso moralistico, ma strutturale: è la sessualità che, come scrive Lacan, «non mira all'altro come soggetto ma al godimento come oggetto parziale» (Seminario XI, 1964). Il desiderio si organizza intorno a un elemento marginale, feticizzato, che sostituisce la totalità relazionale.

La perversione rappresenta una teatralizzazione del desiderio, spesso caratterizzata dalla compulsività e dalla ripetizione. Essa mira non tanto al piacere dell’altro, quanto alla messa in scena del proprio godimento, che talvolta s’installa come sfida alla norma, al divieto o alla Legge.

Come suggerisce Jean Laplanche, il perverso «non desidera tanto il corpo dell’altro, quanto il proprio scenario fantasmatico incarnato» (La rivoluzione copernicana incompiuta, 2007).

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6. La sessualità meccanica: l’automazione del piacere

La sessualità meccanica è quella in cui il corpo diventa macchina operativa, strumento funzionale alla produzione del godimento. Qui il desiderio è svuotato di contenuto simbolico e relazionale: è sequenza, ripetizione, azione senza intenzione.

Non si tratta solo del p***o industriale, ma anche della sessualità vissuta come compito, come routine automatica, spesso priva di soggettività. L’altro è intercambiabile, il gesto standardizzato, il piacere cronometrato. È una sessualità che imita la vita ma ne perde il senso, come scrive Baudrillard: «la riproduzione tecnica cancella l’evento» (Lo scambio simbolico e la morte, 1976).

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7. La sessualità performativa: l’io erotico come spettacolo

La sessualità performativa si struttura attorno alla rappresentazione: il soggetto agisce come per un pubblico implicito, cercando di rispondere a un immaginario sociale, estetico o identitario. Il piacere è mediato dallo sguardo dell’altro, reale o virtuale.

Qui il corpo non è vissuto, ma mostrato. L’identità sessuale diventa narrazione, esibizione, branding del sé erotico. Come suggerisce Michel Foucault, la sessualità non è solo un fatto naturale ma «un dispositivo storico, produttore di soggettività» (La volontà di sapere, 1976).

La sessualità performativa oscilla tra libertà espressiva e alienazione narcisistica, tra agency e conformismo estetico.

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Conclusione: sette forme, sette mondi del desiderio

Le sette forme della sessualità qui delineate corrispondono a sette modi differenti di abitare il corpo, l’altro e il desiderio:

La sessualità affettiva è dialogica e riconoscente.

La sessualità erotica è simbolica, inquieta, eccedente.

La sessualità sensuale è percettiva, estetica, incarnata.

La sessualità p***ografica è tecnica, serializzata, disincarnata.

La sessualità perversa è deviata, feticizzata, teatralizzata.

La sessualità meccanica è automatica, ripetitiva, svuotata.

La sessualità performativa è spettacolare, estetizzata, mediatizzata.

Queste forme non sono mutuamente esclusive. Spesso coesistono, si contaminano, si confondono. Tuttavia, distinguerle è fondamentale per una fenomenologia situata della sessualità, che restituisca voce all’esperienza vissuta nei suoi chiaroscuri.

In ambito clinico, esse offrono mappe per comprendere non solo i comportamenti sessuali, ma le strutture profonde del Sé, il modo in cui il soggetto si relaziona alla propria carne, all’altro e al mondo.

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Bibliografia essenziale

Barthes, R. (1977). Frammenti di un discorso amoroso. Torino: Einaudi.

Bataille, G. (1957). L’érotisme. Paris: Éditions de Minuit.

Baudrillard, J. (1976). Lo scambio simbolico e la morte. Milano: Feltrinelli.

Buber, M. (1923). Il principio dialogico. Milano: San Paolo.

Foucault, M. (1976). La volontà di sapere. Milano: Feltrinelli.

Han, B.-C. (2012). La società della trasparenza. Venezia: Nottetempo.

Han, B.-C. (2016). La salvezza del bello. Venezia: Nottetempo.

Lacan, J. (1964). Il seminario XI. I quattro concetti fondamentali della psicoanalisi. Torino: Einaudi.

Laplanche, J. (2007). La rivoluzione copernicana incompiuta. Roma: Borla.

Lévinas, E. (1961). Totalité et Infini. La Haye: Martinus Nijhoff.

Merleau-Ponty, M. (1945). Fenomenologia della percezione. Milano: Bompiani.

Žižek, S. (2008). Violence. London: Profile Books.

Valéry, P. (cit. in Han, La salvezza del bello).

13/06/2025

🇮🇹 Italiano

Stanotte ho seguito con sgomento l’attacco improvviso e brutale condotto da Israele contro l’Iran. Di fronte a un'aggressione di questa portata, non posso che denunciare con fermezza il comportamento dello Stato di Israele, che ha agito come un vero e proprio Stato terrorista, colpendo strutture militari e provocando la morte di civili e ufficiali.

Esprimo la mia totale solidarietà al popolo iraniano, vittima di un atto di violenza ingiustificabile, codardo e destabilizzante. È inaccettabile che, nel silenzio complice di molte potenze internazionali, si continui a colpire interi popoli con la forza delle armi. Basta con l’impunità. Basta con l’ipocrisia.

Ogni vita umana ha lo stesso valore. Ogni popolo ha diritto alla sovranità, alla dignità, alla pace.

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🇬🇧 English

Last night, I watched with shock the sudden and brutal attack carried out by Israel against Iran. In the face of such aggression, I cannot remain silent. I denounce in the strongest terms the actions of the State of Israel, which has acted as a terrorist state, bombing strategic sites and killing civilians and military personnel.

I express my full solidarity with the Iranian people, who are victims of an unjustifiable, cowardly, and destabilizing act of violence. It is unacceptable that, with the complicit silence of many global powers, entire nations are still being struck down by military force. Enough with impunity. Enough with hypocrisy.

Every human life is equally valuable. Every people has the right to sovereignty, dignity, and peace.

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🇮🇷 فارسی (Persiano)

دیشب با بهت و اندوه شاهد حمله ناگهانی و بی‌رحمانه اسرائیل به ایران بودم. در برابر چنین تجاوزی، نمی‌توانم سکوت کنم. من با قاطعیت تمام، اقدامات دولت اسرائیل را که همچون یک دولت تروریستی عمل کرده است، محکوم می‌کنم؛ حملاتی که منجر به کشته شدن غیرنظامیان و نظامیان ایرانی شده است.

من همبستگی کامل خود را با مردم ایران اعلام می‌کنم؛ مردمی که قربانی خشونتی ناجوانمردانه و بی‌ثبات‌کننده شده‌اند. این‌که قدرت‌های جهانی با سکوتی همدستانه چنین حملاتی را نادیده می‌گیرند، غیرقابل قبول است. بس است از مصونیت از مجازات. بس است از ریاکاری.

زندگی هر انسان ارزش دارد. هر ملتی حق حاکمیت، کرامت و صلح دارد.

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🇸🇾🇸🇦 العربية (Arabo)

تابعت الليلة الماضية بذهول وألم الهجوم المفاجئ والوحشي الذي شنّته إسرائيل على إيران. لا يمكنني السكوت أمام عدوان كهذا. أُدين بأشد العبارات تصرّفات الدولة الصهيونية التي تتصرف كدولة إرهابية، حيث استهدفت مواقع عسكرية وقتلت مدنيين وعسكريين.

أُعلن عن تضامني الكامل مع الشعب الإيراني، الذي وقع ضحية لعمل عنيف وجبان يهدد الاستقرار الإقليمي. من غير المقبول أن تلتزم القوى الدولية الصمت وتتواطأ مع هذا العنف. كفى صمتًا، كفى نفاقًا.

حياة كل إنسان لها قيمة. لكل شعب الحق في السيادة والكرامة والسلام.

Un’impresa teorica ambiziosa e riuscita: Recensione al volume di Costantino Cipolla: Per una teoria sociologica della se...
23/05/2025

Un’impresa teorica ambiziosa e riuscita: Recensione al volume di Costantino Cipolla: Per una teoria sociologica della sessualità umana (FrancoAngeli)
Costantino Cipolla, sociologo di riconosciuta autorevolezza, offre con questo volume una rifondazione epistemologica dello studio della sessualità nelle scienze sociali. L’opera non si limita a una rassegna critica delle teorie esistenti, ma costruisce un modello analitico originale, capace di interpretare la sessualità come un fatto sociale totale (per riprendere l’espressione di Mauss), in cui si intrecciano dinamiche di potere, processi culturali e strutture istituzionali.
Struttura e contenuti
Il libro si sviluppa in una architettura teorica rigorosa, suddivisa in sezioni che esplorano:
Le basi epistemologiche – Cipolla discute criticamente i principali approcci allo studio della sessualità (biologismo, psicologismo, struttural-funzionalismo, interazionismo simbolico), evidenziandone limiti e proponendo una sociologia costruttivista e sistemica come quadro di riferimento privilegiato.
La storicità della sessualità – Riprendendo Foucault, ma con un’attenzione maggiore alle mediazioni istituzionali, l’autore mostra come le norme sessuali siano sempre il prodotto di conflitti, negoziazioni e trasformazioni sociali.
Dispositivi di controllo e agency – Analisi approfondita dei meccanismi attraverso cui religione, diritto, medicina e pedagogia hanno plasmato i comportamenti sessuali, senza però trascurare le pratiche di resistenza e riappropriazione da parte degli individui e dei gruppi.
Sessualità e modernità avanzata – Una sezione particolarmente innovativa è quella dedicata all’impatto delle tecnologie digitali, delle politiche di genere e delle nuove forme di intimità sulla costruzione sociale del desiderio e delle identità sessuali.
Punti di forza
Superamento del binarismo natura/cultura
Cipolla evita tanto il determinismo biologico quanto il costruzionismo radicale, proponendo invece una dialettica tra corpo e società, in cui la sessualità emerge come campo di tensioni tra pulsioni individuali, norme collettive e trasformazioni storiche.
Interdisciplinarità feconda
Sebbene il testo sia saldamente ancorato alla sociologia, dialoga costantemente con:
L’antropologia (attraverso l’analisi comparata delle culture sessuali)
La filosofia politica (nel discutere il nesso tra sessualità e potere)
Gli studi di genere e q***r theory (senza però ridursi a una semplice adesione a queste prospettive)
Esempi empirici ben calibrati
Nonostante sia un’opera prevalentemente teorica, Cipolla inserisce casi di studio concreti (ad esempio, l’evoluzione delle politiche sessuali nella Chiesa cattolica o l’impatto del digitale sulle relazioni intime) che rendono la trattazione più vivida e persuasiva.
Confronto con la letteratura esistente
Rispetto a Foucault (La volontà di sapere), Cipolla offre una mappatura più sistematica delle istituzioni che regolano la sessualità, senza limitarsi alla sola "sessualità discorsiva".
A differenza di Giddens (La trasformazione dell’intimità), che enfatizza la "democratizzazione" delle relazioni, Cipolla mantiene uno sguardo critico sulle disuguaglianze e asimmetrie persistenti.
Rispetto ai q***r studies (Butler, Sedgwick), pur accogliendone alcuni spunti, evita un eccessivo relativismo, cercando invece fondazioni teoriche solide per una sociologia della sessualità.
Limiti (eventuali)
Una possibile critica potrebbe riguardare la scarsa attenzione alle metodologie di ricerca: il libro è soprattutto teorico, e alcuni lettori potrebbero desiderare un maggiore aggancio a dati empirici recenti. Inoltre, pur essendo molto accurato sul contesto occidentale, avrebbe potuto includere più riferimenti alle società non-occidentali per una prospettiva veramente globale.
Perché leggerlo?
Per gli studiosi: È un testo fondativo, che colma un vuoto nella letteratura sociologica italiana, proponendo un modello analitico esportabile in molteplici campi di ricerca.
Per gli studenti: Scritto con chiarezza, può essere un testo di riferimento in corsi di sociologia, studi di genere o filosofia della scienza.
Per i professionisti (psicologi, educatori, operatori sociali): Offre strumenti critici per decostruire norme sessuali dominanti e comprendere meglio le trasformazioni in atto.
Conclusione
Per una teoria sociologica della sessualità umana è un’opera matura, originale e necessaria, che dimostra come la sociologia possa (e debba) occuparsi della sessualità senza riduzionismi. Cipolla unisce rigore scientifico, profondità teorica e passione civile, in un libro che ha tutte le carte in regola per diventare un classico del pensiero sociologico contemporaneo.

Finalmente online
12/05/2025

Finalmente online

Centro Studi e Ricerche PSICOLOGIA DELLA CULTURA La psicologia della cultura si occupa delle dinamiche di trasformazione culturale, dell’acculturazione e degli effetti della globalizzazione sull’identità personale e collettiva. Questa disciplina si interessa di fenomeni come l’ibridazione cul...

07/05/2025

Generazione schermata: l'epidemia invisibile della dipendenza digitale

Introduzione

Nel cuore dell'era digitale, mentre le tecnologie permeano ogni aspetto dell'esistenza quotidiana, emerge una contraddizione sorprendente: i pionieri della rivoluzione informatica — Steve Jobs, Bill Gates, Sundar Pichai, Chris Anderson — hanno imposto ai propri figli limiti severissimi nell'uso di smartphone, tablet e altri dispositivi digitali. Un dato apparentemente paradossale, che invece segnala una consapevolezza profonda: chi conosce i meccanismi della dipendenza digitale, tende a proteggere i propri figli da un'esposizione precoce e incontrollata.

A preoccupare non è solo il tempo trascorso davanti agli schermi, ma l'impatto che questi hanno sullo sviluppo neuropsicologico, sulle competenze relazionali, sull'equilibrio emotivo e, più in generale, sulla qualità dell'esperienza umana.

La curva dell'autolesionismo: un segnale d'allarme

Il professor Stefano Vicari, neuropsichiatra infantile presso l'Ospedale Pediatrico Bambino Gesù di Roma, ha osservato un dato inquietante: "Nel 2013 il pronto soccorso psichiatrico del Bambin Gesù contava in media 250 consulenze annue. Da allora, gli accessi sono saliti a 1.000 nel 2019 e a 1.850 dopo il Covid. Di questi, il 60% riguarda episodi di autolesionismo". Il 2013 segna una soglia critica, coincidente con il crollo dei prezzi degli smartphone e la loro diffusione capillare tra preadolescenti e adolescenti. Vicari sottolinea che il cellulare rappresenta oggi uno dei principali fattori di rischio per le nuove dipendenze comportamentali: attiva i circuiti della ricompensa, induce craving, riduce la capacità di tollerare la frustrazione e produce reazioni aggressive in caso di separazione.

Dipendenza comportamentale e cervello in via di sviluppo

Gli schermi digitali, se utilizzati in modo continuativo e non regolato, producono effetti misurabili sui circuiti neurobiologici della ricompensa. Il sistema dopaminergico viene sollecitato da notifiche, like, stimoli visivi rapidi e contenuti emozionalmente intensi, creando un meccanismo di tolleranza e assuefazione simile a quello delle sostanze psicoattive. Il craving che ne deriva spiega la difficoltà a disconnettersi, l'irritabilità, la regressione comportamentale e la compromissione della capacità attentiva e mnestica.

Secondo alcuni studiosi, come Jean Twenge e Adam Alter, gli effetti neuropsicologici dell'esposizione cronica a smartphone e social media sono comparabili a quelli di una vera dipendenza. La costante attivazione del sistema limbico interferisce con lo sviluppo della corteccia prefrontale, deputata al controllo degli impulsi e alla regolazione delle emozioni. Il risultato è una generazione più ansiosa, meno tollerante alla frustrazione e più vulnerabile alla depressione.

Isolamento connesso: implicazioni psicosociali

Il paradosso dell'iperconnessione è che spesso produce solitudine. L'interazione mediata dagli schermi sostituisce progressivamente la relazione faccia a faccia, riducendo le esperienze di gioco simbolico, empatia e mentalizzazione. Bambini e adolescenti apprendono a costruire la propria identità attraverso filtri, like e feedback virtuali, in un ambiente in cui l'immagine prevale sull'autenticità.

Ne derivano disagi emergenti: disturbi dell'immagine corporea, alimentazione disfunzionale, ritiro sociale, difficoltà nella gestione delle emozioni e nell'elaborazione dei conflitti. Il tempo trascorso online sottrae spazio a lettura, gioco fisico, relazioni familiari e sonno. L'effetto cumulativo è una profonda alterazione del ciclo evolutivo.

Educazione digitale: tra divieto e consapevolezza

L'approccio dei genitori citati all'inizio dell'articolo è coerente con la necessità di proteggere i minori da un uso precoce e inconsapevole delle tecnologie. Non si tratta di una posizione reazionaria, ma di una strategia educativa fondata sulla conoscenza scientifica. Chris Anderson ha dichiarato: "In una scala che va dalle caramelle al crack, gli schermi sono più vicini al crack".

Imporre limiti, bandire gli schermi dalla camera da letto, ritardare l'accesso ai dispositivi personali fino all'adolescenza avanzata, sono azioni che vanno accompagnate da una vera alfabetizzazione digitale: non solo sapere come funzionano i dispositivi, ma sviluppare capacità critiche, affettive, relazionali per governarne l'uso.

Conclusione: un'urgenza pedagogica e clinica

La questione non è demonizzare la tecnologia, ma restituirle un senso e un posto nell'ecosistema esistenziale. La dipendenza da schermi è oggi una delle emergenze più subdole, perché legittimata, promossa e monetizzata. Richiede una presa di coscienza collettiva, politiche educative coraggiose e un'alleanza tra famiglie, scuole, clinici e istituzioni.

Non possiamo delegare agli algoritmi il compito di educare i nostri figli. La libertà digitale è una conquista solo se accompagnata dalla responsabilità, dalla presenza e dal pensiero critico.

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Bibliografia essenziale

Alter A. (2017). Irresistible: The Rise of Addictive Technology and the Business of Keeping Us Hooked. Penguin Press.

Twenge J. M. (2017). iGen: Why Today's Super-Connected Kids Are Growing Up Less Rebellious, More Tolerant, Less Happy. Atria Books.

Vicari S. (2023). Adolescenza e nuovi sintomi. FrancoAngeli.

Fuchs T. (2021). "Digital Alienation and Psychopathology". Frontiers in Psychology, 12, 682984.

WHO (2019). Guidelines on Physical Activity, Sedentary Behaviour and Sleep for Children Under 5 Years of Age.

American Academy of Pediatrics (2020). Media and Young Minds. Policy Statement.

Greenfield P. M. (2014). Mind and Media: The Effects of Television, Video Games, and Computers. Routledge.

Kardaras N. (2016). Glow Kids: How Screen Addiction Is Hijacking Our Kids—and How to Break the Trance. St. Martin's Press.

Religioni e Sessualità dalla prospettiva antropologicaProf. Francesco Spagna (docente di Antropologia culturale, Univers...
07/05/2025

Religioni e Sessualità dalla prospettiva antropologica
Prof. Francesco Spagna (docente di Antropologia culturale, Università degli Studi di Padova, membro del comitato scientifico di Humanitas)



Il corso è suddiviso in due moduli intrecciati: Antropologia delle Religioni e Antropologia della Sessualità. Verranno introdotti i temi della religione e della sessualità dalla prospettiva antropologica, per mettere in evidenza gli incroci tra il “discorso sulle religioni” e il “discorso sulla sessualità”. I due discorsi, solitamente tenuti in ambiti ben distinti, presentano – al loro incrocio – elementi sorprendenti che possono aiutarci a riposizionare il nostro approccio a questi due temi.
Antropologia delle Religioni

Viene presentata nelle sue problematiche definitorie di ciò che si intende come “religione”, in una prospettiva transdisciplinare: convocando la Filosofia, la Storia, la Psicologia così come le tradizioni native nordamericane, conosciute durante le ricerche antropologiche compiute dal docente e anche ricevute come insegnamenti sciamanici, in forma orale e performativa. L’impostazione teorica generale sarà quella dovuta a Raimon Panikkar: per una fecondazione reciproca tra le religioni, un dialogo autenticamente interculturale e una visione cosmoteandrica.
Antropologia della Sessualità

Viene presentata in quelle che sono state chiamate “connessioni irregolari” nella storia. Si propone un rapido itinerario, a partire dall’impostazione di Michel Foucault, dai temi iniziali della sua “Storia della sessualità”, attraversando l’epoca Vittoriana e coloniale, fino alla cosiddetta “rivoluzione sessuale” degli anni Sessanta del Novecento. Per costruire questo itinerario si farà ricorso a risorse transdisciplinari, convocando la Filosofia, la Psicoanalisi, la Sociologia e la Storia. Dal versante antropologico si farà riferimento alle opere e alle vicende storiche di ricerca di Bronislaw Malinowski e Margaret Mead. Si riprenderà infine il tema del rapporto genere/sesso attraverso l’antropologia femminista; il tema della transessualità e della prospettiva q***r nell’Antropologia Culturale contemporanea.
Religioni e sessualità

Il nesso tra i due temi sarà trovato nella tradizione Hindu e Baul dell’India, nelle tradizioni sciamaniche siberiane e native nordamericane e nella particolare prospettiva di un sociologo del mondo musulmano, Abdelwahab Boudhiba. Particolare attenzione verrà dedicata al tema dell’androgino e del transgender, in diversi contesti culturali. Verrà infine ripreso il tema della polarità e della complementarietà di genere, riprendendo alcuni passaggi della riflessione di Ivan Illich.

Il workshop si terrà presso il Centro Studi sull’Etnodramma in via Montericco 1 a Monselice (Pd), nella mattina e pomeriggio di sabato 7 giugno (09.00-13.00; 15.00-19.00).

Sono previsti supporti audiovisuali.

Il corso è rivolto a tutte le persone interessate a cogliere un incrocio transdisciplinare a partire dall’Antropologia Culturale; alle persone che lavorano in ambito educativo, psicologico e socio-sanitario, agli studenti e studentesse in formazione, a chi lavora nell’ambito della mediazione culturale e dell’intercultura.
Testi di riferimento:

Alessandra Ciattini, Antropologia delle religioni, Carocci 2005; Enrico Comba, Antropologia delle religioni, Laterza 2008; Wendy Doniger , Śiva. L’asceta erotico. Adelphi 1997 [1973]. Françoise Hèritier, Maschile e femminile. Il pensiero della differenza, Laterza 2010 [1996]. Andrew P. Lyons– Harriet D. Lyons, Irregular connections. A history of Antrhropology and Sexuality, Univ. Of Nebraska Press, 2004; Bronislaw Malinowski, Sesso e repressione sessuale tra i selvaggi, Boringhieri 1969 [1927], La vita sessuale dei selvaggi nella Melanesia nord-occidentale, R. Cortina 2005 [1929]; Margaret Mead, Sesso e temperamento, Il Saggiatore / Net, 2003 [1935]. Abdelwahab Boudhiba, La sessualità nell’Islam, Bruno Mondadori 2005; Ivan Illich, Genere. Per una critica storica dell’uguaglianza, Neri Pozza, 2013 [1984]. Raewyn W. Connell, Gender and Power. Society, the Person and Sexual Politics, Polity Press, Cambridge 1987. Kath Browne – Catherin J. Nash Q***r methods and methodologies. Intersecting Q***r Theories and Social Science Research, Routledge 2010; Francesco Spagna, Cultura e controcultura, elèuthera 2016.


Docente:

Francesco Spagna (PhD) insegna da oltre vent’anni Antropologia Culturale all’Università di Padova, in corsi di Laurea di Psicologia, Sociologia e Pedagogia. Ha compiuto ricerche sul campo sulle tradizioni sciamaniche native americane nella zona dei Grandi Laghi, tra Stati Uniti e Canada. Ha insegnato Antropologia delle Religioni all’Università di Torino. Da diversi anni insegna al Master in Sessuologia presso la Società Sperling di Milano.

28/04/2025

Dal 5 maggio online anche il sito

HUMANITAS nasce con l’obiettivo di esplorare e comprendere l’essere umano nel quadro dei contesti storici e geografici in cui ha generato culture e civiltà, elementi costitutivi dell’identità dei popoli.

17/09/2024
02/08/2024

Fa rumore il caso di Imane Khelif, che va oltre la questione ideologica. L'esperto spiega i risvolti medici e psicologici dell'intersessualità

Indirizzo

Galleria Giovanni Berchet, 4
Padua
35131

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