22/09/2025
Ancora la questione madre.
Mercoledì 17 settembre 2025, nella Libreria Coop di Mestre, si è tenuta la presentazione dell’ultimo libro di Maria Antonietta Viero, La Dogaressa, Arsenio Edizioni, risultata di estremo interesse. Oltre a Maria Antonietta Viero sono intervenuti Ruggero Chinaglia, cifrematico, Cecilia Poletto, ordinaria di linguistica a Unipd, Angelo Varese, psicologo e psicoterapeuta.
I relatori hanno messo in evidenza alcuni aspetti salienti del testo di M.A. Viero, come la particolarità linguistica della sua scrittura, che si caratterizza per le invenzioni morfologiche e sintattiche che suscitano sorpresa nel lettore e arricchiscono di sfumature il testo; il modo del racconto che si tesse attorno a episodi realmente accaduti e che dissipa, lungo il suo svolgimento, il cosiddetto “fatto”, creduto reale, trovando la portata del mito. L’unicità della lingua del testo di M. A. Viero trae alla fatuità dell’idea di condivisione oggi imperante, che prescriverebbe l’uso della lingua unica, comprensibile a tutti, la lingua della mediocrità e dell’intelligenza artificiale. La scrittura di Maria Antonietta Viero testimonia come, nella parola, nessuna condivisione è possibile, in quanto il malinteso risulta intoglibile, esigendo la disposizione all’ascolto e alla tolleranza assoluta.
Un vero piacere è stato ascoltare l’intervento di M.A. Viero, che ha fornito, intrecciando la vicenda del nome Dogaressa con la lettura di brani del racconto che dà il titolo al libro, ulteriori elementi di valorizzazione del suo libro. La scrittrice ha narrato come la storia del nome Dogaressa si combina con quella di Antonella, che ha fornito l’esca per il racconto di apertura del libro e con il mito dell’annunciazione a Maria. Tre esempi di accettazione della vita e dell’accoglimento di quanto accade, senza respingimento ma disponendosi a fare quel che occorre.
Attorno alla madre, indice e mito, si tesse la scrittura di M. A. Viero, constatando come la madre sia essenziale alla qualificazione di ciò che si incontra vivendo, ponendosi dinanzi alla vita senza idea di correzione o di selezione.
Sabrina Resoli