01/02/2025
Il corpo: un libro che pensa contro se stesso
GALIMBERTI
"Quando scrissi Il corpo, sentivo l’urgenza di affrontare un tema che, nonostante la sua ovvia centralità, era stato a lungo relegato ai margini del pensiero filosofico e psicologico: il corpo, appunto. Non come oggetto, non come strumento, ma come protagonista della nostra esistenza. Per troppo tempo, il corpo è stato diviso dalla mente, relegato al ruolo di supporto passivo o di fardello da controllare. Eppure, il corpo è il nostro primo strumento di conoscenza, il nostro linguaggio originario, il luogo dove avviene la vita.
Platone lo ha definito una "prigione dell'anima". La tradizione giudaico-cristiana ha trasformato questa immagine in una "maledizione della carne". Poi Cartesio ha imposto la scissione definitiva: res cogitans da una parte, res extensa dall’altra. E oggi? Oggi il corpo viene spogliato della sua complessità e ridotto a "forza-lavoro", a "macchina biologica" da ottimizzare, a prodotto da plasmare e vendere. Ma il corpo non è solo biologia né semplice materia. È un luogo di ambivalenze: piacere e dolore, forza e fragilità, identità e alterità.
Non possiamo parlare di psiche senza parlare di corpo. Non possiamo curare la mente senza ascoltare i messaggi del corpo. Non possiamo comprendere l'essere umano se continuiamo a negare l'unità indissolubile che siamo.
Oggi, forse più di allora, questa riflessione è necessaria. Viviamo in un’epoca che celebra il corpo solo per la sua estetica o per la sua produttività, ma lo tradisce continuamente nella sua verità profonda. È tempo di restituire dignità al corpo, non come oggetto, ma come soggetto. Non come limite, ma come possibilità. Non come nemico, ma come compagno insostituibile del nostro viaggio nel mondo".