12/08/2025
CERCO UN CENTRO DI GRAVITÀ
La dipendenza dall’esterno e la mancanza di un centro di gravità permanente
Una delle prime osservazioni sincere che emergono quando si inizia un lavoro interiore autentico è quanto profondamente siamo orientati verso l’esterno.
Viviamo gran parte delle nostre giornate preoccupandoci di ciò che gli altri fanno, di come ci guardano, cosa pensano, cosa si aspettano da noi, se ci approvano, se ci riconoscono.
Questa dipendenza psicologica dall’opinione altrui non è un semplice tratto caratteriale, ma il segno tangibile di una debolezza interiore strutturale.
Un uomo o una donna che non ha ancora formato un centro reale di gravità interiore non può che oscillare continuamente in base ai venti esterni.
Secondo la Quarta Via, l’essere umano non possiede un io unico, ma è costituito da una molteplicità di “io” piccoli, temporanei, contraddittori, che si alternano a seconda delle circostanze.
Questa pluralità è la causa dell’instabilità interiore. In ogni momento, un diverso io prende il controllo, parla, decide, desidera — e dopo pochi minuti viene sostituito da un altro che smentisce il precedente.
In questa condizione, come si può essere stabili, coerenti, radicati?
Senza un centro permanente, l’essere umano è completamente alla mercé del mondo esterno: dell’umore altrui, dell’approvazione, del giudizio, della moda, del contesto sociale.
La persona debole si definisce attraverso lo sguardo dell’altro
La persona debole — ovvero non ancora formata interiormente — vive rivolta verso l’esterno.
Il suo valore, il suo stato d’animo, persino la sua identità, sono regolati da ciò che accade fuori di lei.
Un complimento la solleva. Una critica la abbatte. Un sorriso la conforta. Un’osservazione negativa la tormenta.
Non c’è radice. Non c’è centro.
C’è solo reazione meccanica e dipendenza sottile, spesso travestita da gentilezza, sensibilità, o empatia.
Finché cerchiamo negli altri la misura del nostro valore, non siamo presenti a noi stessi.
Viviamo fuori di noi. E quindi non esistiamo davvero.
Un centro di gravità permanente è ciò che permette all’uomo di non essere trascinato continuamente dalla corrente degli eventi, dalle emozioni automatiche, dagli “io” passeggeri, e dai condizionamenti esterni.
È un punto di riferimento stabile in mezzo al flusso della vita.
Solo chi ha cominciato a formare questo centro può resistere interiormente, sentire sé stesso anche in mezzo al caos, e decidere come essere, indipendentemente da ciò che gli altri pensano o fanno.
La vera forza non è dominare gli altri, né imporsi esteriormente.
È poter restare fedeli a sé stessi, presenti in sé, anche quando lo sguardo dell’altro si distoglie o si fa ostile.
È non cercare più conferma, ma attingere al proprio essere reale.