30/08/2025
Tutto il Male che siamo capaci di fare, consciamente o inconsciamente, deriva da come siamo stati trattati da bambini, dal comportamento malato degli adulti di riferimento, così dice Clara Mucci.
E, continua:< Non esistono prove genetiche e mai sono esistite>.
Esiste però una grande resistenza/cecità: i clinici, per motivi controtransferali, hanno paura di riconoscerlo.
Temono che venga fuori in loro stessi il terrore provato di fronte ai loro stessi genitori e, allora, restano in silenzio.
Uno dei primi clinici che, ad esempio, attribuì totalmente all' ambiente familiare la responsabilità dello sviluppo del Narcisismo Maligno fu Otto Kernberg.
Successivamente tanti altri hanno provato a dire che le cause vanno indagate anche al di fuori della famiglia deviando l'attenzione, poi, per anni.
La stessa Alice Miller è stata disconosciuta. Oggi, se studiata, andrebbe a spiegare bene le basi scientifiche di cui parlano Clara Mucci e Giovanni Liotti.
Afferma, ancora, Clara Mucci:< Tutti i traumi di derivazione umana, quelli dentro la famiglia, perpetrati dai caregiver, sono i più gravi proprio perché minano una fondamentale fiducia nella vita, nella relazione e nell’altro essere umano e incidono la radice di quel persecutore interno che potrebbe devastare e rovinare la vita propria o la vita altrui (come gli antisociali, che invece di fare la parte delle vittime preferiscono rivolgere la violenza contro l’altro)>.
L’abuso e il maltrattamento (che si esplicano con infinite modalità) producono sintomi e patologie mentali gravi, dalla depressione all’ansia, ai disturbi di personalità e alla suicidalità.
Il Male che tantissimi caregivers sono in grado di compiere a 360 gradi (consciamente e inconsciamente) non lascia dubbi sulle drammatiche conseguenze per la salute fisica e mentale, dall’eccesso di cortisolo all’alterazione dell’asse (ipotalamo-ipofisi-surrene) con indebolimento del sistema immunitario, disregolazione neurobiologica e affettiva, ovvero disregolazione di tutti i circuiti neurobiologici come indicato perfino negli studi di epigenetica.
Chiunque lavori con l’infanzia abusata, [continua Clara Mucci] conosce le devastazioni che al bambino derivano da un cattivo accudimento, o da una “infanzia infelice” o negata.
Eppure, questo caposaldo fondamentale si scontra, nella clinica come nella ricerca, con le difficoltà che anche a livello controtransferale queste tematiche provocano.
Pur di mantenere una relazione con il caregiver, il bambino si darà le colpe e si porterà dentro quella violenza, quell’aggressività e distruttività ripetendola poi su di sé e nel proprio corpo (come fanno appunto i borderline, tagliandosi, tentando il suicido e con varie forme di distruttività, incluso l’uso di alcol e droghe), oppure la esprimerà contro un altro, con la violenza fisica e la delinquenza, come fanno gli antisociali.
La traumatizzazione agisce attraverso il meccanismo delle ripetizioni, è intergenerazionale, viene passata da una generazione all’altra, in una catena di morte e violenza, se non viene riparata prima possibile.
Immagine: Peri Perry Art