Dottoressa Ilenia Maria Orlando - Psicologa

Dottoressa Ilenia Maria Orlando - Psicologa Psicologo Clinico
Psicoterapeuta della Gestalt

Tu non sei come me, tu sei diversoMa non sentirti persoAnch'io sono diverso, siamo in dueSe metto le mie mani con le tue...
02/04/2025

Tu non sei come me, tu sei diverso

Ma non sentirti perso

Anch'io sono diverso, siamo in due

Se metto le mie mani con le tue

Certe cose so fare io, e altre tu

E insieme sappiamo fare anche di più

Tu non sei come me, son fortunato

Davvero ti son grato

Perché non siamo uguali

Vuol dire che tutti e due siamo speciali.

di Bruno Tognolini

Volevo condividere una parte emozionante che ci viene presentata stamane al master di Psiconcologia; queste che vedete n...
08/03/2025

Volevo condividere una parte emozionante che ci viene presentata stamane al master di Psiconcologia; queste che vedete nella foto sono le parole di un adolescente che descrive il suo status emotivo.
Oggi gli scenari cambiano anche dal punto di vista clinico: non sempre si vince o si perde.
Esistono scenari diversi, in cui con il cancro si può anche pensare di convivere, per periodi pure assai lunghi. A volte il "nemico" può non essere debellato per sempre, ma diventare uno "sgradito ospite". Convivere con un cancro cronicizzato richiede una riscrittura della propria esistenza. Le abitudini cambiano e il quotidiano è permeato da trattamenti e controli. Ma la sfida sta nell'accettare questa "normalità".
Non sempre ci sono vincitori e vinti.
Un concetto importantissimo per comprendere che, se alla fine le cose non vanno come ci si aspettava, non bisogna vedere il percorso di malattia come una sconfitta. La paura e il dolore già presenti sono abbastanza pesanti da sopportare, senza dover aggiungere anche un senso di fallimento. Il paziente deve liberarsi da questa idea distorta e rendersi conto che... non è colpa sua.
Allo stesso modo, non occorre cercare un colpevole tra i medici e le cure proposte. Se gli esiti non sono quelli sperati, non è perché qualcuno ha sbagliato (spesso non è così, almeno)
E la riflessione vale anche per i medici, i quali devono evitare di considerare ogni situazione (ogni paziente) in cui nulla va per il verso giusto come un fallimento personale. Scongiurare l'apologia della colpa è cruciale, sia per i malati, sia per i professionisti della salute, chiamati a investire energie preziose durante il percorso delle cure.


Da siamo   a   è un attimo.Sfatiamo il mito che dallo psicologo vadano i pazzi: pazzo non è chi ha un tumore e fa fatica...
07/03/2025

Da siamo a è un attimo.

Sfatiamo il mito che dallo psicologo vadano i pazzi: pazzo non è chi ha un tumore e fa fatica ad accettare il senso di precarietà, pazzo non è chi ha un'ansia invalidante che non gli permette di vivere, pazzo non è chi vuole essere sostenuto in un percorso di crescita, pazzo non è chi desidera un sostegno perché non ce la fa, pazzo non è chi si trova distante e deve ricostruirsi, pazzo non è chi,dopo la fine di una relazione vuole essere sostenuto e aiutato a ritrovare il proprio sè, pazza non è quella madre con una depressione post partum ecc ecc. Potrei elencare tanti casi ma tutto questo ha un comune denominatore: non si può essere pazzi quando si sta male. Il percorso di psicoterapia è un percorso che vede crescita,amore personale,cambiamenti,cura, riflessione e nuovi strumenti per nuovi adattamenti,passando attraverso la sofferenza per raggiungere un equilibrio col proprio se e col mondo circostante.
Se così fosse,saremmo tutti pazzi!

Dalle mie esperienze e da ciò che arriva presso il mio studio con i pazienti, scaturisce una riflessione che da un pó di...
22/02/2025

Dalle mie esperienze e da ciò che arriva presso il mio studio con i pazienti, scaturisce una riflessione che da un pó di tempo mi porto come spunto di domanda. In che modo stanno cambiando le relazioni e in che modo stiamo contribuendo noi ad accettare questo?
Stiamo normalizzando il modo attuale del prendersi cura e dello stare in relazione; stiamo normalizzando gesti e modalità "perchè non si può dire" perché subentra il concetto del "diamo tempo".
L'amore è spontaneità no retroflessione.
È 'normale' oramai che una persona sparisca o meglio, utilizzando un gergo nuovo, ghosta l'altro pur di non prendersi le responsabilità di dire come stanno le cose, cosa sente e cosa non vuole.
L'amore ha bisogno di verità non di menzogna.
Stiamo normalizzando il non provare emozioni quando stanno alla base dello scambio e delle relazioni, di qualsiasi natura esse siano.
Viversi parlando delle scomodità perché è così che si costituisce una coppia.
Stiamo normalizzando il conoscere una persona attraverso un'app piuttosto che guardarla negli occhi e parlarle solo perché ti piace e l'hai notata in mezzo alla folla. L'amore ha bisogno di contatto non dello stare connessi.
Stiamo normalizzando che si può stare in una relazione senza sentirsi ma postando delle storie perché conta ciò che facciamo vedere, apparire felice ma sentirsi infelici. L'amore non si scrive, si sente!
Stiamo normalizzando il concetto di tempo quando poi, dietro, se ci pensiamo bene, non c'è un tempo per abbracciare, amare, donare, chiamare una persona: se senti di farlo questo sta nella spontaneità ed è anche con essa che si crea l'amore e si sta in relazione.
Fare qualcosa perché si SENTE si dice. Ma utilizziamo il giusto termine? SENTIAMO?
Siamo in una costante liquida, più facile lasciare andare tutto anziché prendere,trattenere,curare, coltivare, far crescere.
Il sentimento che, personalmente, considero più bello o più importante, è quello corrisposto.
Emerge un aspetto che intimorisce: LA RESPONSABILITÀ CHE SI HA QUANDO CI SI INNAMORA. Il nostro bene dipende anche dall'altra persona, così come il bene dell'altro dipende anche da noi ma non tutti sono disposti ad accettare questo compito. Viviamo in un mondo dinamico un cui le nostre reazioni e relazioni sono "a consumo" ma l'amore non deve soddisfare un bisogno bensì deve rappresentare un cammino,sostegno, un legame solido. Ritorniamo dunque alla qualità non alla quantità.
Siamo in una fase in cui molti vanno in terapia ma, da terapeuta, ripeto e sottoscrivo che, lo scopo della terapia non è solo identificarsi nel e col proprio io ma includere e rispettare anche i bisogni dell'altro.
Lo dico sempre ai miei pazienti che sì, si ascoltano i propri bisogni ma non si va in terapia per diventare egoisti. C'è spesso un "io..io.. io" ma realmente quanto siamo disposti a parlare del "noi".
Basti pensare che del noi si parla anche nella relazione tra amici, in famiglia. Non c'è il soggetto da solo ma incluso in un ambiente dalla quale da o prende.
Riflettiamo su ciò che stiamo prendendo in questo mondo e come viviamo.
Quello che mi auguro, ascoltando le storie, ha a che fare col fermarsi,sentire e non accontentarsi. Mi auguro che , lo stare con l'altro rappresenti sempre un valore aggiunto,qualcuno che ci sia sempre anche quando non c'è!
Riflettiamo sulle nostre relazioni e sul nostro modo di accettare compromessi.
L'amore è una cosa semplice, o c'è o non c'è, o si sente o non si sente.
Il tempo è relativo, il sentire è oggettivo.

19/02/2025
25/07/2024

Non farti mai prendere dal tempo degli altri,
non essere mai le lancette
dell'orologio
di un polso che non è il tuo,
dedica sempre i tuoi attimi
ma resta distante dagli istanti
che non rispettano i tuoi momenti

sii minuto ma non essere il minuto di nessuno,
asseconda solo se il tuo secondo
non è secondo al secondo dell'altro,
sii qui, ora
ma non essere mai un'ora,
l'eternità o niente,
infinito oppure vattene

non farti mai prendere dal tempo degli altri,
non lasciarti marcire
da una tabella di marcia
che non prende in considerazione
nemmeno il tuo ritmo

non sei in ritardo
non sei indietro
non arriverai mai dopo
non sei lento,
sei semplicemente
in orario con il tuo tempo.

[gio evan]

18/07/2024

“A cosa serve uno Psicologo? Io ho dei buoni amici”.
“Io anche nel mio lavoro spesso sono un po’ Psicologo”.
“Costa troppo uno Psicologo”.

Per diventare uno psicologo ci vogliono 6 anni, 5 mesi e 11 giorni, circa.
Due lauree, una triennale e una magistrale, dodici mesi di tirocinio di 1000 ore, un Esame di Stato di quattro prove e l’iscrizione all’Albo degli Psicologi.
Possiamo aggiungere 4 anni di scuola di specializzazione in psicoterapia per un costo medio di 20.000€ e numerose ore di stage non retribuito. Un Master, perché no?! Corsi extra per protocolli terapeutici..
Insomma quello che potrebbe sembrare spesso negli anni un punto di arrivo, è solo un nuovo punto di partenza.

Eppure io non credo di essere un po’ “avvocato” perché conosco qualche nozione di diritto. Non credo di essere un po’ “nutrizionista” perché ho fatto una dieta e sfogliato qualche rivista. Non credo di essere un po’ “medico” perché conosco qualche medicinale. Dunque perché una formazione così importante, se il mio valore professionale è uguale a quello di un buon amico? Perché l’onorario di uno Psicologo deve esser diverso da quello di un odontoiatra, di un ginecologo o di un architetto se la formazione ha un costo uguale se non anche superiore?
No. Non siamo tutti un po’ Psicologi".

(Fonte Dott. Roberto Casella)

Grazie a “Tristezza” per averci ricordato che tutto ciò che sentiamo è giusto, che va bene piangere, va bene non riuscir...
16/07/2024

Grazie a “Tristezza” per averci ricordato che tutto ciò che sentiamo è giusto, che va bene piangere, va bene non riuscire sempre a gestire tutto e che solo accettando i nostri sentimenti è possibile guarire e tornare a splendere. 💙🌹

Non è la tipologia di scarpe a fare la differenza ma i passi che fai: camminare,correre,raggiungere,fermarsi,sentire il ...
08/05/2024

Non è la tipologia di scarpe a fare la differenza ma i passi che fai: camminare,correre,raggiungere,fermarsi,sentire il suolo,sentire di incontrare l'altro lì al confine di contatto. Cosa succede?

23/04/2024

Ai miei pazienti ..

Ma il dolore non ha uno scopo, bambina mia.
Succede e basta, e non puoi farci nulla.
Però puoi decidere come usarlo, questo sì.
Devi lasciarlo parlare, senza aver paura di ascoltare quello che dice.
Di solito urla, sappilo.
E poi, dopo che ha urlato, e ha bruciato,
e ha spezzato,
quando di lui è rimasta solo una br**ta cicatrice che fa male col vento,
da cui escono fantasmi durante la notte - usalo.
È una leva.
Può servire per scardinare gabbie,
per saltare fossi
o anche solo per sb****re via la polvere dalle tue ali come se fossero tappeti.
Ti ha mangiato un pezzo di anima
li senti gli spifferi gelidi che entrano?
Te ne serve uno nuovo, deve ricrescere.
E non può ricrescerti un pezzo di anima nuova se continui ad alimentarla di cose vecchie.
Il dolore è come il ghiaccio d'inverno,
e tu sei un seme rannicchiato nel terreno:
puoi morirci in quella morsa fredda,
oppure puoi diventare più forte,
e sbocciare a primavera.
Scegli tu.

Catherine Black

“Un bravo psicoterapeuta è capace di intuire il paziente al di là delle sue parole”, spiega la direttrice dell’Istituto,...
01/02/2024

“Un bravo psicoterapeuta è capace di intuire il paziente al di là delle sue parole”, spiega la direttrice dell’Istituto, Margherita Spagnuolo Lobb che poi aggiunge: “Si tratta di una capacità innata o di un’arte appresa faticosamente attraverso studi? O ancora è la vita stessa del terapeuta, il modo in cui lui/lei affronta i dolori e le sfide, che garantisce questa empatia verso i pazienti?"

Qual è il segreto di un intuito clinico che garantisce l’efficacia terapeutica? Come evitare il rischio di interpretazioni?

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