Psicodramma Analitico E Psicoterapia

Psicodramma Analitico E Psicoterapia Pagina di sensibilizzazione allo Psicodramma analitico junghiano a cura del Dott. L. Seidita, Psicot

Lui non è il crack!A Palermo c'è un ragazzo, uno dei tanti che potrebbe venirci figlio, fratellino, cuginetto, amico del...
29/04/2025

Lui non è il crack!

A Palermo c'è un ragazzo, uno dei tanti che potrebbe venirci figlio, fratellino, cuginetto, amico del cuore, rivale in amore, cucciolo di cui preoccuparsi o impertinente antisociale da tenere a bada, il cui Nome viene usato con fierezza, riscatto, quasi livore, per le campagne agitate contro il crack.

Il suo Nome risuona a monito per coetanei a rischio, operatori sociali, medici, educatori, insegnanti e politici e su quel Nome e per quel Nome, sorgono progetti, si scrivono libri, girano soldi e finanziamenti, si istituiscono Centri.

Il suo Nome è divenuto la lotta al crack. Il suo Nome è divenuto il segnale di una emergenza sociale. Il suo Nome è gridato, sussurrato, gettato tra emozioni, rimpianti e nuove speranze.

Ma quel Nome, il cui suono genera ora immagini di perdizione, disagio, solitudini, devianze, abusi, colpe e responsabilità, quando quel ragazzo era in vita, era sulle labbra di chi gli voleva veramente bene, di chi lo vedeva e aveva occhi su di lui, al contrario degli occhi assenti di chi invece doveva esserci e non soltanto per dispensare farmaci sottobanco per sedare, tenere a bada o in altre parole forse ovattare il dolore, l'onta, la macchia.

Quel Nome era sulle labbra di chi da lui si sentiva protetto, sostenuto, amato, di chi con lui giocava e scherzava, di chi gli riconosceva vizi e virtù, di chi con lui progettava futuri, nonostante le cazzate, gli sfaceli, lo smarrimento delle sostanze, la morte.

Quel Nome era un caleidoscopio colorato di sensi, significati, sfumature, crepe, complessità identitarie ora ridotte ad un'unica incolore forma: il crack.

Quel Nome non è stato mai soltanto le cose che ora significa.

Quel Nome non è le cose che ora significa.

Quel Nome è l'altro che ora guarda dall'alto, un puntino piccolissimo lontano, che forse ancora sghignazza, ribelle e contrariato.

Un evento di grande rilevanza sociale. Un'intera giornata di studio e confronto sulla Clinica del Sociale: dalle mafie, ...
27/03/2025

Un evento di grande rilevanza sociale. Un'intera giornata di studio e confronto sulla Clinica del Sociale: dalle mafie, alle dipendenze alle fragilità giovanili.

Con Leopoldo Grosso, Augusto Consoli, Lorenzo Camoletto, Roberto Merlo, Caterina Pozzi, Luciano Squillaci, Francesco Vitrano e molti altri ancora...

Vi aspettiamo domani...

🟢RESILIENZA E PREVENZIONE
~ Lotta alle mafie, alle dipendenze e alle fragilità giovanili ~

Un prestigioso evento
Venerdì 28 marzo 2025 presso Sala Lavitrano del Palazzo Arcivescovile di Palermo.
Promosso dalla Casa dei Giovani Comunità Terapeutica con LUMSA Santa Silvia - Palermo e INTERCEAR ed il patrocinio del Comune di Bagheria.

Vi aspettiamo...




23/03/2025

🔵 𝑪𝒐𝒏𝒗𝒆𝒈𝒏𝒐 "𝑹𝒆𝒔𝒊𝒍𝒊𝒆𝒏𝒛𝒂 𝒆 𝑷𝒓𝒆𝒗𝒆𝒏𝒛𝒊𝒐𝒏𝒆" 🔵

📢 Un evento da non perdere! Il 28 marzo 2025, nella Sala Lavitrano - Palazzo Arcivescovile di Palermo, si terrà il convegno "Resilienza e Prevenzione - Lotta alle Mafie, alle Dipendenze e alle Fragilità Giovanili".

👥 Un momento di confronto con i più importanti esperti del settore, promosso da:
✅ 𝗖𝗼𝗺𝘂𝗻𝗲 𝗱𝗶 𝗕𝗮𝗴𝗵𝗲𝗿𝗶𝗮 – 𝗔𝘀𝘀𝗲𝘀𝘀𝗼𝗿𝗮𝘁𝗼 𝗗𝗶𝗽𝗲𝗻𝗱𝗲𝗻𝘇𝗲 𝗣𝗮𝘁𝗼𝗹𝗼𝗴𝗶𝗰𝗵𝗲 𝗲 𝗔𝘀𝘀𝗲𝘀𝘀𝗼𝗿𝗮𝘁𝗼 𝗣𝗼𝗹𝗶𝘁𝗶𝗰𝗵𝗲 𝗦𝗼𝗰𝗶𝗮𝗹𝗶
✅ 𝗨𝗻𝗶𝘃𝗲𝗿𝘀𝗶𝘁𝗮̀ 𝗟𝗨𝗠𝗦𝗔 𝗦𝗮𝗻𝘁𝗮 𝗦𝗶𝗹𝘃𝗶𝗮 𝗱𝗶 𝗣𝗮𝗹𝗲𝗿𝗺𝗼
✅ 𝗖𝗼𝗺𝘂𝗻𝗶𝘁𝗮̀ 𝗧𝗲𝗿𝗮𝗽𝗲𝘂𝘁𝗶𝗰𝗮 𝗖𝗮𝘀𝗮 𝗱𝗲𝗶 𝗚𝗶𝗼𝘃𝗮𝗻𝗶
✅ 𝗜𝗡𝗧𝗘𝗥𝗖𝗘𝗔𝗥

Affronteremo insieme strategie di prevenzione, supporto ai giovani e lotta alle dipendenze e alle mafie. Perché solo attraverso la consapevolezza possiamo costruire un futuro migliore!

📅 28 Marzo 2025 - Ore 9:00
📍 Sala Lavitrano - Palazzo Arcivescovile, Via Matteo Bonello 1, Palermo

🎟 Ingresso libero! Vi aspettiamo!

"La Grande Arca" - IV Rassegna Internazionale di Psicodramma e SociodrammaOnline groupwork with Jungian, Analytical and ...
12/11/2024

"La Grande Arca" - IV Rassegna Internazionale di Psicodramma e Sociodramma

Online groupwork with Jungian, Analytical and Classical Psychodrama, organized by members of IAGP, FEPTO and the GRANADA SUMMER ACADEMY

🌪️Lo Spirito nella Bottiglia🌪️

Workshop online di Psicodramma analitico junghiano

Con Marianna Massimello e Leonardo Seidita

📅Venerdì 22 novembre 2024 ore 12:00|13:30

🌐 Free Online su ZOOM

Prenderemo come riferimento la fiaba dei fratelli Grimm, "Lo spirito nella bottiglia", di cui Jung scrisse una interessante interpretazione. Lo spirito Mercurio se non lo si riconosce nella sua doppia faccia, può arrecare guai, mentre a saperlo trattare dona benefici. Come gli alchimisti lavoravano dentro di sé la propria anima mercuriale per ottenere l'oro alchemico, così l'invito è a riconoscere in noi il Trickster per ottenere i suoi doni.

Online groupwork with Jungian, Analytical and Classical Psychodrama

Organized by members of IAGP, FEPTO and the GRANADA SUMMER ACADEMY

Programma completo dell'evento dal 21 al 24 novembre su...

www.arcapsychodrama.org

Scuola Aion Psicoterapia Analitica di Bologna e Casa dei Giovani Comunità Terapeutica di Bagheria oggi insieme..."Dall'I...
12/10/2024

Scuola Aion Psicoterapia Analitica di Bologna e Casa dei Giovani Comunità Terapeutica di Bagheria oggi insieme...

"Dall'Individuo al Gruppo alla Comunità" è il tema che attraversa queste giornate formative siciliane: il Dono dell'Incontro significativo con l'Altro.

Grazie per le condivisioni vive...che riluccicano negli occhi di chi sa ancora generare speranza trasformativa.

A Palermo c'è un ragazzo, uno dei tanti che potrebbe venirci figlio, fratellino, cuginetto, amico del cuore, rivale in a...
09/10/2024

A Palermo c'è un ragazzo, uno dei tanti che potrebbe venirci figlio, fratellino, cuginetto, amico del cuore, rivale in amore, cucciolo di cui preoccuparsi o impertinente antisociale da tenere a bada, il cui Nome viene usato con fierezza, riscatto, quasi livore, per le campagne agitate contro il crack.

Il suo Nome risuona a monito per coetanei a rischio, operatori sociali, medici, educatori, insegnanti e politici e su quel Nome e per quel Nome, sorgono progetti, si scrivono libri, girano soldi e finanziamenti, si istituiscono Centri.

Il suo Nome è divenuto la lotta al crack. Il suo Nome è divenuto il segnale di una emergenza sociale. Il suo Nome è gridato, sussurrato, tra emozioni, rimpianti e nuove speranze.

Ma quel Nome, il cui suono genera ora immagini di perdizione, disagio, solitudini, devianze, abusi, colpe e responsabilità, quando quel ragazzo era in vita, era sulle labbra di chi gli voleva veramente bene, di chi lo vedeva e aveva occhi su di lui, al contrario degli occhi assenti di chi invece doveva esserci e non soltanto per dispensare farmaci sottobanco per sedare, tenere a bada o in altre parole forse ovattare il dolore, l'onta, la macchia.

Quel Nome era sulle labbra di chi da lui si sentiva protetto, sostenuto, amato, di chi con lui giocava e scherzava, di chi gli riconosceva vizi e virtù, di chi con lui progettava futuri, nonostante le cazzate, gli sfaceli, lo smarrimento delle sostanze, la morte.

Quel Nome era un caleidoscopio colorato di sensi, significati, sfumature, crepe, complessità identitarie di ora ridotte ad un'unica incolore forma: il crack.

Quel Nome non è stato mai soltanto le cose che ora significa.

Quel Nome non è le cose che ora significa.

Quel Nome è l'altro che ora guarda dall'alto, un puntino piccolissimo lontano, che forse ancora sghignazza, ribelle e contrariato.

"La vera comprensione sembra essere quella che non capisce, ma che tuttavia agisce. [...]Dobbiamo comprendere il divino ...
04/10/2024

"La vera comprensione sembra essere quella che non capisce, ma che tuttavia agisce. [...]
Dobbiamo comprendere il divino in noi, ma non l'altro [...] Bisognerebbe benedire la cecità per i misteri dell'altro: essa ci protegge dagli atti diabolici di violenza. Bisogna essere a conoscenza dei propri misteri, ma velarsi castamente gli occhi di fronte al mistero dell'altro."
(C. G. Jung, 6/11/1915, Lettera a Hans Schmid)

[scatti, 2022, Salemi TP]

Attualità da "Dopo la catastrofe" ...🔹️La "Pseudologia phantastica", ossia "quella forma di isteria caratterizzata dalla...
25/09/2024

Attualità da "Dopo la catastrofe" ...

🔹️La "Pseudologia phantastica", ossia "quella forma di isteria caratterizzata dalla particolare capacità di prestar fede alle proprie bugie."

...accade forse oggi in Italia?

🖋️"Con orrore ci siamo resi conto delle nefandezze che l’uomo è in grado di compiere e di cui perciò anche noi potremmo essere capaci, e da allora siamo rosi da dubbi terribili a proposito dell’umanità della quale anche noi facciamo parte.

Perché si verifichi una simile degenerazione, tuttavia – e a questo proposito si dovrebbero aver le idee ben chiare – occorre la presenza di determinate condizioni. È necessaria anzitutto la concentrazione di masse urbane industrializzate, e quindi occupate in un’attività univoca, recise dalle loro radici, che abbiano perduto ogni sano istinto, perfino quello dell’autoconservazione.

Esso va perduto infatti nella misura in cui viene demandato allo Stato, e questo è un brutto sintomo. La delega allo Stato significa che ci si attende salvezza da ogni altro (=Stato) tranne che da sé stessi. Ognuno si regge all’altro con un falso senso di sicurezza, perché quando ci si regge insieme ad altri diecimila è sempre come se si fluttuasse nell’aria, con la sola differenza che non si nota più l’insicurezza della propria posizione.

L’accrescersi delle attese nello Stato non è un buon sintomo, perché indica che il popolo è ben avviato a trasformarsi in gregge, che attende sempre dai pastori di essere condotto in buoni pascoli. Non ci vuol molto, poi, perché la v***a del pastore si trasformi in una spranga di ferro e i pastori in lupi. [...]

Chi tutto promette, nulla potrà mantenere, e chiunque abbia fatto troppe promesse va a rischio di usare mezzi ingiusti per adempiere alle sue promesse e si mette già sulla via della catastrofe.

Il continuo espandersi dell’assistenza statale, mentre è da un lato indubbiamente una buona cosa, dall’altro però presenta il rischio di espropriare l’individuo della sua responsabilità e di produrre esseri infantili e pecoroni. C’è inoltre il pericolo che gli individui che valgono vengano in definitiva sfruttati dagli irresponsabili, come succedeva su amplissima scala in Germania.

Occorre fare in modo che il cittadino conservi a ogni costo il proprio istinto di autoconservazione, perché, una volta distaccato dalle radici nutritive dei propri istinti, l’uomo diviene un fantoccio in balìa di tutti i venti; allora non è più null’altro che un animale malato, demoralizzato e degenerato, e può ritrovare la salute solo tramite una catastrofe. [...]

Si tratta di una condizione patologica, di demoralizzazione e di anormalità mentale: una parte di noi compie cose di cui l’altra parte (quella “rispettabile”) non vuol saper nulla.

Quest’ultima si trova in stato di difesa cronica contro accuse reali o immaginarie che però in realtà vengono mosse non tanto dall’esterno, quanto piuttosto dal giudice che risiede dentro di noi, nel nostro cuore.

Poiché si tratta di un tentativo spontaneo di guarigione, sarebbe più saggio non persistere troppo nel rinfacciare al popolo tedesco i suoi orrori, andando a rischio di sovrastare la voce dell’accusatore presente nel loro cuore (e anche nel cuore degli Alleati!). Se solo gli uomini sapessero quale arricchimento comporti l’aver riconosciuto la propria colpa, quale dignità e promozione spirituale!

Ma di questa scoperta non si vede ancora l’ombra da nessuna parte. Al suo posto abbondano invece i tentativi di scaricarsi ogni addebito: “Nessuno riconosce di essere stato un nazista.”

I tedeschi hanno sempre badato molto all’impressione che facevano all’estero. Non amavano essere disapprovati, anzi neppure sottoposti a critiche. [...]

Tutti questi tratti patologici: la totale cecità nei confronti del proprio carattere, l’incensamento e la giustificazione autoerotici di sé stessi, la denigrazione e la terrorizzazione del prossimo, la proiezione della propria Ombra, la falsificazione menzognera della realtà, il cercare di “far colpo” e di imporsi sugli altri, il bluffare e imbrogliare le carte, si trovavano tutti riuniti in quell’uomo che fu diagnosticato clinicamente come isterico e che un bizzarro destino rese per dodici anni il capo politico, morale, religioso della Germania.

Fu solo un caso? [...]

L’elemento essenziale dell’isteria è una dissociazione cosiddetta sistematica, un allentamento degli opposti che d’ordinario sono strettamente congiunti tra loro, un allentamento che a volte giunge a provocare una vera e propria scissione della personalità, vale a dire una situazione in cui realmente la mano sinistra non sa quel che fa la destra.

Di solito è presente anche una stupefacente ignoranza dell’Ombra: si conoscono soltanto i propri buoni motivi, e quando i cattivi non possano più esser negati, compare allora il “superuomo e il signore” senza scrupoli che si crede nobilitato già soltanto dalla grandezza della sua meta.

Non conoscere l’altro lato di sé porta a una grande insicurezza interiore: non si sa bene chi siamo, ci si sente inferiori in qualche punto, senza però voler sapere dove, e con questa nuova inferiorità si accresce ulteriormente quella già esistente.

In questa insicurezza trova origine la psicologia del prestigio propria dell’isterico, ossia il volere “far colpo”, l’esibire i propri meriti e il ribadirli con insistenza, la mai saziata brama di riconoscimenti, di ammirazione e di conferme, il bisogno di essere amato.

Da questa insicurezza nascono anche la millanteria, la presunzione, l’arroganza, la sfrontatezza e la mancanza di tatto, per le quali molti tedeschi che in patria strisciavano come cani, hanno procurato all’estero una cattiva reputazione al loro popolo.

Dall’insicurezza nasce anche quella tragica mancanza di coraggio civile (si pensi al ruolo meschino svolto dai generali tedeschi!) che già Bismarck ai suoi tempi deplorava.

La mancanza di realtà che ci colpisce in Faust, produce nel tedesco una corrispondente mancanza di realismo. Egli ne parla soltanto, vantando il proprio “freddo” realismo e da questo atteggiamento si può già riconoscere senz’altro l’isteria: il suo realismo è una posa. Egli recita la parte di uno che ha senso del realismo, ma in realtà vuole conquistare il mondo a dispetto del mondo intero.

Naturalmente non ha idea di come si possa fare. Potrebbe tutt’al più sapere che è già andata male una volta, ma non ha difficoltà a trovare subito un motivo plausibile, per dare una falsa spiegazione allo scacco, e a credervi egli stesso.

Nel 1918 quanti tedeschi hanno prestato fede alla leggenda della “pugnalata alle spalle”? E quante altre leggende di “pugnalate alle spalle” sono fiorite al giorno d’oggi? Il prestar fede alle bugie che appagano i propri desideri è un noto sintomo isterico e un pronunciato segno di inferiorità.

Si sarebbe potuto supporre che il bagno di sangue della prima guerra mondiale fosse stato sufficiente, e invece non lo fu: brama di gloria e di conquista, sete di sangue annebbiarono la mente dei tedeschi a un punto tale che essi finirono per non vedere più per nulla la realtà che fino ad allora veniva comunque percepita solo in modo confuso. In un individuo questa condizione si chiama “stato di obnubilamento isterico”.

Un intero popolo che si trovi in questo stato non potrà non seguire con sicurezza sonnambolica un Führer-medium su per i tetti, per precipitare infine giù nella strada con il filo della schiena spezzato. [...]

Se la colpa collettiva venisse compresa e accettata si compirebbe un notevole passo avanti, ma ciò non sarebbe sufficiente a portare alla guarigione, allo stesso modo in cui il nevrotico non può essere guarito dalla pura e semplice comprensione della propria malattia.

Occorre ancora domandarsi: come convivo con questa Ombra? Quale atteggiamento si richiede per poter vivere nonostante la presenza del male? Per trovare valide risposte a questa domanda occorre aprirsi a un completo rinnovamento spirituale, che non può venir inoculato da un altro, ma che ognuno deve ottenere con le sue proprie forze.

E neppure è possibile valersi, senza sottoporle a verifica, di vecchie formule, valide nel passato, perché le verità eterne non amano essere tramandate meccanicamente, ma devono in ogni epoca tornare a scaturire dall’anima umana."
(C. G. Jung, 1945, "Dopo la catastrofe")

DDL 1660 e Psicopatologia.~ Repressione e Dissenso ~Posto che il Mondo esterno è il Mondo interno et viceversa, le scelt...
20/09/2024

DDL 1660 e Psicopatologia.

~ Repressione e Dissenso ~

Posto che il Mondo esterno è il Mondo interno et viceversa, le scelte politiche stanno sempre con maggiore pericolosità, attuando a livello macro, ciò che da tempi immemori l'essere umano fa con sé stesso, quando si tratta di considerare le parti interne della propria personalità totale, poste in Ombra.

L'azione del "REPRIMERE" l'Altro, l'Oscuro, il Perturbante, di misconoscerlo, di mettere a tacere ciò che dentro "DISSENTE" col nostro atteggiamento cosciente, è il meccanismo più diffuso alla base della psicogenesi della malattia mentale e con cui noi terapeuti, quotidianamente e trasversalmente ad ogni storia clinica, abbiamo a che fare.

Empiricamente ci si rende conto che tutte le volte in cui i pazienti si ritrovano ad imbavagliare ciò che grida dentro di loro diritto di esistenza, diritto di parola, di espressione, di vita cosciente, gli stessi pazienti si ammalano, soffrono, si lacerano in una qualche forma di pseudo controllo di sé.

"Devo tenere a bada...", "Devo controllare...", "Devo cancellare...", "Devo annientare quest'Altro che è in me...", "Perché qui dentro ci sono solo Io..." "Io sono l'Uno...", "Devo reprimere dentro ogni dissenso...", "Io sono l'Uno e l'Altro è il nemico..."

L'Altro dentro di me, il neo, la spina nella carne, la parte in me più vile di junghiana memoria, che in Psicoterapia possono finalmente essere viste, accolte, ascoltate, integrate in una personalità più vasta, più ampia e quindi più sana.

Repressione e Dissenso lungo tutto il corso dello sviluppo delle personalità individuali sono quindi anzitutto azioni della psiche che si relaziona con sé stessa. Alla base dell'unilateralità del pensiero rigido, dei fondamentalismi psichici, delle nevrosi e in generale della sofferenza psichica la prima, a favore della possibilità del divenire della personalità, del cambiamento e della trasformazione la seconda.

Una sana dialettica tra le due tendenze all'interno degli stessi individui è quindi alla base del sano sviluppo della personalità e di ogni benessere psicologico.

Quanto detto, psicodrammaticamente sembra ancora oggi agirsi e attualizzarsi nuovamente (considerate le tendenze cicliche storiografiche) a livello macro nella dimensione politica e sociale, ove la Repressione del Dissenso, quale forma arcaica ed infantile del funzionamento della psiche individuale, viene promossa, addirittura con decreti legislativi tra cui l'ultimo DDL 1660, quale strategia efficace per il controllo, l'ordine e addirittura il benessere sociale.

Ora, che le politiche nazionali ed internazionali, trasversalmente ad ogni colore e orientamento - laddove fatte da personalità strutturalmente fondamentaliste ovvero tendenti a quell'Uno che nega l'esistenza l'Altro anzitutto dentro di sé - possano usare la pseudologia phantastica per convincere i più dell'utilità e dell'efficacia di tale azione di repressione, per giungere ad una qualche forma di benessere sociale e comunitario, mi pare ovvio e mi sconvolge poco, visto che ogni uomo lo fa con sé stesso anzitutto, sin da quando l'uomo è uomo.

Mi preoccuperebbe un po' di più il fatto che educatori, insegnanti, operatori sociali e psicoterapeuti cessino di operare a baluardo del pensiero critico, lucido e consapevole, cessino di favorire lo sviluppo di quelle funzioni nei ragazzi in crescita, direttamente connessi all'esercizio del Trickster beffardo, dissente e rivoluzionario, cessino di porsi in ascolto delle differenze, delle unicità, delle complessità dei fenomeni. Cessino di favorire sviluppi di personalità totali a fronte di Io adesivi, inflazionati e fondamentalisti. Cessino in altre parole di consentire all'Altro il proprio diritto di esistenza e di garantirgli un qualche territorio da abitare, che sia entro la psiche, che sia nei quartieri.

Si sa che alla Voce di uno che gridava nel deserto, Erode fece tagliare la testa, eppure qualcosa allora già si mosse...

30/08/2024

🌐 Come si fa a "fare gruppo" nella rete? 🌐

📌 Mercoledì 18 settembre, Maurizio Gasseau, Wilma Scategni e Leonardo Seidita, in compagnia di Valeria Bianchi Mian, presenteranno il libro "Gruppi online e psicodramma" in un incontro online gratuito!

📕"Gruppi online e psicodramma" offre “strumenti di lavoro” efficaci, flessibili e incisivi alla conduzione di gruppi online non solo esplorandone i limiti e le potenzialità, ma offrendo al lettore la possibilità di identificare e mettere a fuoco una propria personale modalità di conduzione.

💻 Evento online gratuito e aperto a tutti!

📆 Mercoledì 18 settembre 2024, dalle 20:30!

➡️ Non perdertelo! Iscriviti subito sul nostro sito www.psicologia.io/formazione-online/dialoghi-sullo-psicodramma-ruoli-nella-rete

Valeria Bianchi Mian

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Palermo
90145

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