24/07/2024
Non ci sono parole. Anche una cosa semplice come stare accanto a persone così pesantemente traumatizzate è un atto eccezionale. Saper permanene accanto al dolore è necessario e terapeutico.
𝐈𝐍𝐅𝐄𝐑𝐍𝐎 𝐚𝐝 𝐇𝐀𝐈𝐓𝐈: 𝐆𝐀𝐍𝐆 𝐆𝐈𝐎𝐕𝐀𝐍𝐈𝐋, 𝐒𝐓𝐔𝐏𝐑𝐈 𝐝𝐢 𝐌𝐀𝐒𝐒𝐀 𝐞𝐝 𝐄𝐒𝐄𝐂𝐔𝐙𝐈𝐎𝐍𝐈
Gli stupri di massa
Nel giorno qualunque di Haiti, Fabienne si è alzata poco dopo l’alba, ha calzato i sandali di gomma, è salita sul cassone di un tap tap e ora aspetta il suo turno nella sala d’attesa dello psicologo presso la clinica di Cité Soleil, una delle poche ancora funzionanti grazie al personale di Medici senza frontiere. Davanti a lei ci sono altre otto donne, deve pazientare. Fabienne ha 38 anni, quattro figli e due traumi da superare: è stata violentata due volte nel giro di poche settimane. Fabienne, ovviamente, non è il suo vero nome. La sua storia comincia con una pallottola.
“Mi arrangiavo vendendo avocado e bananes plésées (banane fritte, ndr) al mercato. A gennaio mi sono trasferita a Delma 5 perché a Cité Soleil, dove abitavo coi miei figli, un proiettile vagante mi aveva quasi ammazzato. Avevo trovato un posto decente in un edificio per gli sfollati, eravamo in tanti. Un pomeriggio sono entrati degli individui mascherati, ubriachi e forse drogati. Si sono divisi in squadre, ogni squadra aveva a disposizione una stanza vuota con un letto. Hanno fatto i comodi loro per ore. Se non ti fai stuprare ti spariamo, mi dicevano”.
Le bande utilizzano la violenza sessuale di massa come strumento di dominio territoriale, organizzando spedizioni nei sobborghi dei rivali. Accadeva di frequente prima che si formasse l’alleanza Viv ansanm, e, a giudicare dai dati e dal racconto di Fabienne, accade ancora.
“Lo scorso aprile ho lasciato Dalma 5 per tornare a Cité Soleil. Nel tragitto di pochi chilometri, a piedi, ero con 30 donne. Speravano che insieme fossimo al sicuro, invece siamo state assalite da una gang, diversa dalla prima. Ci hanno trascinato per i capelli in una palazzina diroccata, le violenze sono cominciate alle undici di sera. Alle tre del mattino, non so come ho fatto, sono riuscita a scappare. Come va ora? Sono depressa, scoppio a piangere per nulla. Ho una ferita dentro la testa, lo psicologo mi aiuta a rimarginarla, però i giorni sono diventati tutti neri, a volte va un po’ meglio e sono grigi”. Si legge nelle statistiche di Msf anno 2024: 432 casi di stupro trattati sinora nel centro medico di Pra Men’m, 407 in quello di Cité Soleil, 16 a Turgeau, 25 a Port à Piment, 11 dalle cliniche mobili.
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