18/02/2022
LA DISPRASSIA VISUOSPAZIALE (2)
La disprassia visuospaziale è la forma più comune di disprassia.
Come suggerisce il nome, oltre all’alterazione della gestualità vi sono associate una mancanza di coordinazione visuo-motoria e
un disordine spaziale, caratterizzato da difficoltà nel comprendere e analizzare la nozione dello spazio.
La strategia dello sguardo diventa normalmente automatica mentre il bambino impara a leggere nell’età prescolare. Parliamo di disprassia visiva quando questo automatismo non viene acquisito a causa della cattiva organizzazione del movimento dei bulbi oculari.
Ciò si traduce in un’ incapacità di:
• Identificare un oggetto specifico
• Seguire un oggetto con lo sguardo
• Esplorare una scena visiva e discriminare un oggetto specifico
• Selezionare e inserire informazioni accurate in un oceano di informazioni.
DISPRASSIA E DISTURBO DELL'ORIENTAMENTO NELLO SPAZIO
La nozione di spazio è acquisita da dati visivi riguardanti l'ambiente che circonda il bambino. Un fallimento nello sguardo, quindi, porta necessariamente ad una difficoltà nell'orientamento spaziale.
Pertanto, i bambini che soffrono di disprassia visuospaziale hanno grandi difficoltà nel
trovare un oggetto in relazione alla sua posizione e nel trovare un oggetto in relazione ad altri oggetti.
Un bambino disprassico, potrebbe non sapere la differenza tra destra e sinistra e non capire la direzione obliqua.
COME RICONOSCERE LA DISPRASSIA VISUOSPAZIALE
I bambini disprassici sono di solito bambini vivaci che ragionano molto logicamente e talvolta mostrano anche una rara intelligenza rispetto ad altri. Parlano molto bene e sembrano anche molto promettenti, il che rende il divario tra teoria e pratica ancora più confuso.
I SINTOMI DELLA DISPRASSIA VISUOSPAZIALE A CASA
Sebbene non sembrerebbe che un bambino disprassico abbia particolari problemi rispetto agli altri bambini, in quanto risulta abbastanza grande la sua voglia di esplorare, provare, sperimentare e soddisfare la sua curiosità, in realtà non sempre gli risulta facile aprirsi agli altri:
• Si rifiuta di giocare con le costruzioni
• Non gioca con i puzzle che corrispondono alla sua età
• Non è bravo con i giochi di assemblaggio in genere
• Non è bravo con la palla o con la bici
• Mangia spargendo le briciole e non sa bene come usare la forchetta e il coltello
• Non sa come vestirsi da solo, non può allacciarsi le scarpe, non può abbottonarsi la camicia.
Sintomi della disprassia visuospaziale in classe
La disprassia visuospaziale è evidente nei primi anni di scuola perché le sue conseguenze raramente passano inosservate nella scrittura, nell’ortografia e nei calcoli.
LA SCRITTURA
La scrittura non è fluida e la produzione scritta può risultare illeggibile. Le lettere non sempre sono scritte correttamente e le copie raramente seguono le linee.
La presentazione del quaderno è quindi “catastrofica”: le parole non hanno le stesse dimensioni, i testi sono mal organizzati, gli schemi non dicono nulla e ci sono cancellature un po’ ovunque.
La calligrafia richiede per loro molto tempo e ciò va a discapito dell'ascolto e della comprensione.
LA LETTURA
I bambini disprassici non hanno necessariamente difficoltà a leggere. Solo quelli con disprassia visuospaziale ce l’hanno a causa della loro incapacità di sviluppare e adottare una buona strategia di sguardo.
In tal caso la lettura è spesso instabile e il bambino può saltare lettere, parole, frasi o anche intere righe.
IL CALCOLO
L'assenza di una nozione di rappresentazione spaziale rende molto difficile allineare le figure, quindi si presentano difficoltà nel calcolo, nella geometria, nella rappresentazione grafica, ma anche nella lettura di mappe, tabelle e piani.
COME GESTIRE LA DISPRASSIA VISUOSPAZIALE
Poiché le misure correttive adottate non producono alcun risultato, è essenziale rivolgersi ad un neuropsicologo per avere una diagnosi. La disprassia può essere individuata molto presto, sin dall'asilo.
Una volta confermata la diagnosi, è necessario pensare ad una riabilitazione optometrica.
GLI ADATTAMENTI NECESSARI
Oltre ai trattamento proposto dall’optometrista ed, eventualmente, da altri specialisti, per una gestione completa ed efficace è essenziale predisporre sistemi e misure di adattamento che allevino o eludano i sintomi della disprassia.
Tali adattamenti devono essere predisposti sia a casa che a scuola e riguardano:
• I compiti
• Le strategie che valorizzano le capacità del bambino
• La distribuzione e la divisione sequenziale delle attività.
COSA FARE PER AIUTARE UN BAMBINO DISPRASSICO IN CLASSE
Che si tratti di lezioni o di compiti a casa, per migliorare le prestazioni del bambino con disprassia visuospaziale, si raccomanda di:
• Fargli utilizzare notebook con linee larghe
• Privilegiare la verbalizzazione invece delle illustrazioni
• Concentrarsi sulle attività orali rispetto alle attività scritte
• Invece di dettare chiedergli di scrivere da solo
• Rispettare il suo bisogno di parlare mentre lavora e non chiedergli di stare zitto
• incoraggiarlo a sussurrare in modo che non disturbi chi lo circonda.
COSA NON FARE PER AIUTARE UN BAMBINO DISPRASSICO IN CLASSE
•Ignorare il disturbo e, soprattutto, non pensare che scomparirà col tempo
• Ricordare costantemente al bambino la sua differenza, i suoi difetti e le sue imperfezioni
• Ricordargli costantemente i suoi ripetuti fallimenti
• Obbligarlo a fare qualcosa per la quale non si sente capace.
Devid del Mauro
Optometrista