Dott. Angelo Spataro

Dott. Angelo Spataro Pediatra

26/07/2025
La piodermite o impetigineDurante il periodo estivo alcuni bambini presentano una infezione della pelle causata principa...
12/07/2025

La piodermite o impetigine

Durante il periodo estivo alcuni bambini presentano una infezione della pelle causata principalmente da due batteri : lo streptococco e lo stafilococco.Le lesioni si presentano su pelle arrossata, dapprima come vescicole o bolle piene di siero che si trasforma in pus e che si rompono formando delle croste più o meno grandi . Spesso c'è prurito. Le lesioni possono interessare tutto il corpo. La piodermite è spesso preceduta da una puntura di zanzara o è facile essere infettati al mare lungo la battigia. Per questo motivo questa malattia è tipicamente estiva.

Terapia

Sono raccomandate docce frequenti, pomate a base di antibiotici e, nei casi più gravi, antibiotici assunti per bocca.

27/05/2025

IL FUMO DI “TERZA MANO”
Ci sono tre tipi di fumo di sigaretta, di “prima mano”, di “seconda mano” e di “terza mano”. Tutti e tre i tipi possono provocare tosse, rinite, faringite,asma e tumori polmonari.Il fumo passivo o di” seconda mano” è il fumo che un soggetto respira quando condivide gli stessi ambienti con un soggetto che fuma ( quest’ultimo chiamato fumatore di “ prima mano”).Negli ultimi anni è stato individuato e definito il cosiddetto fumo di “terza mano” che è legato ai residui tossici di fumo di tabacco che rimangono su superfici, abiti, tappeti e nella polvere e che vengono poi inalati e ingeriti. Questi residui tossici hanno dimostrato avere effetto cancerogeno . I bambini, specialmente se molto piccoli, presentano un rischio incrementato per il maggior tempo trascorso in casa e per i tipici comportamenti legati all’età, che facilitano sicuramente l’inalazione e l’ingestione di queste pericolose sostanze. Aprire la finestra non è sufficiente ad azzerare i rischi del fumo di “terza mano”. Anche uscire in balcone per accendersi la sigaretta non elimina del tutto il problema. Le particelle residue di nicotina si attaccano alla pelle e ai vestiti del fumatore e vengono inalate dal bambino quando viene preso in braccio.

21/02/2025

IL PIEDE PIATTO

Tratto da: “ Piede piatto e plantari.
Rilevanza clinica ed evidenza scientifica”
Giuseppe Taglialavoro
Clinica Ortopedica, Università di Padova

(Medico e Bambino 2004;23:689-694)

"Prima dei tre anni di età il piede è fisioligicamente piatto.Il piede piatto si suole suddividere in 2
forme principali: il piede piatto lasso
dell’infanzia e il piede piatto essenziale
dell’adolescenza, che ovviamente non
è altro che la continuazione del primo.
Il piede piatto lasso dell’infanzia si colloca
cronologicamente tra il 3° e il 6°
anno di vita ed è praticamente sempre
asintomatico. Si rende evidente solamente
sotto carico, mentre in scarico e
in punta di piedi la sua morfologia è del
tutto normale. Il piede piatto dell’adolescenza si
colloca cronologicamente tra il 6° e il
13° anno di vita; a questa età può
diventare sintomatico. Per
questo motivo il piede piatto essenziale
dell’adolescenza viene suddiviso in tre
sottogruppi: piede piatto funzionale,
piede piatto contratto, piede piatto
strutturato. La forma cosiddetta funzionale è
asintomatica. Essa si rende evidente
solamente sottocarico, mentre in scarico
o in appoggio sulle punte, il piede
mostra una morfologia plantare del tutto
normale in maniera del
tutto sovrapponibile al piede piatto lasso
dell’infanzia.
Il piede piatto contratto e il piede
piatto strutturato sono invece sintomatici.

STORIA NATURALE

Il piede piatto del 3°anno di vita
assume una morfologia “normale”
nella stragrande maggioranza dei casi ,
(80% dei casi,) verso il 6° anno di vita.
Il piede piatto essenziale dell’adolescenza
altro non è che quel 20% dei piedi
che rimane piatto. Ma anche questi,
se pur più tardivamente, sono comunque
destinati a normalizzarsi e soltanto
una piccolissima percentuale, compresa
tra l’1 e il 5%, tende a restare piatto e a diventare sintomatico.

L’UTILIZZO DEL PLANTARi

L’efficacia terapeutica
dei plantari è scientificamente
provata? E’ possibile che, con l’uso
del plantare, si possa evitare l’evoluzione
di un piede piatto “funzionale”,
“flessibile”, asintomatico, in piede piatto
patologico. La gran parte degli
studi nega qualsiasi efficacia al trattamento
con plantari.Alcuni lavori dimostrano inoltre,
non soltanto l’inefficacia dei plantari,
ma anche una loro potenziale dannosità in quanto .
l’uso dei plantari,specialmente se non confezionati a " regola d'arte", disturbando il fisiologico sviluppo
dell’arco plantare, finirebbe per
aumentare il numero di piedi che non
si normalizzano a fine accrescimento.
In conclusione, non solo non vi è
nessuna indicazione al plantare nel piede
piatto essenziale del bambino, ma
esiste più che un semplice sospetto
che questo possa avere un effetto negativo,
disturbando il normale processo
di maturazione e di normalizzazione

CONCLUSIONE

Alla luce dei dati della letteratura, il
piede piatto, nella quasi totalità
dei casi, è l’espressione morfologica di
uno stadio evolutivo o l’espressione di
un ritardo maturativo del piede o una
variante anatomica normale. Solo in
una piccolissima percentuale di casi è
l’espressione clinica di una condizione
patologica che si manifesterà a partire dai 6 anni di età.
Questo, infatti, è il momento evolutivo durante il quale il bambino deve essere visitato dallo specialista ortopedico.All’ortopedico spetterà l’approfondimento diagnostico per porre in essere un trattamento chirurgico ".

04/01/2025

LA BRONCHIOLITE

La bronchiolite è un'infezione virale acuta che colpisce il sistema respiratorio dei bambini di età inferiore ad un anno, con maggiore prevalenza nei primi 6 mesi di vita e maggiore incidenza tra novembre e marzo.

L E CAUSE
L'agente infettivo più coinvolto (nel 80 % circa dei casi) è il virus respiratorio sinciziale (VRS) ma anche altri virus possono esserne la causa . L'infezione interessa bronchi e bronchioli innescando un processo infiammatorio, aumento della produzione di muco e ostruzione delle vie aeree con possibile comparsa di difficoltà respiratoria.

I SINTOMI
Generalmente esordisce con inappetenza, febbricola e rinite. Bisogna fare molta attenzione quando il bambino è molto piccolo e presenta molto muco nelle vie aeree superiori con un respiro molto rumoroso. Dopo qualche giorno o, molto spesso, dopo qualche ora dall’inizio del raffreddore, possono comparire tosse insistente che si aggrava gradualmente e difficoltà respiratoria caratterizzata da un aumento della frequenza respiratoria e da rientramenti intercostali. Il più delle volte si risolve spontaneamente e senza conseguenze. Tuttavia, in alcuni casi, può rendersi necessario il ricovero, specialmente al di sotto dei sei mesi di vita. La bronchiolite è una patologia che richiede molta attenzione da parte di genitori e del pediatra, soprattutto nei pazienti nati prematuri o di età inferiore alle 6 settimane di vita in quanto in questi bambini è aumentato il rischio di apnea e arresto respiratorio.

TRATTAMENTO
Un lattante senza difficoltà respiratoria ed in grado di alimentarsi può essere trattato a domicilio sotto le attente cure del pediatra curante. Il paziente con bronchiolite viene in genere trattato con frequenti lavaggi nasali e con aspirazione delle secrezioni. Importante anche una corretta idratazione ed alimentazione con un frequente lavaggio delle mani di chi si occupa del bambino. La terapia aerosolica con soluzione ipertonica al 3%, i broncodilatori per aerosol e i cortisonici per bocca non sempre sono efficaci. L'uso degli antibiotici non è raccomandato trattandosi di una infezione virale .

QUANDO RICOVERARE

SE IL BAMBINO E' MOLTO PICCOLO E HA UN RESPIRO VELOCE, CON ALITAMENTO DELLE PINNE NASALI, RIENTRAMENTI TRA LE COSTOLE, CON PRESENZA DI UN SOLCO TRA ULTIMA COSTOLA E L' ADDOME E PRESENTA UN MOVIMENTO DI SU E GIU' DELL’ADDOME, CON O SENZA LABBRA E UNGHIA BLUASTRE OCCORRE IL RICOVERO OSPEDALIERO.

09/12/2024

LA FEBBRE E IL PARACETAMOLO

Noi pediatri di famiglia riceviamo ogni giorno ( giorni festivi compresi) molte telefonate di mamme e papa' in preda alla paura perché il figlio ha la febbre. Fino ad una decina di anni fa questo non succedeva. I papa' non telefonavano mai e le mamme sapevano aspettare. I genitori di oggi verosimilmente sono più "impreparati " e meno coraggiosi dei genitori di ieri.
Una precisazione importante:
la febbre non rappresenta un pericolo e può essere gestita tranquillamente a casa anche per 24-48 ore. Basta sapere leggere le dosi dell' antipiretico da somministrare.

La febbre rappresenta uno dei più frequenti sintomi presentati dal bambino. Ricordiamo che la febbre è un meccanismo di difesa ( con una alta temperatura si impedisce la moltiicazione dei batteri e dei virus) e non bisogna quindi farla scendere sempre e a tutti i costi. La febbre non fa male, è semmai la malattia che provoca la febbre che può arrecare danni al nostro organismo.

QUANDO SI DEVE USARE IL PARACETAMOLO?
Si deve usare quando la temperatura del bambino misurata all’ascella è superiore ai 38°- 38,5°; si può somministrare ogni 5 ore se la febbre è molto alta ed il bambino è molto disturbato o ogni 6-8 ore se il bambino tollera bene la temperatura alta. Somministrando il paracetamolo non si ha quasi mai uno sfebbramento completo ma parziale in quanto la temperatura scende in genere di uno - un grado e mezzo. E’ preferibile usare il PARACETAMOLO PER BOCCA in quanto la somministrazione per via rettale non è sicura ( il bambino può evacuare la supposta o non può assorbirla bene se ha l’intestino retto pieno di feci). In caso di vomito e' meglio comunque somministrare il patacetamolo per via rettale. Se il bambino con la febbre sta complessivamente bene ed è grande, se non respira male, se non ha tosse continua, se non ha dolore addominale, dolore toracico o dolore all’orecchio, se non ha cefalea intensa e vomito continuo , bisogna aspettare almeno 24 ore prima che venga visitato dal pediatra. La visita precoce infatti può non fare evidenziare dei segni e dei sintomi che possono condurre a fare una diagnosi precisa. Se il bambino e' invece molto piccolo e sta veramente male non bisogna perdere tempo con le telefonate ma bisogna recarsi in ospedale. Negli altri casi descritti sopra non bisogna recarsi all' ospedale per evitare l' intasamento del pronto soccorso. Nei giorni prefestivi e festivi, se si ritiene che il bambino non possa aspettare il lunedì per essere visitato dal proprio pediatra di famiglia, si può usufruire delle guardie mediche pediatriche definite ppip.

ESISTE IL RISCHIO CHE CON IL PARACETAMOLO LA TEMPERATURA SCENDA MOLTO FINO ALL'IPOTERMIA ?
La risposta è no se viene somministrata correttamente. Esiste nel nostro organismo un termostato che regola la nostra temperatura interna e che non la fa scendere sotto certi livelli.

QUANTO DURA L’EFFETTO DEL PARACETAMOLO?
In genere dura due- tre ore. Nell' intervallo tra le due somministrazione la temperatura si puo' quindi mantenere alta. E' prefedibile non usare spugnature in quanto spesso mal tollerate dal bambino. In conclusione: non bisogna avere paura della febbre . Bisogna solo SAPERE ASPETTARE !!

27/11/2024

Le malattie cardiovascolari non riguardano solo la vita adulta, possono essere prevenute già durante l'infanzia, come specifica la SIP che invita genitori

13/05/2023

DOTTORE, IL BAMBINO HA LA FEBBRE. SONO I DENTI?

Per molte persone molte febbri dei bambini piccoli sono dovuti alla eruzione dei denti di latte. Ormai tutti i pediatri sono orientati nel sostenere che la “febbre dovuta ai denti” sia soltanto un “mito”, una “falsa credenza” . Ma qualsiasi credenza che dura nel tempo contiene sempre qualche verità. Scriveva anni fa il prof. Panizon :“ Io ho un certo rispetto pregiudiziale per il sapere popolare, tanto più quando è universalmente diffuso”.

Allora dove sta la verità?

L’argomento “ febbre da denti “ è stato affrontato da diversi Autori. Uno studio pubblicato qualche anno fa su Pediatrics,
evidenziava la possibilità che la dentizione si accompagni a qualche disturbo minore come l’irritabilità e l’ipersalivazione,
ma affermava che la febbre da denti non esiste. Michele Bolan, dell’Università di Santa Catarina in Brasile, ha condotto una metanalisi che ha portato al riesame di tanti studi svolti in tutto il mondo sull’argomento. Il risultato di questa ricerca è che la dentizione dei bambini non provoca febbre ma solo irritabilità, gengive arrossate , salivazione e al massimo un’alterazione lieve della temperatura corporea non considerabile febbre. Quindi “ una alterazione lieve della temperatura corporea” può essere presente e questo forse conferma che la credenza che i denti causino la febbre non sia del tutto errata. Molto probabilmente, quando non esistevano i termometri, ogni aumento della temperatura corporea percepita con il tatto veniva considerata febbre ed ecco perché ancora oggi si dice: “ dottore, il bambino ha la febbre. Sono i denti?”

Indirizzo

Palermo

Telefono

360413267

Sito Web

Notifiche

Lasciando la tua email puoi essere il primo a sapere quando Dott. Angelo Spataro pubblica notizie e promozioni. Il tuo indirizzo email non verrà utilizzato per nessun altro scopo e potrai annullare l'iscrizione in qualsiasi momento.

Condividi