Dott.ssa Elisa Tesè - Medico di famiglia Palermo

Dott.ssa Elisa Tesè - Medico di famiglia Palermo Sono un Medico formato e specializzato in Medicina Generale e Cure Primarie; il mio studio è a Palermo, zona Corso Pisani. reg. 14280/7. RICEVE PER APPUNTAMENTO

https://www.medicodifamigliapalermo.it/ Lo studio di Medicina Generale della dott.ssa Elisa Tesè è convenzionato con il Sistema Sanitario Nazionale cod. La dott.ssa Elisa Tesè, medico specializzato in Medicina generale.

Se penso alle persone che mi hanno revocato perché non ho assecondato la loro richiesta mensile di prescrizione di quest...
27/05/2025

Se penso alle persone che mi hanno revocato perché non ho assecondato la loro richiesta mensile di prescrizione di questi farmaco per “prevenire” la bronchite… ma la riflessione più importante è chiedersi chi mi abbia rimpiazzata… poveri noi tutti, esseri viventi nell’era dell’antibiotico-resistenza

💊 Cambiano le regole per un antibiotico usatissimo anche nei bambini.
L’Ema rivede l’uso e alcune indicazioni saranno cancellate ⤵

Con la voglia di essere sempre attuali e competenti rispetto a come e a quanto cambia tutto intorno a noi!
01/04/2025

Con la voglia di essere sempre attuali e competenti rispetto a come e a quanto cambia tutto intorno a noi!

31 marzo 2025. La Società Italiana dei Medici di Medicina Generale e delle Cure Primarie (SIMG) annuncia la nascita del Gruppo di Lavoro sull’Intelligenza Artificiale (IA) e la pubblicazione del relativo Position Paper, un documento che definisce principi, raccomandazioni ed esempi concreti sull....

Chi dei miei assistiti lo usa, me lo chiede per i familiari, o fa passaparola. Se lo conosci non ne puoi fare a meno!
11/02/2025

Chi dei miei assistiti lo usa, me lo chiede per i familiari, o fa passaparola. Se lo conosci non ne puoi fare a meno!

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E poi arriva il 41o congresso SIMG - Società Italiana di Medicina Generale e delle Cure Primarie. Vissuto con sentimenti...
28/11/2024

E poi arriva il 41o congresso SIMG - Società Italiana di Medicina Generale e delle Cure Primarie. Vissuto con sentimenti sempre diversi ogni anno… ci aspetta un tempo professionale che non riesco a prevedere, ma ”la qualità non si nasconde “ e certamente ogni giorno questo è il monito che mi restituisce l’entusiasmo.

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Perché la mia Caterina è differente! Ci siamo vaccinate già 2 settimane fa… ma oggi ci tenevo con questa foto a ringrazi...
12/11/2024

Perché la mia Caterina è differente! Ci siamo vaccinate già 2 settimane fa… ma oggi ci tenevo con questa foto a ringraziare tutti i miei assistiti che stanno aderendo alla campagna vaccinale con entusiasmo e senso di responsabilità… in particolare ringrazio i pazienti coinvolti oggi in un pomeriggio vaccinale mirato, che hanno rispettato in maniera assoluta la stratificazione oraria senza creare ritardi o situazioni di affollamento in sala, e soprattutto che hanno rispettato il significato di un orario pomeridiano extra esclusivamente dedicato ai vaccini e alla cultura della salute che diffondiamo quando ne condividiamo il valore. GRAZIE
Ps: non è ancora finita la campagna… chiamate in orario di attività per prenotarvi!!!

Il vostro Medico di Famiglia.

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Faccio mie le sue parole, non poteva dirlo meglio. Grazie robivil Roberta VillaRiformare la medicina generale per il fut...
29/10/2024

Faccio mie le sue parole, non poteva dirlo meglio. Grazie robivil Roberta Villa

Riformare la medicina generale per il futuro della sanità italiana

Roberta Villa | Pubblicato il 29/10/2024
Per cercare di risolvere la carenza di figure professionali sanitarie, è necessario iniziare a capire come mai questa carenza è iniziata e restituire dignità al lavoro, al lavoratore e alla lavoratrice
Recentemente ho avuto modo di apprezzare molto sul Corriere della Sera il lavoro di Milena Gabanelli sulla sanità italiana. In particolare, ho trovato molto puntuale la lucida analisi del team di Dataroom sui Pronto soccorso, luoghi in cui si concretizza e si rende visibile la crisi di tutto il servizio nazionale, un tempo fiore all’occhiello del nostro Paese, oggi principale fonte di preoccupazione e frustrazione per gli italiani. Anche in quel pezzo si sottolineava come gli ospedali pagassero la fragilità della medicina territoriale. Mi stupisce l’attacco ai medici di famiglia, cui nell’ultimo servizio ci si riferisce come “lobby di interessi”, come già in passato si era parlato di “lobby di potere”.

Sia chiaro. È doveroso indagare su eventuali conflitti di interesse dei vertici o delle società scientifiche (ne ho scritto anch’io più volte in passato), ma da qui a descrivere la medicina generale come una branca della professione che mira al massimo profitto con il minimo sforzo è davvero ingiusto. Per un medico neolaureato, le strade che garantiscono un futuro pieno di soldi sono altre, come dimostra la corsa alle scuole di specializzazione che la stessa Gabanelli ha più volte sottolineato e di cui parlavo qui: le più richieste sono chirurgia plastica, dermatologia, endocrinologia, cardiologia, gastroenterologia, oculistica pediatria, neurologia, mentre restano sempre posti vacanti per le scuole di medicina generale. Perché sono pagate meno e non ancora riconosciute (eccezione italiana) come le altre? Beh, se poi ci fosse il paese di Bengodi, come sembra, molti accetterebbero di stringere la cinghia per altri tre anni.

È chiara quindi la contraddizione della narrazione, che va ben oltre i servizi di Dataroom, ma è abbastanza radicata nell’opinione pubblica: se l’opzione della medicina di famiglia fosse tanto allettante, così pagata e con un impegno di ore di lavoro così limitato, come mai non abbiamo una sovrabbondanza di richieste, invece di una drammatica carenza di medici disposti a seguire questa strada, sebbene sia raggiungibile con tempi più brevi e minori ostacoli di una specializzazione ospedaliera o di altro tipo? In una società patriarcale come quella in cui purtroppo ancora in parte viviamo, tre ore di ambulatorio per cinque giorni a settimana sarebbero la soluzione ideale per le giovani donne che volessero dividersi al meglio tra lavoro e famiglia. Sappiamo che i neolaureati in medicina sono ormai in maggioranza dottoresse. Dovrebbe esserci la coda.



Non c'è trucco, non c'è inganno, il lavoro è tanto

La verità, anche se a volte è difficile da credere per il pubblico, è che le 15 ore (minime!) che un massimalista con 1.001-1.500 assistiti deve garantire in ambulatorio non rappresentano la totalità del suo lavoro. A parte che spesso questi orari si prolungano ben oltre il minimo previsto e spesso fino a tarda sera, perché pochi hanno il fegato di abbassare la saracinesca all’’orario minimo di chiusura quando hanno la sala di attesa ancora piena o una serie di richieste di aiuto cui non sono ancora riusciti a dare risposta.

Alla presenza in laboratorio si aggiungono lunghe ore al telefono con i pazienti cui può bastare un consulto a distanza, ma anche, quando serve, le visite a domicilio, soprattutto a un numero crescente di anziani non autosufficienti. Perché non è vero che i medici di famiglia non fanno più visite a domicilio. Come sempre, dipende dai casi, ma è giusto che, in una situazione di risorse limitate, si rechino solo da chi non può muoversi dal letto. Altrimenti, per accontentare la persona ansiosa con raffreddore e due lineette di febbre, rischiano di non riuscire a occuparsi di una situazione più urgente. Poi c’è la formazione, ma soprattutto la burocrazia, una montagna di burocrazia. Anzi, più che una montagna, una palude, in cui si resta invischiati e che rappresenta uno dei principali fattori respingenti per i giovani che vorrebbero seguire questa strada.



Carenza e sbilanciamento delle professioni

Mi hanno colpito i dati di un rapporto stilato dall’Osservatorio Conti Pubblici italiani dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, in particolare per quanto riguarda il rapporto tra medicina generale e altre specialità. Nel confronto con gli altri Paesi europei è ben noto che in Italia non c’è una vera carenza di medici, quanto di infermieri, e che il nostro problema è piuttosto lo sbilanciamento tra attività, per cui mancano chirurghi e medici di urgenza, ma non cardiologi. Si parla di meno del fatto che sul totale l’Italia (con Bulgaria, Repubblica Ceca e Ungheria) abbia in percentuale più specialisti della media degli altri paesi europei (78% vs 68%) e meno medici di medicina generale, mentre l’Irlanda addirittura capovolge il rapporto, con oltre la metà dei medici che si dedicano al territorio.

È su questo che a mio parere si dovrebbe lavorare, rendendo il più possibile attrattiva la scelta della medicina generale (non “di base”, per piacere).

Ciò può essere fatto migliorando la qualità del lavoro, snellendo la burocrazia, ma senza penalizzare la retribuzione, che è meno elevata di quanto sembri. Mentre i medici specialisti italiani, infatti, hanno in media uno stipendio che supera il PIL pro capite del 208%, rispetto al 178% negli altri Paesi europei, i 100.000 euro di retribuzione lorda annua dei medici di famiglia italiani non sono equivalenti a quelli di un primario ospedaliero.



Le incombenze sono tante

Nell’ambito del Servizio Sanitario Nazionale (SSN) italiano, infatti, i medici di medicina generale sono liberi professionisti convenzionati, per cui al reddito annuo lordo vanno sottratti, oltre alle tasse e ai contributi previdenziali, le spese di uno studio (affitto, riscaldamento, elettricità e altre utenze), che in alcuni contesti (penso alle grandi città), possono essere molto ingenti. Se poi si vuole migliorare il servizio ai cittadini, anche in termini organizzativi, serve assumere (e pagare mensilmente, più ferie e contributi) una persona che si occupi della segreteria. E ammortare l’acquisto di arredi, computer ed eventuali apparecchi diagnostici, come l’ecografo, e così via. Un dipendente ospedaliero non si deve occupare di tutto questo.

Gli oneri possono essere condivisi nella medicina di gruppo, che per certi versi è stata l’antesignana del concetto di “casa di comunità”: ne esistono esempi di eccellenza, dove i cittadini sanno di trovare sempre una risposta ai loro bisogni essenziali, anche grazie alla valorizzazione del ruolo degli infermieri e di altre figure professionali. A mio parere, come liberi professionisti, i medici hanno tutto il diritto, se desiderano farlo e ne hanno le possibilità, di ampliare e integrare con il supporto di colleghi specialisti realtà di questo tipo, o crearne di nuove. I medici potrebbero continuare a farlo restando all’interno di una convenzione con il pubblico – e sarebbe la strada preferibile – oppure fare concorrenza dal basso ai grandi gruppi ospedalieri o assicurativi privati che hanno costellato le nostre città di quelle strutture di prossimità che lo Stato fatica a fornire.

È chiaro che, se altri medici dovessero seguire questa strada, staccandosi dalla convenzione con il SSN, il progetto delle case di comunità pubblica vacillerebbe più di quanto già non faccia. Il rischio di avere enormi scatole vuote sarebbe più reale di quanto già non sia. Ma non si possono risolvere le difficoltà di un pilastro cruciale della vita di un Paese contando solo sullo spirito di sacrificio delle persone. I medici sono professionisti, che per raggiungere il mondo del lavoro hanno un iter molto più lungo e faticoso di molti altri, sulla cui formazione le famiglie e la società investono tempo e denaro.



La dignità del lavoro è la stessa per tutti

Se di medicina di famiglia e di disponibilità sul territorio c’è un disperato bisogno, tocca al Governo rispondere creando le condizioni per cui lavorare in convenzione o come dipendenti pubblici sia conveniente anche per i medici di medicina generale. E non intendo solo in senso economico, ma anche e soprattutto in termini di qualità del lavoro.

L’obiettivo più importante, ma forse anche più difficile da raggiungere, è ristabilire la reputazione di una figura che un tempo era punto di riferimento per la comunità e oggi è considerata da molti quella di un passacarte che merita poco rispetto. Uno che in fondo non è un “vero medico”, di cui fidarsi poco rispetto agli oracoli rappresentati dagli specialisti (per i quali, se chiedono centinaia di euro a visita, di solito fanno ba***re ciglio). Questo è il vero ostacolo, quello che tiene lontani i giovani. Prima di tutto, quindi. occorre equiparare in tutto i corsi di medicina generale alle altre specialità, come accade altrove, non solo da un punto di vista economico, ma anche e soprattutto da quello del riconoscimento sociale di queste figure, che in teoria continuiamo a definire come fondamentali, ma che poi non si perde occasione, a torto o ragione, per bastonare.

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Quando la realtà è altra cosa dalla fantasia scellerata di chi detiene il “potere” della comunicazione e lo usa senza ne...
17/09/2024

Quando la realtà è altra cosa dalla fantasia scellerata di chi detiene il “potere” della comunicazione e lo usa senza neanche il minimo della deontologia richiesta al giornalismo serio. Grazie Andrea Curti Gialdino

La nostra risposta a Dataroom di Milena Gabanelli

Noi ci basiamo sulle evidenze, essendo Medici abbiamo questo “vizio” di guardare attentamente i Dati.. o data (appropriato al ricevente)

ECCO I DATI REALI DELL'ASSISTENZA PRIMARIA A CONFRONTO CON QUELLA OSPEDALIERA

Ogni giorno:

•1,5 milioni circa di pazienti accede agli ambulatori dei 40mila MMG per una visita, vale a dire circa 11 a settimana e 570 milioni l'anno (oltre a 900 mila/die per sole richieste di prescrizioni, mentre un numero imprecisato ha contatti con i collaboratori e/o con il medico via telefono, mail, SMS, WA, APP e riceve una o più prescrizioni elettroniche di farmaci o accertamenti)

•800mila circa accedono alle strutture specialistiche extra-ospedaliere

•28mila pazienti vengono visitati dai medici di CA (ex guardia medica)

•33mila sono i ricoverati al giorno

•52mila le persone che accedono al PS

Sono numeri che danno l'idea della mole di lavoro garantita quotidianamente dall'assietnza primaria ma per alcuni inesistente e futile.

Abbiamo chiesto a AI di verificare il dato per un doppio controllo: “i numeri proposti sono plausibili nel contesto dell'assistenza sanitaria italiana”

Fonti: stime su dati FIMMG, Health Search e Ministero della salute 2021, calcolando 250 giornate lavorative/anno (365 per gli ospedali), AGENAS, analisi statistica elaborata con supporto AI

I sabati quelli dedicati al mio lavoro per condividere e crescere. Senza dimenticare una delle più belle espressioni di ...
08/06/2024

I sabati quelli dedicati al mio lavoro per condividere e crescere. Senza dimenticare una delle più belle espressioni di libertà e responsabilità civica e sociale: il voto!!!

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Ieri ho avuto il privilegio di moderare una sessione molto particolare al nostro 18*Congresso “Dialoghi di Palermo Modic...
13/04/2024

Ieri ho avuto il privilegio di moderare una sessione molto particolare al nostro 18*Congresso “Dialoghi di Palermo Modica”.
La delicatezza del tema e al tempo stesso la sua complessità, condivisa e arricchita dagli interventi di due colleghe esperte e appassionate, sono state per me un momento fondamentale per motivare ancora di più l’entusiasmo per la mia professione a favore dei piccoli e giovani assistiti: con loro inizio un percorso di crescita in una fase preziosa della loro vita, e se necessario inizio un percorso di cure per i più sfortunati.
È una realtà sempre più presente nei nostri studi, quella che vede popolarli di piccole vite all’inizio di un cammino di conoscenza di sé e della propria salute, e io voglio esserci, nel mio posto, nel mio ruolo, accanto ai genitori.
Il vostro medico di famiglia.

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Indirizzo

Via Giovanni Dotto 25
Palermo
90129

Orario di apertura

Lunedì 15:00 - 18:00
Martedì 09:00 - 12:00
Mercoledì 09:00 - 12:00
Giovedì 15:00 - 18:00
Venerdì 09:00 - 12:00

Telefono

+39091422785

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